Il Parlamento Ue ha dato il via libera alla risoluzione non legislativa sulle conclusioni del Consiglio europeo, quindi Recovery fund e quadro finanziario pluriennale. Non risparmiando critiche e richieste di modifiche soprattuto sul fronte del bilancio. Per l’Italia, che è la maggiore beneficiaria netta degli aiuti Ue, Pd e M5s hanno votato a favore, mentre Fdi e Lega si sono astenute. “Per loro vengono prima i sovranisti dell’Italia”, ha attaccato l’eurodeputata M5s Laura Ferrara. Forza Italia, che dall’inizio sul tema ha mostrato aperture alla maggioranza e al premier Giuseppe Conte, ha invece votato a favore. In totale ci sono stati 465 si, 150 no e 67 astenuti. Nella risoluzione si definisce il Recovery fund “una mossa storica“, ma si chiede anche di migliorare l’accordo sul quadro finanziario pluriennale (Qfp) nei prossimi negoziati, respingendo quelli che sono ritenuti “tagli inaccettabili”. L’Europarlamento sottolinea infine che le priorità a lungo termine dell’Ue, come Green Deal e Agenda digitale, sono a rischio e che non darà la sua approvazione al bilancio senza un accordo sulla riforma del sistema delle risorse proprie dell’Ue. Si ricorda infatti che “tutti i 40 programmi Ue finanziati dall’Mff devono avere il consenso del Parlamento, come colegislatore”. E un accordo dev’essere raggiunto “al più tardi entro fine ottobre”, per assicurare l’avvio dei programmi dal primo gennaio 2021.

Durante la plenaria, due giorni dopo lo storico accordo dei leader europei, sono intervenuti la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen e il presidente del consiglio europeo Charles Michel. “Questa volta ci assumiamo una responsabilità per il futuro dell’Europa“, ha esordito Von der Leyen. Pur riconoscendo che “questo quadro finanziario pluriennale è una pillola amara da mandare giù“, la presidente ha chiesto di non sottovalutare il fatto che ogni intervento è nato per “evitare gli errori del passato“. Ora si apre il capitolo della gestione dei fondi e, nel controllo e nella verifica, il Parlamento dovrà avere un ruolo centrale. Ma non solo: “Intensificheremo la lotta alle frodi”, ha aggiunto. Nascerà quindi “un database con i destinatari finali dei fondi”. Michel si è invece rivolto direttamente a chi ha lavorato contro l’accordo: “Ho sentito gli eccessi e le frasi diciamolo un po’ miserabili dei partiti estremisti, voi scegliete il ripiegamento su voi stessi, l’odio, la separazione e il rifiuto. Noi scegliamo la tolleranza, l’apertura e l’unità. E’ un giorno triste per voi, ed un giorno felice per l’Europa e per gli europei“. Michel ha quindi difeso l’accordo da 1.800 miliardi (1.074 per il bilancio e 750 per il piano di ripresa) definendolo “forte, ambizioso, giusto, e senza precedenti”, e ha rimarcato come l’Unione europea abbia risposto rapidamente alla crisi sanitaria ed economica dovuta al covid.

La risoluzione della maggioranza – L’Eurocamera, nella risoluzione approvata, ha dimostrato di non voler rinunciare al suo diritto di veto sul Quadro finanziario pluriennale, essendo autorità di bilancio, e pone dei paletti. Pur “accogliendo con favore l’accettazione da parte dei capi di Stato o di governo del Recovery fund, deplora la riduzione della parte delle sovvenzioni”, si legge nel testo. Il Parlamento Ue deplora inoltre che “spesso l’adesione esclusiva agli interessi e alle posizioni nazionali mette a repentaglio il raggiungimento di soluzioni comuni nell’interesse generale e avverte che i tagli al Quadro finanziario pluriennale vanno contro gli obiettivi dell’Ue”.

Tra le altre linee rosse quella sulle nuove risorse proprie. Un punto sul quale ieri 22 luglio il presidente David Sassoli è stato chiaro chiedendo un’impegno ad una “loro introduzione rapida” e un “aumento del tetto di quelle esistenti”. Sassoli ha chiesto “un calendario preciso di introduzione di almeno due risorse proprie per il 2021 – la tassa sulla plastica e quella sull’Ets – e ha chiesto di calendarizzarne delle nuove. Il Parlamento Ue ha proposto inoltre un coinvolgimento sul piano di rilancio ed una discussione più ampia sui rebates. Quanto al bilancio europeo a lungo termine lo si vuole più “ambizioso” e senza tagli a Erasmus, ricerca, difesa, migrazione e asilo. Non da ultimo l’avvio dei negoziati interistituzionali dove si chiede di tenere in debita considerazione il ruolo del Parlamento. Infine un rafforzamento dello strumento che dovrebbe collegare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto.

Il centrodestra si spacca sul voto finale. Contro il Mes Lega-Fdi e M5s votano insieme: emendamento bocciato
Come da previsioni e a conferma delle posizioni tenute nelle ultime settimane, il centrodestra si è spaccato al momento del voto. Fratelli d’Italia e Lega hanno deciso di astenersi, mentre Forza Italia ha dato il suo appoggio. “E’ macroeconomicamente irrilevante“, è arrivato addirittura a dire il capodelegazione della Lega Marco Campomenosi, “i benefici presunti per l’Italia non sono ancora determinabili, non sappiamo ancora con quali risorse finanzieremo questi interventi e alcune ipotesi ci preoccupano, perché rischiano di penalizzare alcuni settori produttivi importanti”.

Totalmente diversa la posizione di Forza Italia, che ha invece confermato la sua apertura e chiesto maggiore considerazione da parte del governo: “Ho votato a favore”, ha dichiarato l’ex Cavaliere ed eurodeputato Silvio Berlusconi. “Ci siamo battuti fin dal principio per questo risultato e ora l’Italia avrà a disposizione 208 miliardi: si tratta di un compromesso, ma è un compromesso positivo, che toglie tra l’altro argomenti ai nemici dell’Europa. Per utilizzare questi aiuti l’Italia dovrà predisporre – rapidamente- un piano di riforme che deve essere orientato allo sviluppo e non alla spesa assistenziale. È una occasione che il Paese non può permettersi di sprecare”. Per questo Berlusconi chiede all’esecutivo di essere coinvolto nelle discussioni: “Chiediamo al governo che l’opposizione, pur nella distinzione dei ruoli, sia davvero coinvolta nelle decisioni che disegneranno l’Italia del futuro”.

Durante le votazioni, c’è stata poi una convergenza tra l’asse Lega-Fdi e Movimento 5 stelle al momento di esprimersi su un emendamento che chiedeva di “respinge un utilizzo del Mes finalizzato a stimolare l’economia in seguito alla crisi della Covid-19“. L’emendamento è stato bocciato, con 560 voti contrari, tra i quali quelli degli eurodeputati del Pd, Azione, Italia Viva e Forza Italia. A favore dell’emendamento hanno votato, oltre a Carroccio e 5 stelle, anche gli eurodeputati di Fratelli d’Italia (109 in tutto i sì, 10 gli astenuti). Una fotografia delle dinamiche italiane sul ricorso al cosiddetto fondo salva Stati che tanti problemi sta creando nella politica italiana.

Von der Leyen: “Ora intensificare la lotta contro le frodi, faremo database per controllare i beneficiari finali”
“Tutte queste responsabilità sono sulle nostre spalle comuni e questo onere ce lo assumiamo tutti e con orgoglio, viva l’Europa”, è stato l’esordio di Ursula Von der Leyen che ha chiesto di pensare al futuro e alla tenuta delle istituzioni europee. La proposta avanzata dai leader nelle scorse ore, ha quindi ribadito, è stata fatta “per evitare i riflessi e gli errori del passato, una risposta europea per il rilancio. Sappiamo che l’Europa non è uscita dall’impasse, ma siamo arrivati ad un grande spartiacque e l’abbiamo superato rimanendo uniti. Guardate dove siamo arrivati con lo spirito combattivo dell’Europa”.

Von der Leyen ha anche dato garanzie sull’utilizzo dei fondi e sul come verranno spesi. Il Consiglio Europeo, ha detto, “ha preso un chiaro impegno per il rispetto dello Stato di diritto e per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione. Non solo lo accolgo con favore, ma la Commissione agirà di conseguenza. La protezione del bilancio e la tutela dello Stato di diritto vanno mano nella mano: dobbiamo intensificare la lotta contro le frodi, con i giusti controlli”. E per farlo, sarà messo in campo un progetto specifico: “Creeremo un database, per sapere effettivamente chi sono i beneficiari finali” dei fondi comunitari.

In questa fase di controllo, il Parlamento Ue secondo Von der Leyen dovrà avere essere centrale. “E’ essenziale”, ha detto, “che il parlamento europeo svolga un ruolo cruciale, in qualità di co-legislatore avrà una voce in capitolo sulla struttura dello strumento e sul suo funzionamento, la commissione garantirà piena trasparenza”. Per quanto riguarda infine i tagli previsti, Von der Leyen ha riconosciuto: “Questo quadro finanziario pluriennale è una pillola amara da mandare giù e so che il Parlamento è d’accordo con me su questo. Ma dovremmo fare un passo indietro e ricordare il punto di partenza: siamo riusciti a colmare la lacuna della Brexit”.

Le reazioni dei gruppi Ue: sostegno per l’accordo, ma malumori per i tagli – Tra i primi a intervenire in Aula Manfred Weber, presidente del gruppo Ppe: “Avete svolto un lavoro ottimo per tenere l’Europa coesa”, ha esordito. “Sono lieto di questo accordo ma non sono lieto per il deal”, i termini dell’accordo. “Adesso ci sono tagli, tagli, tagli. Noi non cediamo vogliamo dire la nostra su come il denaro viene usato. Non c’è denaro se non c’è il rispetto dei meccanismi europei. Vogliamo migliorare l’accordo e siamo pronti ad agire in tal senso”.

La presidente del gruppo Socialisti e democratici Iratxe Garcia Perez invece, ha parlato di un accordo che “passerà agli annali della costruzione europea. Per la prima volta nella storia dell’Unione, gli Stati membri hanno concordato l’emissione di debito comune, qualcosa di impensabile qualche mese fa”. E, ha aggiunto, “è stato questo Parlamento quello che ha dato avvio a questa proposta e dobbiamo sentirci orgogliosi in quanto istituzione”. Nel suo intervento, l’eurodeputata socialista ha promesso però battaglia sul bilancio pluriennale: “Non condividiamo lo stesso ottimismo” che c’è sul Recovery Fund “in materia di proposta per il quadro finanziario pluriennale. Gli S&D non accetteranno i tagli previsti per gli obiettivi a lungo termine, che devono invece portare a rafforzare la nostra indipendenza strategica”.

Infine i Verdi, nell’intervento in Aula durante la plenaria, hanno denunciato il comportamento dei Paesi cosiddetti “frugali”. “I 4 frugali, gli avari, e i governi ungherese e polacco, gli pseudo-democratici, stanno avvelenando i loro cittadini con il nazionalismo, e stanno mettendo i cittadini europei gli uni contro gli altri. Prima di loro i conservatori britannici hanno seguito la stessa strada e abbiamo visto dove sono finiti”, ha detto il co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Ue, Philippe Lamberts. “Invece di voltare le spalle gli uni agli altri, noi europei abbiamo bisogno di stare assieme per garantire a tutti, adesso e in futuro, le condizioni di una vita dignitosa a tutti i nostri cittadini”.

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Recovery fund, Von der Leyen: “Italia maggiore beneficiaria a giusto titolo. So che Conte sta già lavorando ai piani di riforma”

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