Maurizio Bolognetti è al 18esimo giorno di sciopero della fame. L'associazione: "Il Nomenclatore tariffario ausili e protesi non è mai stato aggiornato. Vengono utilizzati ancora i vecchi elenchi e le vecchie tariffe"
La Regione Basilicata da mesi “non eroga tutti gli ausili appropriati e necessari alle persone con grave disabilità per consentire loro una buona qualità di vita”. E’ questa la denuncia un attivista lucano dell’Associazione Luca Coscioni, Maurizio Bolognetti, che ha deciso di fare uno sciopero della fame, iniziato lunedì 6 luglio e arrivato oggi al 18esimo giorno. L’associazione ha inoltre stabilito ora di intraprendere le vie legali per “lesione di diritti fondamentali”, chiedendo di rispettare chi è più fragile e ha bisogno di strumenti fondamentali per vivere con dignità. “La vicenda è locale, ma il tema di fondo è nazionale – spiega a Ilfattoquotidiano.it la realtà attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla salute e alla scienza – e riguarda il mancato aggiornamento del Nomenclatore tariffario ausili e protesi che risulta formalmente in vigore ma non applicabile per tutti gli ausili destinati ai bisogni più complessi e alle persone con le patologie più gravi. Quindi vengono utilizzati ancora i vecchi elenchi e le vecchie tariffe”.
La decisione della Coscioni di denunciare questa ingiustizia arriva dopo 7 mesi dalla prima riunione, a seguito di diffida nei confronti della Basilicata per mancata erogazione conforme di ausili e protesi alle persone disabili, e successiva riunione del 15 luglio scorso, dove il Direttore generale chiedeva parere all’Avvocatura della Regione sulla bozza di delibera predisposta dagli uffici dell’Assessore alla Salute e alle Politiche sociali Leone per adeguare la normativa regionale alla corretta previsione normativa di reperimento e erogazione degli ausili. Contattato dal Fatto.it Bolognetti ha commentato la sua azione di protesta civile: “Invito la politica a rispettare in particolare l’art.32 della Costituzione italiana (quello che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, ndr). Sorge il dubbio che qualcuno in Basilicata stia difendendo inconfessabili interessi, vi chiedo di smetterla di crocifiggere con i chiodi della vostra ottusità tante persone con disabilità e di mandare al macero i loro diritti”.
La questione del diritto al ricevimento di ausili e protesi interessa un po’ tutta l’Italia perché, come segnala l’associazione, la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale risulta essere “inadempiente”, dal momento che non ha realizzato le prescritte verifiche né ha organizzato le audizioni delle organizzazioni delle persone disabili, pur in presenza di una precisa richiesta effettuata dalla Coscioni al ministro della Salute Roberto Speranza. “L’inadempienza della Commissione nazionale – dichiara Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – non può costituire motivo per giustificare comportamenti degli organismi locali lesivi dei diritti delle persone con disabilità ad ottenere percorsi appropriati di erogazione degli ausili destinati ai bisogni più gravi e complessi già stabiliti dalla legislazione vigente e che appropriate disposizioni territoriali possono sanare”.
Nel caso particolare lucano, l’associazione ha deciso di ricorrere alle vie legali in merito “al parere negativo dato dall’avvocatura della Regione Basilicata, che come specificato dalla stessa non ha natura vincolante, che la sentenza 759/19 a cui si riferisce il parere esamina la situazione degli apparecchi acustici, le cui tipologie non sono incluse nell’elenco allegato all’art. 30 bis della legge 67/2017, pertanto quanto disposto dalla sentenza può essere considerato per le protesi acustiche ma non per i dispositivi di cui all’art. 30 bis che individua nello specifico l’elenco di dispositivi a cui si riferisce”. E ancora oggi, aggiunge l’associazione, a distanza di oltre tre anni dall’approvazione dell’art. 30 bis legge 67/2017 che aveva l’obiettivo di sanare quella parte del Nomenclatore che non consente la corretta erogazione di alcuni dispositivi, “non risulta che siano state esperite idonee procedure pubbliche di acquisto per i dispositivi elencati nell’allegato all’art. 30 bis”, mentre le associazioni delle persone con disabilità esprimono la profonda contrarietà per il possibile impiego di procedure pubbliche che non consentono l’individuazione personalizzata dell’ausilio adatto alla singola persona. “Allo stato attuale – termina Gallo – atteso senza esito il tempo per un intervento sia della regione Basilicata che del Ministero competente già sollecitato, intraprenderemo per le persone con disabilità le vie che il caso consiglia con attivazione delle giurisdizioni competenti. La Regione Basilicata, i nostri interlocutori, provino a nutrirsi del dialogo nonviolento che sta alimentando Maurizio Bolognetti. La sua fame è la fame di noi tutti, fame di diritti umani, giustizia sociale, libertà”.