La data da segnare sul calendario è il 14 settembre 2020. Quel giorno, oltre 8 milioni di studenti italiani potranno tornare fra i banchi di scuola. Lo ha stabilito ufficialmente l’ordinanza sull’avvio del nuovo anno scolastico firmata nelle scorse ore dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. La campanella suonerà nello stesso momento per tutti gli istituti, dalla primaria alle superiori, e su tutto il territorio nazionale. Come di consueto, starà poi alle singole Regioni stabilire eventuali variazioni sul calendario. Confermato anche il recupero dei “debiti” relativi al precedente anno scolastico a partire dal 1 settembre. Gli studenti, che non hanno più rimesso piede a scuola dopo lo stop previsto dal dpcm del 4 marzo causa Covid, troveranno quindi diverse novità: igienizzanti per le mani, regole sul distanziamento, nuovi insegnanti assunti grazie alla riapertura delle graduatorie provinciali e, se la procedura dovesse concludersi in modo positivo, anche “banchi di nuova generazione”. Ma su questo le polemiche non accennano a spegnersi. “Lasciateci lavorare” invece di “terrorizzare le famiglie”, ha dichiarato la ministra rispondendo alle accuse dell’opposizione su presunte inefficienze del suo ministero. E in serata – nel corso dell’intervista con Peter Gomez alla rassegna Ponza D’Autore – ha annunciato anche le probabili date dei nuovi concorsi a cattedra: “Si faranno tra fine settembre e inizio ottobre”.
Lezioni al via a settembre: cosa cambia – L’ufficialità sulla data di avvio del nuovo anno scolastico, già anticipata nei giorni scorsi, è arrivata al termine di una lunga giornata per la ministra. A chi l’ha criticata per il bando pensato per acquistare 3 milioni di banchi “singoli” e su rotelle, Azzolina in mattinata ha risposto nel corso della trasmissione Agorà. “Quella sui banchi è una gara europea, presto sapremo i nomi delle aziende”, ha dichiarato, ribadendo che “purtroppo finora non si era mai investito in Italia, nulla sugli arredi scolastici“. Intervistata da Gomez al festival sull’isola di Ponza, la ministra ha poi aggiunto che “a scuola non ci sono le giostre, non è una gara agonistica con le rotelle a chi si diverte di più. Con quei banchi i ragazzi invece lavoreranno in gruppo“. Se tutto ciò non bastasse, “stiamo cercando anche altri spazi al di fuori degli edifici scolastici. Stiamo stipulando un protocollo con il ministro Franceschini per l’utilizzo di musei, biblioteche, teatri, cinema. Ma sarà l’extrema ratio”.
Il nodo delle elezioni regionali – Il punto più delicato della ripartenza, però, resta quello della data, visto che il 20 e 21 settembre si terranno le elezioni in sette Regioni. Anche su questo la titolare del Miur ha cercato di tranquillizzare le famiglie: “So che la ministra Lamorgese e gli enti locali stanno lavorando sui seggi” da allestire in spazi diversi dalle aule, ha spiegato. Un punto su cui però era trapelata una certa difficoltà da parte del Viminale. Da qui l’ipotesi che alcune Regioni decidano di partire subito dopo la tornata elettorale, anche perché l’unico vincolo fissato dal ministero è che si facciano 200 giorni di lezione l’anno. Dopodiché ognuno può decidere da sé il calendario, in virtù dell’autonomia scolastica.
Concorsi, Azzolina: “Anche il Quirinale favorevole” – Per poter garantire un avvio regolare delle lezioni c’è poi la questione del personale, tra docenti esposti al rischio contagio e oltre 200mila cattedre vacanti (secondo le stime dei sindacati). Su questo il ministero ha già provveduto ad emanare il bando per le nuove graduatorie provinciali (domande entro il 6 agosto), a cui si aggiungono le vecchie graduatorie a esaurimento e le immissioni in ruolo attese entro l’estate, come ha ricordato la stessa ministra al direttore de Ilfattoquotidiano.it durante l’evento a Ponza. Per quanto riguarda i concorsi, su cui pendono le incognite di un’eventuale seconda ondata del virus, Azzolina ha assicurato che si terranno in autunno e ha chiamato dalla sua parte il Quirinale, citando un “giudizio favorevole” del Colle nel rispetto delle procedure pubbliche anziché aver provato la strada delle assunzioni per titoli come richiesto nei mesi scorsi da parte del Pd, Leu e dai sindacati.
Le critiche delle opposizioni – “L’incapace ministro Azzolina, fra plexiglas e banchi con le rotelle, adesso per attaccare maestre e insegnanti precari tira per la giacchetta perfino il presidente Mattarella. Fermatela!”, è stato il commento del leader della Lega Matteo Salvini. Da Forza Italia, invece, le critiche si concentrano sul tema dei nuovi banchi. “Il titolare della più grande azienda di arredi scolastici” sostiene che il bando di gara contiene “numeri e tempi impossibili”, e chi lo ha fatto “non conosce il mercato”, ha dichiarato Anna Maria Bernini, mentre la deputata forzista Labriola sostiene che “i nodi da sciogliere sono tanti ed è inutile negare che anche all’interno della maggioranza manca il confronto costruttivo. Le opposizioni e le famiglie chiedono soluzioni certe“.