Sono tranquillissima. Luglio è agli sgoccioli, l’estate non dico stia finendo, come cantavano quelli là, ma quanto meno sta avanzando a passi lunghi e ben distesi e per l’avvio del nuovo anno scolastico si delineano all’orizzonte nuove immarcescibili certezze. Nessuna ironia, nessun sarcasmo.
Mi sento come in un rassicurante cinegiornale, leggo con avidità le notizie che arrivano d’ogni parte sul mondo della scuola e sono davvero confortata nel sapere che sono state vagliate tutte le opportunità e stanno per essere adottate tutte le misure necessarie. Le singole scuole si stanno attivando, forti dell’autonomia di cui godono, lungi dal naufragare in un improduttivo panico, per garantire ingressi scaglionati, utilizzare ogni pertugio d’accesso all’edificio per far sciamare gli studenti, i nostri baldi giovani, distanziati e igienizzati, sani e naturalmente privi di febbre, amorevolmente misurata a casa da famiglie responsabili. Le aule, opportunamente sanificate, si apprestano ad accogliere gli entusiasti discenti, fulgide nella loro veste rinnovata.
Il numero degli alunni per classe, che talvolta rasenta le trenta unità, non spaventi: essi verranno sapientemente disposti nelle classi grazie a nuovi prodigi della tecnica che il mondo non mancherà di invidiarci. Sono efficienti, sono singoli, sono banchi. Naturalmente ergonomici, moderni e funzionali, gioia di grandi e piccini, addirittura dotati di rotelle che permetteranno gagliardamente di unire all’apprendimento didattico un sano spirito competitivo che si concretizzerà in gare paragonabili soltanto alla corsa delle bighe che si teneva nel Circo Massimo ai tempi dello splendore dell’impero. Chissà se c’è anche il modello con i rostri, come quello di Messalla contro Ben-Hur nella ben nota pellicola uscita al cinematografo.
Un imponente stanziamento di fondi permetterà, con la celerità per cui l’italica burocrazia è nota oltre i confini, di approntare in tempi strettissimi innovazioni digitali, acquisto di mezzi e formazione del personale docente che, non sia mai, sarà preparato a fronteggiare qualsivoglia emergenza. Il reclutamento della manodopera deputata a compiere opera di bassa carpenteria didattica, l’arruolamento degli insegnanti, insomma, procede a passo di marcetta e i docenti, precari o meno, incaricati della trasmissione del sapere, saranno tutti in cattedra a partire dal primo settembre, data che ormai incombe ma non spaventa perché le truppe sono ben schierate al fronte.
Cisterne di gel igienizzante per le mani sono già in partenza per le patrie scuole, migliaia di mascherine giacciono negli scatoloni. Il distanziamento funzionerà. Almeno fino a quando il primo infausto caso di pestilenza che dovesse verificarsi non porrà tutti di fronte alla necessità di attuare un protocollo di cui ancora nessuno sa nulla, ma che con ogni probabilità se ne sta nascosto nei cassetti delle stanze del potere, pronto per essere palesato al mondo.
Mentre attendiamo che ci venga rivelato, godiamoci senza indugio la grande novità di quest’anno: nei bagni delle scuole ci sono il sapone e la carta. Fino a esaurimento scorte. Di pazienza, anche.