In un editoriale sul New York Times, non senza qualche stereotipo sugli italiani allergici alle regole, l'economista riconosce i meriti dell'Italia e del suo governo durante la pandemia. "Il malato d'Europa? E allora cosa si dovrebbe dire degli Usa? Possiamo solo invidiare gli italiani"
Magari avessimo fatto come l’Italia. La considerazione che unisce un riconoscimento la gestione dell’emergenza Covid nel nostro paese e il rammarico per come la vicenda viene affrontata negli Stati Uniti, è del premio Nobel per l’Economia Paul Krugman. Nel suo ultimo editoriale sul New York Times, l’economista punta il dito contro la Casa Bianca per come sta agendo di fronte alla pandemia. Negli Usa infatti i contagi non accennano a diminuire e viaggiano ormai sopra i 75mila nuovi casi giornalieri. “Perchè l’America di Trump non può essere come l’Italia?” si chiede Krugman. “Qualche giorno fa – scrive l’economista – il Times ha pubblicato un articolo su come l’amministrazione Trump sia riuscita a fallire completamente nella risposta al coronavirus. Il pezzo ha confermato quello che chiunque abbia seguito la debacle sospettava”. Ma su una cosa, prosegue Krugman, non avevamo ancora riflettuto. “il ruolo centrale svolto dall’esperienza dell’Italia”. “L’Italia è stato il primo Paese occidentale ad avere una grande ondata di contagi. Gli ospedali erano sopraffatti e il bilancio iniziale delle vittime terribile. Poi è stato raggiunto il picco ed è iniziato un ripido calo. I funzionari della Casa Bianca erano convinti che anche l’America avrebbe avuto lo stesso percorso. E invece no”, prosegue l’editoriale del Nyt. L’amministrazione Trump infatti, continua Krugman, non ha preso le misure necessarie perché questo accadesse. “A questo punto possiamo solo guardare speranzosi al successo dell’Italia nel contenere il coronavirus: ristoranti e bar sono riaperti, se pur con delle restrizioni la vita è ripresa in modo normale e il tasso di mortalità in Italia è un decimo di quello negli Stati Uniti”.
“Nonostante Donald Trump si vanti di aver dato la migliore risposta al coronavirus nel mondo e qualche sostenitore credulone possa anche crederci, la mia opinione è che la nostra gestione del virus ha fallito completamente rispetto a quella della Germania, ad esempio. Non è sorprendente che la disciplina e la competenza tedesche abbiano dato i loro risultati. Ma come è possibile che l’America abbia fatto peggio dell’Italia?”, si chiede Krugman scadendo in qualche stereotipo sul nostro Paese come quello dei “cittadini non noti per la disponibilità a seguire le regole”. Subito dopo un tentativo, non riuscitissimo, di correzione: non mi lascio andare a facili stereotipi, nonostante i suoi problemi l’Italia è uno stato serio e sofisticato, non un Paese da operetta come a volte viene raccontato. Certo, i suoi cittadini non sono famosi per il rispetto delle regole né la burocrazia per la sua efficienza. Struttura demografica e debolezza economica sono altri fattori penalizzanti nella lotta al Covid.
I MERITI DEL GOVERNO – Cosa ha salvato dunque l’Italia secondo Krugman? Il fatto di non avere un governo incapace come quello guidato da Donald Trump. Le autorità italiane hanno infatti saputo muoversi in fretta e con decisione per gestire la situazione, hanno introdotto un blocco severo e sono state giustamente prudenti nelle riaperture. I risultati positivi di questa strategia sono sotto gli occhi di tutti. Gli Usa avrebbero dovuto seguire questo esempio, scrive l’economista, mentre la Casa Bianca ha spinto per una rapida riapertura senza ascoltare gli avvertimenti degli esperti. Anche gli errati messaggi sull’inutilità dell’uso delle mascherine hanno contribuito a far precipitare la situazione. La scommessa di Trump di ignorare i pericoli si è dimostrata disastrosa, sia da un punto di vista sanitario che economico sociale. Milioni di famiglie stanno per esaurire i sussidi per la disoccupazione e la Casa Bianca non sta facendo nulla. Amarissima la conclusione del commento. “Dopo tre anni e mezzo spesi a cercare di rendere l’America di nuovo grande, siamo invece diventati un paese patetico agli occhi del mondo. Possiamo solo invidiare quanto ha saputo fare l’Italia. Spesso il paese è descritto come il malato d’Europa: cosa si dovrebbe dire allora di noi americani?”.