Ottantuno miliardi di sussidi e 127 miliardi in prestiti. Questa la (grossa) fetta di risorse del Recovery fund a cui potrà accedere il nostro paese. Amnesty International Italia, organizzazione che si batte per la difesa dei diritti umani, avanza alcuni suggerimenti al governo sui possibili utilizzi delle risorse, focalizzandosi su temi come la lotta alla povertà, le politiche migratorie, l’educazione, la salute e la parità di genere. Più nel dettaglio per quanto concerne il capitolo diseguaglianze e povertà Amnesty auspica una riforma fiscale che aumenti l’azione redistributiva e consenta di accrescere le risorse a disposizione di servizi sociali, scuole e strutture sanitarie. La pandemia ha infatti allargato la forbice della diseguaglianze e il bacino di individui vulnerabili si è esteso. Sul tema migrazioni si suggerisce di avviare un percorso di progressiva regolarizzazione della situazione giuridica dei migranti presenti sul territorio, investendo in un sistema di accoglienza rispettoso dei diritti e della dignità delle persone. La pandemia ha infatti fornito un’ occasione per riconoscere la centralità dei lavoratori di origine non comunitaria e ha dato origine a un provvedimento di regolarizzazione che risulta però lacunoso, con forti criticità tra cui la limitatissima platea di beneficiari.
SCUOLA, LAVORO E LEGALITA’ -Amnesty invita poi a rafforzare la cultura della legalità, la lotta alla corruzione e al crimine organizzato, che sono viste come le precondizioni della ripresa economica e civile su scala nazionale. Nonostante la continua azione di contrasto da parte del sistema giudiziario e delle forze di polizia, le organizzazioni criminali continuano infatti a rappresentare una forte minaccia al godimento dei diritti. Si ribadisce inoltre come sia necessario garantire il pieno accesso all’educazione, colmando le diseguaglianze e le disparità di accesso ad un’istruzione di qualità, venutesi a creare con la didattica a distanza, anche al fine di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, specie nelle fasce più vulnerabili della popolazione. È fondamentale rimettere poi al centro la dignità del lavoro, investendo in politiche volte a garantire maggiori tutele e un più ampio accesso alle forme di previdenza sociale, specie per le categorie dei lavoratori precari e della GIG economy. Amnesty invita infine il governo a rafforzare le attività di vigilanza e contrasto alle nuove forme di schiavitù e nel reinserimento socio-lavorativo delle vittime di sfruttamento.