Con l'hotspot locale che accoglie oltre mille persone, dieci volte oltre la sua capienza, Totò Martello lancia un ultimatum al governo, mentre altri 203 persone sono arrivate sull'isola a bordo di sette barchini. E su Salvini: "Quando sbarcavano e lui era al Viminale non è mai venuto qui a fare propaganda come adesso". Da Pozzallo, invece, il sindaco risponde all'appello delle ong chiedendo tamponi il prima possibile
Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, lancia il proprio ultimatum al governo, dopo l’ultima ondata di sbarchi che ha interessato l’isola e con gli hotspot che già accolgono più persone del dovuto. “È una situazione ormai ingestibile. Se il governo non proclamerà lo stato di emergenza per Lampedusa lo farò io”, ha dichiarato il primo cittadino mentre altri sette barchini sono stati bloccati stanotte nelle acque davanti all’isola siciliana con a bordo 203 tunisini. Ma se le sue parole potrebbero essere interpretate come un assist politico alla Lega, Martello precisa che niente è cambiato rispetto a quando il leader del Carroccio sedeva al Viminale: “L’onorevole Salvini continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro non c’erano più sbarchi. Nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero dell’Interno per verificare quello che sto affermando”.
Come va ripetendo da settimane, da quando gli sbarchi sono ripresi con maggiore intensità, grazie anche alle più favorevoli condizioni meteorologiche, “l’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani”. Nella struttura si trovano oltre mille migranti, dieci volte la capienza massima prevista. “Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – sottolinea il sindaco – e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull’isola”. Tanto che gli ultimi gruppi arrivati non sono stati trasferiti nemmeno nell’hotspot, ma trattenuti sotto i gazebo del molo Favarolo, e i poliziotti hanno difficoltà a identificare tutti gli arrivati a causa dell’elevato numero.
Ma se gli appelli e gli ultimatum di Martello sono rivolti all’esecutivo, le critiche raggiungono anche la precedente maggioranza. Proprio nei giorni in cui l’ex ministro dell’Interno è in visita sull’isola, il sindaco lo attacca per la gestione dell’emergenza migranti durante il suo mandato: “Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti – ha continuato – Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo, quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo, per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l’evidenza. È venuto adesso per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza’ che fomenta odio e rabbia”. E sul recente scontro verbale a distanza conclude: “Quanto infine alle sue dichiarazioni nelle quali mi definisce un ‘poveretto’ – conclude Martello -, ebbene sì, forse lo sono. Mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’, ma capitano di cosa?”.
Pozzallo – Intanto sbarcherà oggi alle 16 a Pozzallo, nel Ragusano, il mercantile Cosmo che ieri aveva soccorso 108 migranti su un barcone segnalato da Moonbird, l’aereo della ong Sea Watch. A bordo della nave battente bandiera italiana ci sono 98 uomini, 12 donne di cui sei o sette incinta e due minori (un bimbo di 8 mesi e una bimba di 5 anni). All’appello di Mediterranea Saving Humans rivolto alle autorità europee per indicare “un porto sicuro di sbarco” il prima possibile, ha risposto il sindaco del paese, Roberto Ammatuna: “Disponibili all’accoglienza ma chiediamo la massima attenzione sulle condizioni sanitarie dei migranti”. È lo stesso sindaco, poi, a confermare che “i tamponi verranno fatti ai migranti fra due giorni”, confermando gli impegni presi dal Ministro degli Interni Luciana Lamorgese che proprio pochi giorni fa aveva incontrato al Viminale Ammatuna per assicurargli maggiori controlli su trasferimenti e controlli sanitari dei migranti che stanno sbarcando in questo periodo.