Tra i sogni irrealizzabili più diffusi c’è, da sempre, quello di avere un’isola tutta per sé. Ci sono quelli che pensano così di realizzare il senso della libertà assoluta, altri quello di riservarsi un angolo di paradiso da destinare ad una solitudine infinita e alcuni che vedono, invece, concretizzarsi la possibilità di un business vacanziero esclusivo e di lusso. Per un giovane tedesco di 31 anni, Nasim Bitzer, appassionato di birdwatching e balene, il sogno è diventato realtà perché ha acquistato, a fine maggio, le quote della società J.Livingston, proprietaria dell’isola di Cerboli, quattro ettari di macchia mediterranea nel mare che separa Piombino dall’isola d’Elba inserita nei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (il prezzo non si conosce). Il suo è un sogno green: salvare l’isola dagli speculatori. “Siamo Impact investing – dice a ilfattoquotidiano.it – e puntiamo su progetti sostenibili, ci hanno raccontato che in passato ci sono stati tentativi di costruire un hotel ma noi vogliamo realizzare progetti di conservazione e tutela della biodiversità. Pensiamo di realizzare a Cerboli attività di birdwatching e avvistamento dei cetacei e abbiamo progetti per monitorare le specie che vivono sull’isola e vigilare sui rischi ambientali che la minacciano come rifiuti di plastica e danni causati dall’intervento dell’uomo”.

Il giovane tedesco assicura una svolta verde per il futuro dell’isola questo progetto sembra andare in una direzione molto diversa da quella ipotizzata in passato. Le foto patinate di Cerboli erano comparse sulle vetrine di alcune agenzie immobiliari e la vendita dell’isola aveva riportato alla memoria lo scandalo giudiziario che aveva visto l’isolotto al centro di interessi speculativi.

Proprio dalla società che aveva acquistato Cerboli partirono le indagini che portarono all’arresto e alla successiva condanna di imprenditori, prefetti e un giudice in una vicenda di cemento e corruzione che interessò l’Elba. Una storia di misteri mai chiarita fino in fondo perché l’ingegner Uberto Coppetelli, considerato dagli inquirenti l’uomo chiave di tutta la vicenda, non arrivò mai a processo: morì in un incidente aereo a Castiglion della Pescaia il 18 luglio 2004 portandosi dietro le ragioni per le quali la sua società aveva acquistato Cerboli e i progetti che avrebbe voluto concretizzare all’isola d’Elba in due complessi edilizi da realizzare al Cavo nella ristrutturazione di una discoteca e a Procchio nella costruzione, mai terminata, di un centro servizi.

Sono passati molti anni da quella vicenda ma ogni volta che si parla di Cerboli tornano alla memoria i fantasmi di quella storia. Il Parco dell’Arcipelago ha più volte ricordato che l’isola è in una fascia di protezione massima ed è una riserva integrale e gli ambientalisti sono sempre pronti a ricordare che sull’isola “non è consentita nessuna opera edilizia nemmeno manutenzione ed ampliamenti”. Dopo la vicenda giudiziaria anche il castello di scatole cinesi che si nascondeva dietro la società proprietaria di Cerboli si è dissolto.

Unico proprietario dell’isola attraverso la J.Livingston era rimasto l’imprenditore pistoiese Franco Giusti che di quell’isola non voleva proprio più saperne. Alla fine, spogliata della possibilità di realizzare eventuali insediamenti turistici l’isola è ben poco appetibile per un imprenditore. Si trova a metà strada tra Piombino e l’isola d’Elba, fa parte del comune di Rio nell’Elba e ha una superficie di 4 ettari, ricoperti prevalentemente da macchia mediterranea con cisti e lentischi e rocce a picco sul mare. Ci vivono lucertole, marangoni con il ciuffo e gabbiani ma ci sono i resti di una cava di calcare aperta nel 1927 per approvvigionare lo stabilimento siderurgico di Piombino. Alcuni ruderi di fabbricato testimoniano l’attività di quegli anni e nella parte alta dell’isola è rimasta intatta una torre di avvistamento pisana costruita intorno all’anno mille.

Ma perché il giovane tedesco, rampollo di una nobile famiglia, è arrivato fino a Cerboli? “Di recente abbiamo sostenuto un progetto di protezione animali all’isola d’Elba e un ambientalista che conosceva bene la storia dell’isola ci ha detto che temevano l’arrivo di nuovi speculatori e la costruzione di un hotel. Ora l’isola è salva dalle speculazioni. Siamo collegati in rete con altri progetti conservativi che riguardano le isole come e proveremo a realizzare progetti pilota con tecnologia innovativa”.

Così Bitzer, il 25 maggio 2020, ha acquistato tutte le quote della j.Livingston srl diventandone socio unico ed amministratore. La società ha ancora la sede a Firenze presso lo studio legale di un avvocato pistoiese che ha curato le vicende della società dell’imprenditore Franco Giusti.

Ed è proprio l’avvocato Marco Baldassarri a rassicurare. “E’ un’ottima persona ed ha acquistato l’isola perché ha uno spirito ambientalista. Non sarà realizzato nessun intervento di natura turistico alberghiera”. Una svolta ecologista con spinta europeista? “Credo che per Cerboli questa sia un’opportunità. Mi pare di aver capito che questo ragazzo ha già delle iniziative in questa direzione in provincia di Bolzano ed è anche un appassionato di birdwatching”. Chissà sarà forse questa sua passione che ha portato il giovane tedesco Nasim Bitzer ad acquistare una società che ha il nome del gabbiano più famoso del mondo, Jonathan Livingston.

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