Società

‘Ecco la campionessa di bocce!’. E se te la prendi è perché sei puntigliosa

di Melania S. *

“Signore e signori, ecco a voi la campionessa di bocce!“: così, ieri sera, al suo microfono, il dj ha apostrofato una giovane cliente seduta tra i tavoli di un localino gremito. Tutto bene se non fosse che la giovane non aveva appena vinto una competizione sulla spiaggia: lui si riferiva al suo seno prosperoso.

Proprio così: per impreziosire la sua musica, ha pensato bene di usare la propria posizione per richiamare l’attenzione dei presenti verso un attributo fisico di una cliente. E per rendere il tutto ancor più immaginifico, ha aggiunto altri epiteti tra cui “meloni”, “melanzane” e infine si è intrattenuto con una battuta sui suoi capezzoli…

Non ci troviamo in uno di quei Paesi che spesso vengono citati per il mancato rispetto per la donna, bensì in Italia, a San Teodoro in provincia di Sassari, in un locale noto nel centro del paese. E no, non siamo negli anni 30, assai prima del suffragio universale, e neanche negli anni 70, prima dell’abolizione del diritto d’onore che condonava la violenza di mariti e fratelli di “donne svergognate”, siamo nel 2020.

È accaduto verso le 22.45, davanti a una cinquantina di giovani per la maggior parte appena sopra i vent’anni. La ragazza in questione ha sorriso imbarazzata mentre questi commenti venivano lanciati a tutto volume nella sua direzione, insieme alle occhiate dei presenti.

Cari gestori, il nome del vostro locale richiama un senso di famiglia, e se del valore della famiglia vi importa un poco converrete nella necessità di chiamare una riunione strategica urgentissima, per stabilire di che tipo di business volete occuparvi.

Se è quello di strumentalizzare il corpo femminile per del bassissimo intrattenimento, allora l’altra sera avete fatto un ottimo lavoro. Perché non aggiungere anche un domatore di leoni e la partecipazione di una nanetta autoironica?

Suvvia ma che esagerazione, si fa per ridere, per scherzare! Queste femministe: che seriose, non si sciolgono neanche con un gioco. E poi, la ragazzina ha riso alla battuta goliardica: mica una persona può essere vittima se non reagisce! Sì perché la mancanza di reazione vanifica l’offesa…

A chi protesta così vorrei rispondere prima di tutto ringraziando dell’opportunità: c’è ancora chi pensa che su questi temi non ci sia più bisogno di dibattere, perché a quanto pare li avremmo superati da tempo. Infatti, rispondo io, mica siamo nel medioevo, quando i giullari erano sempre legittimati da una consona divisa!

Devo precisare che non si trattava di uno spettacolo di stand-up comedy, né alla ragazza era stato chiesto di partecipare ad un gioco in cui lei sarebbe stata l’oggetto di fantasie bucoliche del dj e dell’ilarità generale. Si trattava invece di un comune bar all’aperto, dove ci si reca per consumare una bibita fresca col sottofondo di musica allegra. Nemmeno al pubblico era stato chiesto di diventare complice inconsapevole di un numero di tale livello.

E a coloro che ci fanno notare che la ragazza non ha reagito, rispondo che, certo, avrebbe potuto raggiungere il palco – chissà magari correndo il rischio che il dj ora incitasse il pubblico anche sul suo lato B – e dichiarare al microfono il suo sdegno. Un confronto equo.

Oppure avrebbe potuto affrontare i proprietari del locale, o semplicemente andarsene: se non ti piace il gioco d’altronde sei libera di scegliere un altro posto.

Non sarai libera di stare dove preferisci senza essere assediata da commenti sessisti, ma hai tante altre possibilità, perché essere così puntigliosa! Guarda che fino a poco tempo fa le donne non potevano neanche frequentare i bar, abbiamo fatto passi da gigante, ancora con ‘sto femminismo!

E poi c’è anche la possibilità che lei si sia davvero divertita e sentita lusingata dal siparietto creato in suo onore: e allora c’è da chiedersi quanto una certa cultura di oggettificazione del corpo femminile sia ancora sotto la nostra pelle, al punto che invece che indignarci diventiamo complici della nostra denigrazione. Al punto che ci sentiamo inadeguate se protestiamo e piuttosto continuiamo ad aspirare al nostro “ruoletto” decorativo conciliatore. Le caramelle non nutrono ma almeno ci tolgono la fame, stiamo buone, su!

Infine, a proposito di vegetali tondeggianti, qualcuno vuole spiegare a quel signore sul “pulpito” che quella protuberanza che ha sul collo non è un grande tubero, ma serve per produrre pensiero critico e possibilmente con un sistema operativo aggiornato al secolo di appartenenza? Altrimenti rischierebbe di essere confusa con un’escrescenza inutile di cui forse farebbe meglio a liberarsi e liberarci tutti!

Ovviamente si scherza, si fa per ridere, ci si diverte.

* Esperta gender mainstreaming nella comunicazione