Ci sarebbero soldi anche per un progetto di didattica a distanza falso tra i bonifici sospetti oggetto dell’indagine sulla presunta sottrazione di denaro ai danni della onlus “Uniti per la provincia di Cremona“. La raccolta fondi era stata lanciata da dodici associazioni di categoria e dalla Fondazione Arvedi a favore degli ospedali di Cremona, Crema e Casalmaggiore e di tutte le realtà del territorio attive in questi difficili mesi di emergenza sanitaria. Al centro dell’indagine ci sono tre persone molto conosciute sul territorio: uno è il giornalista cremasco Renato Crotti, figura di spicco del Ggruppo Arvedi e segretario della onlus ora indagato per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, alla truffa e all’autoriciclaggio in concorso con Attillio Mazzetti, cremasco, gestore di locali notturni nel territorio e Cristiano Bozzoli, venditore di stufe e caldaie, residente a Pizzighettone. Tra i soldi “distratti” attraverso un sistema di fatture false ci sarebbero anche due bonifici da 10mila euro per finanziare un presunto progetto dal titolo “Muse alla Lavagna” creato da Maria Grazia Muse. Una vera e propria truffa, visto che secondo gli inquirenti non esisterebbe alcuna Muse Maria Grazia: la Guardia di Finanza ha poi scoperto che i diecimila euro sono finiti sul conto corrente di Anna Grazia Crotti, sorella di Renato, il quale aveva la firma sul conto corrente. Venerdì scorso le fiamme gialle hanno perquisito l’abitazione della sorella di Crotti e sequestrato materiale informatico.
Inoltre, il progetto sarebbe costituito da 48 pagine copiate dalla rete: in particolare da un documento “redatto per la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella”, dal sito Orizzontescuola.it, ma anche dal ministero dell’Istruzione (in particolare dall’ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna) e infine dalla piattaforma dell’istituto comprensivo “Diego Vitrioli Principe di Piemonte” con sede a Reggio Calabria. Un taglia e cuci fatto pescando qua e là nel web. Muse Anna Grazia avrebbe fatto due richieste di pagamento alla onlus: una il 26 marzo e l’altra in una data non precisata nella fattura. La scoperta dei diecimila euro sul conto della sorella di Crotti, secondo gli inquirenti, fa pensare che il progetto didattico sia stato architettato da Crotti per drenare denaro a “Uniti per la provincia”.
Un ulteriore tassello va a completare il puzzle: la onlus avrebbe effettuato, si legge nel decreto di perquisizione, “alcuni bonifici a favore di Bozzoli” per 28mila euro, operazione definita “anomala” dai finanzieri. Si parla poi di “reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri (Bulgaria, Gran Bretagna) tra Bozzoli e Mazzetti”. La Guardia di Finanza avrebbe poi accertato “che risultano quattro fatture emesse da Mazzetti nei confronti della onlus tra maggio e giugno per un totale di 58.860 euro”. Nel ciclone della Procura è finito anche un sacerdote, don Alberto Mangili, che potrebbe aver collaborato nella distrazione del denaro, fingendo che questo venisse trasferito a una cooperativa che si occupava di fornire pasti caldi e assistenza.