La prima reazione è stata una “risata” perché dire che “veramente il Covid non è una emergenza è una frase… Non so che da dove venga questo onorevole Siri, non ho idea da che parte venga…”. Luca Fusco è il presidente del Comitato Noi denunceremo, i familiari delle vittime di Bergamo (oltre 6700 compresa la provincia), ed è incredulo. Poi però pensando che il convegno dei “negazionisti” si sia svolto in Senato parte l’affondo: “I media e soprattutto i politici vengano soprattutto nella provincia di Bergamo e vedano che nonostante la Lombardia abbia tolto l’obbligo della mascherina nei luoghi aperti, tutti i bergamaschi portano la mascherina. E se non la tolgono ci sarà un perché. Facciamo una domanda e diamoci una risposta. Forse perché hanno visto cose che altri non hanno visto? Forse perché la paura è ancora tanta? Questa cosa andrebbe riferita a coloro che dicono che il Covid non è emergenza, che ormai è passato ma l’ormai è passato forse è in un prossimo futuro. Lo spero, ma non lo è sicuramente adesso”.
Eppure al Senato qualcuno lo ha detto eccome. Al convegno, indetto per scongiurare la proroga dello stato di emergenza, è arrivato anche Matteo Salvini: “Il saluto con il gomito è la fine della specie umana, io mi sono rifiutato, piuttosto non saluto” ha detto l’ex vicepremier senza mascherina. Propaganda a parte, quello che fa più male è che certe tesi vengano proposte in una sede istituzionale: “Non è che mi indigni, cioè la politica italiana ci sta abituando a tutto e di più. Che si faccia un convegno di questo tipo in un luogo istituzionale è un ulteriore sfregio a tutti i morti che ci sono stati e un ulteriore schiaffo a tutti i parenti delle vittime che stanno chiedendo verità”. Poi Fusco pensa alla strana giornata di oggi in un’altra sede istituzionale, quel consiglio regionale dove il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato per spiegare il caso dei camici:“Tante parole vuote, non dico una ammissione di colpa ma il dubbio che qualcosa siano andato storto. Solo numeri e poi a abbiamo fatto e detto, siamo intervenuti, la Lombardia è forte, è grande, è bella. Sono rimasto amareggiato e deluso che un presidente di regione, della mia regione sia cosi arrogante e abbia occupato un intervento per una difesa personale che non interessava a nessuno … Siamo amareggiati da questa situazione, non comprendiamo come non capiscano che ogni volta che fanno una cosa del genere danno una coltellata a chi nell’epidemia ci è passato davvero”.
Consuelo Locati, avvocato che ha perso il padre e che fa parte del Comitato, è senza parole: “Mi limito a dire questo: credo che i dati della regione Lombardia (16.801 decessi a oggi, ndr) siano sufficienti come risposta a questo convegno. Basta solo questo. Potrei definirla sceneggiata, ma non lo farò. La risposta è data dai numeri dei decessi, dei ricoveri, è data dal fatto che le terapie intensive come hanno detto i medici erano al collasso in quel periodo e se qualcuno poi ha avuto la fortuna di non avere nessun in terapia intensiva buon per lui, io ho perso un padre in un ospedale e so come erano gli ospedali durante l’emergenza Covid. Non faccio commenti e vorrei che citasse quello che abbiamo scritto nel comunicato per l’intervento di Fontana da parte di Luca Fusco”. Eccolo: “Ho assistito a sessantacinque minuti di difesa su accadimenti personali espressi in un luogo non certo deputato a questo. Ho ascoltato un lungo elenco di cose fatte e di numeri che nulla avevano a che fare con il dolore e l’amarezza provata dai parenti delle vittime della pandemia. Sono stanco di sentire parole vuote piene di numeri e dati; rappresento i parenti di tantissime vittime della pandemia ed è mio dovere chiedere a voce alta la verità. Oggi non ne ho sentito nemmeno un granello“. E neanche altrove.