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Andrea Bocelli e il covid-19: tutta la storia

Il tenore è stato nei mesi scorsi in prima linea per la battaglia contro il Covid-19 (si è pure ammalato) attraverso la sua ABFoundation, promuovendo la raccolta fondi a favore di chi combatte in prima linea contro la pandemia. Numerosi i suoi impegni in Italia: dall'emozionante live in Duomo il giorno di Pasqua a Musica che unisce, ma anche all'estero con Lady Gaga e James Corden. Poi le dichiarazioni in Senato che hanno fatto scalpore, fino alle “scuse” finali 

di Andrea Conti

Andrea Bocelli durante il lockdown e in piena pandemia è stato uno dei volti simbolo della lotta contro il Covid-19 al fianco degli eroi che hanno combattuto, e combattono ancora oggi, contro il terribile virus. I suoi impegni sono stati numerosissimi in Italia e all’estero. Con la sua ABFoundation si è collegato in diretta Instagram con Chiara Ferragni e Fedez per la raccolta fondi destinati all’ospedale di Camerino, ottenendo ben tre ventilatori. Poi ha partecipato a “Musica che unisce”, la maratona musicale con tantissimi artisti italiani collegati da casa, a favore della Protezione Civile. In 3 milioni hanno seguito l’emozionante evento “Music for Hope”, trasmesso in streaming, in diretta dal Duomo di Milano, il giorno di Pasqua. La performance è stata coperta in oltre 100 paesi del mondo su YouTube e sulle piattaforme social. Poi il tenore ha partecipato anche all’estero ad altre iniziative simili.

Ha cantato “The Prayer” con Lady Gaga, Céline Dion, Lang Lang e John Legend all’interno dello speciale musicale “One World Together at Home”, il concertone voluto da Gaga per raccogliere fondi a favore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha raccolto 127,9 milioni di dollari. Infine ha partecipato allo speciale CBSHomefest: James Corden’s Late Show Special“. Insomma non solo un volto, ma anche una “vittima” del Covid-19. Infatti Bocelli ha confessato di essersi ammalato, lo scorso marzo, e che i suoi familiari sono stati contagiati, poi ha anche donato il plasma per lo studio sulla cura del Covid.

Insomma quello ascoltato ieri in Senato nell’ambito dell’evento “Covid-19 in Italia: tra informazione, scienza e diritti’, sembra un Andrea Bocelli totalmente diverso ed è per questo che in molti sono rimasti spiazzati dalle sue parole. “Ho cercato di analizzare la realtà e mi sono reso conto che le cose non erano così come ci venivano raccontate. – ha detto Bocelli I primi confronti li ho avuti in casa esprimendo qualche dubbio ma sono stato fustigato, i primi ad attaccarmi sono stati i miei figli, ma mentre il tempo passava, io conosco un sacco di gente, ma non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”. Poi l’affondo: “Mi sono sentito umiliato e offeso come cittadino quando mi è stato vietato di uscire di casa. Devo anche confessare, e lo faccio qui pubblicamente, di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto. Non mi sembrava giusto né salutare. Ho una certa età e ho bisogno di sole e di vitamina D”.

Passa qualche ora e il video dell’intervento diventa virale, alimentando un’ondata di indignazione, non solo da parte di semplici cittadini ma anche di colleghi, come lo stesso Fedez con il quale aveva condiviso un momento intimo e delicato, durante la diretta Instagram a favore dell’ospedale di Camerino. “Se non conoscete nessuno che sia stato in terapia intensiva e vi permettete di instillare il dubbio che la pandemia sia stata fantascienza vi presento un mio amico che causa Covid ha dovuto subire un trapianto di polmoni a 18 anni. Poi fare silenzio ogni tanto non fa male eh”, ha tuonato il rapper uno dei pochi, se non l’unico del mondo della musica ad aver espresso il suo pensiero contro il tenore.

Andrea Bocelli è tornato sul palco della Milanesiana cercando di spiegarsi e tentando di chiedere scusa: “Evidentemente, succedono cose strane in questo Paese – ha esordito -Ho fatto un intervento al Senato e in seguito a questo intervento, curiosamente, sono stato definito un negazionista. Che strano, mi sono speso fin dal primo giorno per aiutare chi era in difficoltà in ragione del virus. Con la fondazione che porta il mio nome abbiamo cercato di recuperare subito tutto quello che serviva, poi sono venuto qui nella città un po’ simbolo del contagio per fare una preghiera per tutti e anche per dimostrare che la paura è la sola cosa di cui bisogna avere paura. Deve essere su questo fatto che sono stato un po’ frainteso”. Quando si dice, la toppa peggio del buco, forse il tenore avrebbe dovuto ascoltare i figli Amos e Matteo che hanno tentato, sin da subito, di distoglierlo dal lanciarsi in inutili polemiche.

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