Prolungate al prossimo anno le raccomandazioni in scadenza a ottobre a causa delle "incertezze" dovute alla pandemia. Una decisione che "non è stata presa alla leggera", commentano da Francoforte. Ma c'è cauto ottimismo sulla tenuta degli istituti bancari del vecchio continente, tanto che si ipotizza di riesaminare tutto già a dicembre
Parola d’ordine: prudenza. La Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde vede ancora nero nei cieli europei a causa del coronavirus. Per questo, sono state prolungate fino a gennaio 2021 le raccomandazioni alle banche del continente (finora valide fino a ottobre) in materia di dividendi e retribuzioni dei manager. Francoforte chiede agli istituti di “adottare una estrema moderazione” nell’erogare bonus ai propri vertici “per preservare il capitale durante la crisi”. E soprattutto invita a non staccare cedole agli azionisti, né a effettuare operazioni di riacquisti delle azioni proprie. Una decisione che “non è stata presa alla leggera”, commenta Andrea Enria, a capo della Supervisione bancaria della Bce, spiegando di essere “consapevole delle preoccupazioni avanzate dagli investitori”. “Preferiamo essere prudenti oggi piuttosto che avere rimpianti domani qualora le condizioni economiche generali dovessero peggiorare ulteriormente”.
L’Eurotower precisa quindi che questa raccomandazione “resta temporanea ed eccezionale e punta a mantenere la capacità delle banche di assorbire le perdite e a sostenere l’economia in uno scenario di eccezionale incertezza” che “rende difficile per le banche avere visibilità sul proprio capitale”. Dalle ultime analisi risulta infatti che il “livello di capitale nel sistema potrebbe diminuire significativamente se si dovesse materializzare uno scenario grave“. Quale? Ad esempio una seconda ondata di contagi, con conseguenti misure di lockdown nei Paesi dell’Eurozona. Se tutto ciò non dovesse realizzarsi, continua la Bce nel suo comunicato, “le banche con posizioni patrimoniali sostenibili potranno prendere in considerazione la possibilità di riprendere i pagamenti dei dividendi”. E questo varrà anche nel caso di istituti che si trovassero ad operare al di sotto del livello di capitale previsto dal cosiddetto Pillar 2, purché l’andamento previsto “dimostri che le loro posizioni patrimoniali sono sostenibili a medio termine”.
Insomma, per ora c’è forte incertezza, ma le cose potrebbero migliorare. Tanto che da Francoforte assicurano: le raccomandazioni su dividendi e superbonus verranno riviste già “nel quarto trimestre 2020, tenendo conto del contesto economico, della stabilità del sistema finanziario e dell’affidabilità della pianificazione del capitale”. D’altronde l’intero settore bancario del vecchio continente, commentano dall’Eurotower, ha dato prova di saper resistere agli stress causati dal coronavirus. Almeno per ora.