Segnatevi questo nome: Stefano Tallia. È l’eroe televisivo del campionato di calcio 2019-2020. Dimenticatevi Paolo Brosio davanti al Palazzo di Giustizia di Milano mentre riceve le “sollecitazioni” di Emilio Fede. A confronto Peter Arnett sotto i missili americani a Baghdad è un poppante. Tallia è in collegamento con la Domenica Sportiva da piazza San Carlo a Torino. Jacopo “Cary Grant” Volpi lo introduce con fare felpato e allo stesso tempo piuttosto guardingo. “Tallia ci racconterà i festeggiamenti dei tifosi juventini in piazza”. Ma dietro a Tallia c’è il vuoto. Non qualche sparuto gruppetto di tifosi. Non una coppia di invasati con la maglietta stretta in vita di Roberto Bettega. Nemmeno un Gabriele Paolini con un preservativo da far indossare in studio a Eraldo Pecci. Niente di tutto questo. Perché dietro a Tallia c’è il vuoto pneumatico. Un’inquadratura in profondità di campo che John Ford utilizzerebbe al posto di quelle della Monument Valley.

Del resto è piuttosto tardino. La Juventus vince lo scudetto attorno a mezzanotte. Un po’ come la terza partita della serata nel torneo amatoriale del campetto di periferia tra ferramenta Franchetti contro la pizzeria Marechiaro. La carrozza, a breve, si trasformerà in zucca e Tallia deve provare a fare qualcosa. “Probabilmente i tifosi bianconeri sono ancora davanti alla tv o con l’orecchio attaccato alla radio”. Volpi annuisce. “C’è stato un vertice in prefettura per organizzare una serie di misure di sicurezza”. Volpi scuote la testa. “Vogliono evitare le scene di Napoli dopo la Coppa Italia”. Volpi inarca le sopracciglia. Lo studio tampona un pochino l’emorragia della folla mancante sullo sfondo. La collaboratrice di Volpi mostra in loop i mini video dagli spogliatoi di Dybala, Higuain, Douglas Costa, del terzo portiere, di qualche primavera, del massaggiatore in seconda, della moglie di Sarri già caricata nel lettone ma non da sola… (ops!), ma niente, dietro a Tallia non accade nulla.

Ci fossero Paolo Del Debbio o Barbara Palombelli un bel set di comparse in collegamento dietro le spalle dell’inviato te lo monterebbero in quattro e quattro otto. Magari con l’abitante del rione Guardinfanti inferocito che ce l’ha con il pusher magrebino. Non c’entra nulla, ma basterebbe una maglietta bianca e nera e il gioco sarebbe fatto. La regia impietosa però cerca lo stacco da piazza San Carlo comunque. E Tallia, sempre in mezzo al vuoto, fa qualche smorfia, si stringe nelle spalle, con quella polo verde smeraldo che anela vacanze all’isola d’Elba, giacchetta da pescatore a maniche lunghe con tasconi (vuoi mai che qualcuno lanci gavettoni di gioia). Volpi allora ci riprova ai limiti dello sfottò: “C’è una grande notizia”. Suspense. “Pare che Stefano Tallia abbia trovato alcuni tifosi che stanno festeggiando lo scudetto in piazza”. Incredulità. “Stefano che mi racconti?”.

Tallia sorride perché ha un tizio alla sua destra che osserva stranito in camera. “Beh, è una festa molto sabauda”. Battuta raffinatissima per prendere tempo. “Si direbbe che i tifosi della Juve hanno ascoltato i suggerimenti della società che invitano a festeggiare a casa”. Preciso e deciso. Poi Tallia si gira e cerca lo sguardo del tizio che però gli sfugge come un’anguilla. Un tizio che tra l’altro ha messo la maglia juventina con le righe “per così invece che per così” (cit. Pecci) ovvero con le righe bianche e nere in orizzontale invece che in verticale. Insomma, il cugino di Tallia non aveva nemmeno una maglia di CR7 nel cassetto. Roba da matti. Ma il prode collega Rai prova a rilanciare come un autentico uomo assist: “Vorrei dire a Pecci che nel pomeriggio poco distante da qui c’erano parecchi tifosi granata a protestare sotto gli uffici di Cairo”. Ma oramai la frittata sembra fatta. In piazza non c’è nessuno, ma beckettianamente si attende che arrivi qualcuno. L’ultimo tentativo. Disperato. Il cuore oltre l’ostacolo. Tallia come Enrico Toti. Je fa er cucchiaio con la stampella: “Abbiamo sentito qualche carosello di auto, qualche clacson qua e la”. Volpi non mangia la foglia e stacca il collegamento: “O c’è qualche piccolo assembramento o che ci colleghiamo a fare?”. Tallia scompare nel cuore della notte di Rai1, tra un mozzicone di filtro di sigaretta masticato da Sarri e l’ennesimo ralenti su Nedved che abbraccia Andrea Agnelli con annessi droplets. Per Tallia un monumento presto, in piazza San Carlo, al tifoso ignoto.

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