Com’è possibile che M49, alias Papillon, sia riuscito ancora una volta a beffare i custodi del centro di custodia per animali problematici al Castelet di Trento? Come è riuscito a ripetere l’impresa del luglio dello scorso anno, quando si arrampicò sulla recinzione elettrificata, la scavalcò e riconquistò la libertà? A dare una risposta sono gli ispettori dell’Ispra, l’Istituto per la protezione dell’ambiente, che sono stati inviati dal ministro Sergio Costa a effettuare un sopralluogo nel recinto. Anche perché, nelle prime ore seguite alla fuga, si sono diffuse voci incontrollate di un possibile intervento umano. Qualcuno che avrebbe agevolato l’evasione dell’orso per far fare una figuraccia al presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che aveva addirittura firmato un’ordinanza per l’abbattimento del plantigrado. Gli ispettori, assieme al personale del Servizio Foreste, hanno esaminato lo stato dei luoghi e ritengono che probabilmente M49 abbia fatto diversi tentativi prima di riuscire a scappare.

Il punto della recinzione che è riuscito a violare si trova più o meno nella stessa posizione da dove si svolse la prima evasione. “Questa volta sono stati divelti o piegati alcuni dei tondini della rete della recinzione – di diametro di 12 mm – dalla quale è poi fuoriuscito. Per operare l’apertura, sono stati rotti diversi punti di saldatura tra i tondini. Analoghi danneggiamenti sono stati rilevati in altri due punti della recinzione, dove sono stati osservati tondini in parte staccati, facendo presumere che l’esemplare abbia tentato di aprire la recinzione anche lì prima di riuscire a creare l’apertura che ne ha permesso la fuga”.

L’evasione è avvenuta di notte e nessuno se ne è accorto. Non rimane traccia nelle riprese video, perché quel punto non è coperto dalle telecamere. Nessuno degli addetti ha notato che cosa stesse accadendo. Soltanto al mattino, dal tracciamento del collare che aveva addosso (a differenza di un anno fa) si è verificato che l’orso era uscito dal recinto. Ma la struttura, in teoria, dovrebbe essere a prova di forzatura. “È composta da un cordolo di calcestruzzo nel quale sono inseriti i pali verticali di sostegno, ai quali sono imbullonati i tondini che formano la rete di recinzione – spiegano gli ispettori Ispra – I tondini non sono affogati nel calcestruzzo, caratteristica che presumibilmente ha contribuito a rendere meno difficoltosa la rottura della rete”. Chi ha visto la rete divelta, commenta: “Pur considerando la mole dell’animale, che pesa più di 200 kg, la forza e la determinazione mostrate dal soggetto visionando il punto di rottura appaiono fuori dal comune”. Anche questa volta la recinzione elettrica, che funge da perimetro esterno e da separazione delle tre sub-aree interne “si è rivelata inefficace verso questo specifico individuo, a differenza di quanto registrato per gli altri orsi che nel corso del tempo sono stati tenuti nella struttura di Casteller”.

Un vero Papillon – come il famoso evaso da cui prende il nome – il cui destino ora fa discutere. La sua fuga ha già avuto delle conseguenze. Il dirigente del dipartimento Agricoltura e foreste della Provincia, Romano Masè, ha rimesso il mandato. “Pur consapevole del fatto che la struttura tecnica che rientra nell’ambito delle mie competenze ha messo in campo, con impegno e competenza, ogni azione che poteva essere considerata ragionevolmente necessaria – scrive Masè – ritengo doverosa da parte mia, anche a loro tutela, un’assunzione di responsabilità connessa al mio ruolo”. Gli ambientalisti vogliono che resti libero. Attualmente M49 si trova sulla Marzola, la montagna che sovrasta Trento. Il consigliere provinciale Filippo Degasperi, ex M5S: “Ispra conferma la gestione carnevalesca degli orsi, anche di quelli catturati, da parte della giunta Fugatti. Le dimissioni del dirigente generale sono un atto gravissimo, perché con spirito che va rispettato e riconosciuto, si assume responsabilità non sue, ma della Giunta. L’unica soluzione è oggi l’intervento deciso del Ministro. La Provincia ha dimostrato di non essere in grado di gestire gli orsi in autonomia”. Il ministro Sergio Costa si è sempre dichiarato contro l’abbattimento dell’orso, anzi è stato lui stesso a dargli il nomignolo di Papillon, e ha subito dichiarato che l’animale deve restare libero. Il consigliere provinciale dei Cinquestelle Alex Marini, invece, va in controtendenza. “È spiacevole dirlo e so che mi attirerò le ire di molti, ma è mia ferma convinzione che M49 vada catturato, spero senza fargli del male, e posto in cattività. Solo una minima parte degli orsi causa problemi”.

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