Gioco d’azzardo, c’era una volta il Decreto Dignità: fatta la regola, trovato l’inganno
Il 14 luglio 2018, poco più di due anni fa, entrava in vigore il Decreto Dignità fortemente caldeggiato dal Movimento 5 Stelle. Il Decreto contiene diverse norme che spaziano tra i diversi settori della società, ma quelle più pubblicizzate a livello mediatico furono quelle sul divieto di poter fare pubblicità al gioco d’azzardo in tutte le sue forme come misura necessaria nella lotta alla ludopatia.
Fatta salva la Lotteria Italia, divieto assoluto quindi per ogni mezzo di comunicazione – tv, radio, giornali, internet – di fare pubblicità a giochi a premi e scommesse. Pena una multa molto salata, pari al 20% del contratto di sponsorizzazione e non inferiore ai 50mila euro.
I numeri della ludopatia in Italia
Il decreto è entrato in vigore come strumento di contrasto alla ludopatia ma, ad oggi, in Italia i numeri dei ludopatici sono incerti e il motivo è molto semplice: secondo gli ultimi dati disponibili inseriti nel “Libro Blu”, pubblicazione che riporta i dati principali sul mercato del gioco d’azzardo legale in Italia, i ludopatici sarebbero 1,3 milioni. Di questi, solo 12.000 sarebbero in cura per il risolvere il problema.
Questi dati tengono conto però solo di chi si rivolge a strutture pubbliche di supporto e non a chi si rivolge a professionisti privati. Anche la definizione di ludopatico ancora oggi non è unanime. E’ ludopatico chi gioca mille euro su una partita o chi 20 centesimi su 200 partite al giorno? E’ ludopatico solo chi perde o anche chi vince? Domande spontanee che rendono questa figura ancora oggi nebulosa e che inevitabilmente portano a numeri discordanti e incerti.
I danni a sport e media
L’entrata in vigore del decreto non ha scalfito i fatturati di chi offre opportunità di scommesse e azzardo tant’è che il settore, peraltro uno dei più tassati dallo Stato, anche dopo l’entrata in vigore del decreto ha continuato a crescere. Secondo alcuni addetti ai lavori nell’azzardo, “il divieto di pubblicità è un danno relativo per noi, visto che la gente sa perfettamente dove scommettere”. In effetti il danno vero è stato per lo sport, dove sono saltate tutte le sponsorizzazioni sulle maglie e non solo, e per i media che grazie alle comparazioni quote e spot pubblicitari avevano un introito supplementare.
L’intervento dell’Agcom e la rabbia di Di Maio
L’Agcom nelle sue linee guida ha vanificato in parte la ratio del decreto, perché pur confermando il divieto diretto e indiretto di fare pubblicità ha però lasciato la libertà di informare statisticamente sulla probabilità di un evento e di comparare le quote.
Limite molto sottile: ci si sono buttati tutti a capofitto. In soldoni il divieto riguarda la sola call to action. E’ vietato scrivere: “Gioca qui su… per te le migliori quote”, ma è lecito scrivere: “Qui trovi tutte le quote sull’evento”. Tutto questo ha ovviamente imbufalito uno dei maggiori promotori del decreto, ovvero il ministro Luigi Di Maio.
La situazione ad oggi: l’escamotage trovato dai bookmakers
Inizialmente, in attesa di capire, molti bookmakers avevano addirittura pensato di farsi multare di proposito per vedere le infrazioni contestate. Come scritto sopra, l’apertura da parte dell’Agcom ha fatto sì che giorno dopo giorno siano cominciati a spuntare dei siti di “informazione” che hanno il nome del bookmakers seguito dalla dicitura “news”. Qui si trovano sì notizie di sport, ma anche e soprattutto comparazione di quote.
Questi siti di “news” che portano il nome del bookmakers hanno ripreso anche il loro posto nei palinsesti televisivi prima, durante e dopo le partite, certificando che lo scontro con un titano quale il settore dell’azzardo, a due anni dall’entrata in vigore del Decreto Dignità, non ha sortito gli effetti sperati.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Chiediamo che la premier Meloni venga in aula prima del consiglio europeo di giovedì 6 marzo". Alla richiesta della presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, in aula alla Camera si sono associate anche le altre opposizioni. "E' inaccettabile che il presidente del Consiglio si sottragga al Parlamento che non è il passacarte dei decreti del governo. Siamo abituati alla sedia vuota della Meloni ma siamo ancor piu' preoccupati dell'assenza in aula. Qual è la posizione di Meloni su Europa, sulla collocazione internazionale, sulla difesa comune, sull'Ucraina, sui dazi? Meloni deve riferire al Parlamento", sottolinea Braga.
Marco Grimaldi di Avs ha chiesto anche un'informativa al ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Chiediamo al governo di uscire dal silenzio". E quindi Benedetto Della Vedova di Più Europa: "Noi vogliamo che la premier venga a riferire. Lo fa per i consigli europei ordinari, molto meno rilevanti. Lo faccia a maggior ragione per questo consiglio europeo straordinario che ha una straordinaria importanza. Venga a spiegare quale è la posizione che intende portare". Fabrizio Benzoni, rinnovando la richiesta a nome di Azione, osserva: "Forse la premier Meloni ha paura di confrontarsi con l'opposizione, ma anche con la sua maggioranza vista la posizione della Lega. Siamo pronti anche a bloccare i lavori pur di avere una risposta dalla presidente del Consiglio".
Infine i 5 Stelle con il capogruppo Riccardo Ricciardi: "Abbiamo chiesto le comunicazioni di Meloni e non una informativa in modo che ci sia un voto. Lo abbiamo chiesto mercoledì scorso e nel frattempo è successo di tutto: un piano da 800 miliardi di riarmo dell'Europa, i dazi di Trump e lo scontro tra Trump e Zelensky nello studio ovale e Meloni ancora non si degna di venire in Parlamento". Infine Maria Elena Boschi di Italia Viva: "Ci uniamo alla richiesta delle altre opposizioni, richiesta già avanzata all'ultima capigruppo e rinnovata con lettera il 1 marzo al presidente della Camera. Non abbiamo avuto risposte. Nelle prossime 48 ore questo Parlamento non può discutere alcun argomento più importante di quello del consiglio europeo di giovedì 6 marzo. Noi siamo pronti a convocarci, anche di notte".
(Adnkronos) - “Sono passati 20 anni da quando Nicola Calipari ha perso la vita, durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Un sacrificio che resta impresso nella memoria collettiva del Paese. Oggi sottolineiamo come Calipari rappresenti un esempio di impegno, professionalità e umanità. Un uomo che ha donato la propria vita proteggendo con il suo corpo Giuliana Sgrena. Un gesto istintivo e consapevole, che conferma il valore di un servitore dello Stato". Lo scrive su Facebook il vicepresidente di Noi moderati alla Camera Pino Bicchielli, capogruppo in commissione Difesa.
"Il dolore e la rabbia per la sua perdita -aggiunge- restano vivi, alimentati dalla mancanza di una giustizia compiuta. Troppe incongruenze e omissioni hanno segnato questa vicenda, in contrasto con la dedizione che Calipari ha sempre dimostrato. Fu un grande mediatore, capace di tessere relazioni complesse con attenzione e sensibilità. A Forte Braschi, sede a lui intitolata, il ricordo rimane vivo, così come nei tanti che scelgono di servire il Paese con la stessa dedizione. L’Italia intera conserva con orgoglio la memoria di una figura di tale rilievo umano e professionale”.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Di fronte alle minacce e alle fratture operate da Trump, alla sospensione degli aiuti militari a Kiev, armarsi fino ai denti non è la soluzione per l'Europa. Non lo sono 27 eserciti che ingrassano le industrie di armamenti. Il protagonismo dell'Europa non si recupera senza fare i conti con decenni persi senza costruirsi un’identità politica. Si assuma un'iniziativa diplomatica per la pace, una volta per tutte. Se non si cambia passo si muore". Lo ha detto intervenendo alla Camera il Vicecapogruppo di AVS alla Camera Marco Grimaldi chiedendo una informativa alla presidenza del Consiglio Meloni e al ministro degli Esteri Tajani.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Chiediamo la presenza in aula della presidente del Consiglio. Ieri sera l'abbiamo sentita in tv.: riflessioni interessanti ma anche confuse. Prendiamo atto che ancora una volta la premier ha scelto il video, con le domande compiacenti di qualche intervistatore, invece che venire in quest'aula". Così la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, in aula alla Camera chiedendo la presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Parlamento.
"Non intendiamo entrare nel merito delle cose dette" da Meloni e "neanche delle provocazioni: la premier ha chiesto in tv alle opposizioni cosa pensano dell'invio di truppe a Kiev senza mai aver comunicato nelle sede ufficiali le intenzioni del governo. Non basta un incontro volante con i giornalisti a margine di vertici internazionali. Rinnovo a nome del Pd la richiesta già fatta la scorsa settimana: la presidente del Consiglio venga in Parlamento".
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - “Quando la scienza entra in commissione Covid, la verità emerge in modo chiaro ed inequivocabile. Anche Nicola Petrosillo, già direttore del Dipartimento clinico e di ricerca dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, ha confermato che i vaccini sono stati fondamentali per contenere la diffusione del virus. Allo stesso modo, ha sottolineato come la pandemia abbia preso alla sprovvista tutto il mondo, con la conseguenza che gli interventi, compresi quelli farmacologici, avvenivano man mano che emergevano nuove evidenze scientifiche”. Così, la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.
Milano, 4 mar. (Adnkronos) - "La grande, importante e complessa novità di quest’anno, che vogliamo lanciare al nostro mondo e ai nostri stakeholder, è l’impegno sul tema dell'educazione sentimentale. Un tema da inserire nel mondo della scuola, indispensabile per aiutare i giovani a imparare, oltre l'abc della grammatica, anche l’abc dei sentimenti e avere strumenti migliori per inserirsi in un mondo di relazione meno individuale e più collettivo. È un argomento complesso, ma ne vogliamo discutere. Le cooperative lo faranno nei territori con le associazioni, con le istituzioni, con i nostri soci. Perché solo da una consapevolezza collettiva si può anche essere più credibili e più proattivi verso le istituzioni". Così Maura Latini, presidente di Coop Italia, in occasione della presentazione della campagna 'Dire, fare, amare', a favore dell’educazione alle relazioni nella scuola, lanciata da Coop nell’ambito della quinta edizione del progetto 'Close the gap' dedicato alla parità di genere e all’inclusione.
Nel corso dell’evento, Coop ha presentato anche i risultati dell’indagine 'La scuola degli affetti' svolta in collaborazione con Nomisma e gli ultimi dati di avanzamento dell’impegno di Coop per la parità di genere e l’inclusione, come le certificazioni di genere e l’inserimento di donne vittime di violenza. In particolare, Coop ha "confermato una quota importante di donne nel gruppo dirigente e nel consiglio d'amministrazione, oltre alla formazione delle donne per ruoli di responsabilità - fa sapere la presidente Latini -. A questo si è aggiunta anche la certificazione Uni 125 sulla parità di genere. Una certificazione che ogni anno deve essere rinnovata e che per questo richiede un lavoro costante perché l'ambiente di lavoro vada nella direzione giusta - dice - A questo abbiamo aggiunto anche un impegno importante sulla formazione per l'inclusione e la parità di genere - aggiunge - con i nostri fornitori di prodotto a marchio, che su base volontaria hanno aderito, usufruendo di prodotti formativi realizzati da Oxfam e da scuola Coop".
Oltre ai risultati raggiunti, Coop si impegna per un futuro a sostegno delle donne e della parità di genere: "Il nostro impegno continuerà come ogni anno, contro la violenza di genere a sostegno di Differenza Donna, il numero 1522 e le case famiglia che nei territori accolgono le donne. Ma c'è una novità molto bella - annuncia Latini - nelle nostre cooperative i direttori del personale si stanno impegnando per inserire all'interno del mondo del lavoro donne fuoriuscite da un percorso di violenza, perché l'autonomia economica data dal lavoro è un elemento fondamentale affinché una donna che ha vissuto qualcosa di così traumatico si possa affrancare", le sue parole.
Milano, 4 mar. (Adnkronos) - Dalla survey 'La scuola degli affetti', svolta in collaborazione con Nomisma, con la quale si è indagata l’opinione delle famiglie italiane sulla necessità di inserire l’educazione alle relazioni nel percorso formativo di bambini e ragazzi, tema al centro della campagna 'Dire, fare, amare' di Coop Italia lanciata nell’ambito della quinta edizione del progetto 'Close the Gap', emerge che "le famiglie sono consapevoli dell’importanza che avrebbe l’avere corsi di educazione sessuale nelle scuole, perché è il contesto adatto. Al tempo stesso però, le famiglie sono preoccupate dal fatto che questi temi possano essere trattati con superficialità e che manchi il personale competente, in grado di trasmettere queste competenze ai ragazzi. È una giusta preoccupazione, che si supera sapendo che il personale competente è presente ed è in grado di trasmettere queste conoscenze e competenze in modo corretto". Queste le parole di Antonella Dentamaro, vice presidente di Aied nazionale - Associazione italiana per l'educazione alla demografia, in occasione della presentazione della campagna 'Dire, fare, amare'.
Oltre ai risultati dell’indagine, nel corso dell’evento Coop ha presentato anche gli ultimi dati di avanzamento dell’impegno di Coop per la parità di genere e l’inclusione, come le certificazioni di genere e l’inserimento di donne vittime di violenza: "Abbiamo, infatti, le linee guida dell'Oms, che sono state pensate e studiate da un gruppo multidisciplinare di professionisti della materia, che hanno concepito linee guida specifiche a seconda della fascia d'età. Infatti, ogni età ha le proprie competenze da acquisire - sottolinea Dentamaro - E' un protocollo sperimentato. Non si può parlare di neutralità perché niente è neutrale, ma è molto scientifico, molto sicuro e accogliente nel modo di trasmettere le competenze. Quindi, non c'è nulla da inventare: si tratta di iniziare ad avere questo percorso nel nostro sistema scolastico e in questo modo rinnovare la scuola, anche perché è una richiesta che arriva dagli stessi ragazzi, sostenuti dalle famiglie", conclude.
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Emanuele Sabatino
Giornalista e Sport Trader
Società - 29 Luglio 2020
Gioco d’azzardo, c’era una volta il Decreto Dignità: fatta la regola, trovato l’inganno
Il 14 luglio 2018, poco più di due anni fa, entrava in vigore il Decreto Dignità fortemente caldeggiato dal Movimento 5 Stelle. Il Decreto contiene diverse norme che spaziano tra i diversi settori della società, ma quelle più pubblicizzate a livello mediatico furono quelle sul divieto di poter fare pubblicità al gioco d’azzardo in tutte le sue forme come misura necessaria nella lotta alla ludopatia.
Fatta salva la Lotteria Italia, divieto assoluto quindi per ogni mezzo di comunicazione – tv, radio, giornali, internet – di fare pubblicità a giochi a premi e scommesse. Pena una multa molto salata, pari al 20% del contratto di sponsorizzazione e non inferiore ai 50mila euro.
I numeri della ludopatia in Italia
Il decreto è entrato in vigore come strumento di contrasto alla ludopatia ma, ad oggi, in Italia i numeri dei ludopatici sono incerti e il motivo è molto semplice: secondo gli ultimi dati disponibili inseriti nel “Libro Blu”, pubblicazione che riporta i dati principali sul mercato del gioco d’azzardo legale in Italia, i ludopatici sarebbero 1,3 milioni. Di questi, solo 12.000 sarebbero in cura per il risolvere il problema.
Questi dati tengono conto però solo di chi si rivolge a strutture pubbliche di supporto e non a chi si rivolge a professionisti privati. Anche la definizione di ludopatico ancora oggi non è unanime. E’ ludopatico chi gioca mille euro su una partita o chi 20 centesimi su 200 partite al giorno? E’ ludopatico solo chi perde o anche chi vince? Domande spontanee che rendono questa figura ancora oggi nebulosa e che inevitabilmente portano a numeri discordanti e incerti.
I danni a sport e media
L’entrata in vigore del decreto non ha scalfito i fatturati di chi offre opportunità di scommesse e azzardo tant’è che il settore, peraltro uno dei più tassati dallo Stato, anche dopo l’entrata in vigore del decreto ha continuato a crescere. Secondo alcuni addetti ai lavori nell’azzardo, “il divieto di pubblicità è un danno relativo per noi, visto che la gente sa perfettamente dove scommettere”. In effetti il danno vero è stato per lo sport, dove sono saltate tutte le sponsorizzazioni sulle maglie e non solo, e per i media che grazie alle comparazioni quote e spot pubblicitari avevano un introito supplementare.
L’intervento dell’Agcom e la rabbia di Di Maio
L’Agcom nelle sue linee guida ha vanificato in parte la ratio del decreto, perché pur confermando il divieto diretto e indiretto di fare pubblicità ha però lasciato la libertà di informare statisticamente sulla probabilità di un evento e di comparare le quote.
Limite molto sottile: ci si sono buttati tutti a capofitto. In soldoni il divieto riguarda la sola call to action. E’ vietato scrivere: “Gioca qui su… per te le migliori quote”, ma è lecito scrivere: “Qui trovi tutte le quote sull’evento”. Tutto questo ha ovviamente imbufalito uno dei maggiori promotori del decreto, ovvero il ministro Luigi Di Maio.
La situazione ad oggi: l’escamotage trovato dai bookmakers
Inizialmente, in attesa di capire, molti bookmakers avevano addirittura pensato di farsi multare di proposito per vedere le infrazioni contestate. Come scritto sopra, l’apertura da parte dell’Agcom ha fatto sì che giorno dopo giorno siano cominciati a spuntare dei siti di “informazione” che hanno il nome del bookmakers seguito dalla dicitura “news”. Qui si trovano sì notizie di sport, ma anche e soprattutto comparazione di quote.
Questi siti di “news” che portano il nome del bookmakers hanno ripreso anche il loro posto nei palinsesti televisivi prima, durante e dopo le partite, certificando che lo scontro con un titano quale il settore dell’azzardo, a due anni dall’entrata in vigore del Decreto Dignità, non ha sortito gli effetti sperati.
SALVIMAIO
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Marco Grimaldi di Avs ha chiesto anche un'informativa al ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Chiediamo al governo di uscire dal silenzio". E quindi Benedetto Della Vedova di Più Europa: "Noi vogliamo che la premier venga a riferire. Lo fa per i consigli europei ordinari, molto meno rilevanti. Lo faccia a maggior ragione per questo consiglio europeo straordinario che ha una straordinaria importanza. Venga a spiegare quale è la posizione che intende portare". Fabrizio Benzoni, rinnovando la richiesta a nome di Azione, osserva: "Forse la premier Meloni ha paura di confrontarsi con l'opposizione, ma anche con la sua maggioranza vista la posizione della Lega. Siamo pronti anche a bloccare i lavori pur di avere una risposta dalla presidente del Consiglio".
Infine i 5 Stelle con il capogruppo Riccardo Ricciardi: "Abbiamo chiesto le comunicazioni di Meloni e non una informativa in modo che ci sia un voto. Lo abbiamo chiesto mercoledì scorso e nel frattempo è successo di tutto: un piano da 800 miliardi di riarmo dell'Europa, i dazi di Trump e lo scontro tra Trump e Zelensky nello studio ovale e Meloni ancora non si degna di venire in Parlamento". Infine Maria Elena Boschi di Italia Viva: "Ci uniamo alla richiesta delle altre opposizioni, richiesta già avanzata all'ultima capigruppo e rinnovata con lettera il 1 marzo al presidente della Camera. Non abbiamo avuto risposte. Nelle prossime 48 ore questo Parlamento non può discutere alcun argomento più importante di quello del consiglio europeo di giovedì 6 marzo. Noi siamo pronti a convocarci, anche di notte".
(Adnkronos) - “Sono passati 20 anni da quando Nicola Calipari ha perso la vita, durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Un sacrificio che resta impresso nella memoria collettiva del Paese. Oggi sottolineiamo come Calipari rappresenti un esempio di impegno, professionalità e umanità. Un uomo che ha donato la propria vita proteggendo con il suo corpo Giuliana Sgrena. Un gesto istintivo e consapevole, che conferma il valore di un servitore dello Stato". Lo scrive su Facebook il vicepresidente di Noi moderati alla Camera Pino Bicchielli, capogruppo in commissione Difesa.
"Il dolore e la rabbia per la sua perdita -aggiunge- restano vivi, alimentati dalla mancanza di una giustizia compiuta. Troppe incongruenze e omissioni hanno segnato questa vicenda, in contrasto con la dedizione che Calipari ha sempre dimostrato. Fu un grande mediatore, capace di tessere relazioni complesse con attenzione e sensibilità. A Forte Braschi, sede a lui intitolata, il ricordo rimane vivo, così come nei tanti che scelgono di servire il Paese con la stessa dedizione. L’Italia intera conserva con orgoglio la memoria di una figura di tale rilievo umano e professionale”.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Di fronte alle minacce e alle fratture operate da Trump, alla sospensione degli aiuti militari a Kiev, armarsi fino ai denti non è la soluzione per l'Europa. Non lo sono 27 eserciti che ingrassano le industrie di armamenti. Il protagonismo dell'Europa non si recupera senza fare i conti con decenni persi senza costruirsi un’identità politica. Si assuma un'iniziativa diplomatica per la pace, una volta per tutte. Se non si cambia passo si muore". Lo ha detto intervenendo alla Camera il Vicecapogruppo di AVS alla Camera Marco Grimaldi chiedendo una informativa alla presidenza del Consiglio Meloni e al ministro degli Esteri Tajani.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Chiediamo la presenza in aula della presidente del Consiglio. Ieri sera l'abbiamo sentita in tv.: riflessioni interessanti ma anche confuse. Prendiamo atto che ancora una volta la premier ha scelto il video, con le domande compiacenti di qualche intervistatore, invece che venire in quest'aula". Così la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, in aula alla Camera chiedendo la presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Parlamento.
"Non intendiamo entrare nel merito delle cose dette" da Meloni e "neanche delle provocazioni: la premier ha chiesto in tv alle opposizioni cosa pensano dell'invio di truppe a Kiev senza mai aver comunicato nelle sede ufficiali le intenzioni del governo. Non basta un incontro volante con i giornalisti a margine di vertici internazionali. Rinnovo a nome del Pd la richiesta già fatta la scorsa settimana: la presidente del Consiglio venga in Parlamento".
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - “Quando la scienza entra in commissione Covid, la verità emerge in modo chiaro ed inequivocabile. Anche Nicola Petrosillo, già direttore del Dipartimento clinico e di ricerca dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, ha confermato che i vaccini sono stati fondamentali per contenere la diffusione del virus. Allo stesso modo, ha sottolineato come la pandemia abbia preso alla sprovvista tutto il mondo, con la conseguenza che gli interventi, compresi quelli farmacologici, avvenivano man mano che emergevano nuove evidenze scientifiche”. Così, la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.
Milano, 4 mar. (Adnkronos) - "La grande, importante e complessa novità di quest’anno, che vogliamo lanciare al nostro mondo e ai nostri stakeholder, è l’impegno sul tema dell'educazione sentimentale. Un tema da inserire nel mondo della scuola, indispensabile per aiutare i giovani a imparare, oltre l'abc della grammatica, anche l’abc dei sentimenti e avere strumenti migliori per inserirsi in un mondo di relazione meno individuale e più collettivo. È un argomento complesso, ma ne vogliamo discutere. Le cooperative lo faranno nei territori con le associazioni, con le istituzioni, con i nostri soci. Perché solo da una consapevolezza collettiva si può anche essere più credibili e più proattivi verso le istituzioni". Così Maura Latini, presidente di Coop Italia, in occasione della presentazione della campagna 'Dire, fare, amare', a favore dell’educazione alle relazioni nella scuola, lanciata da Coop nell’ambito della quinta edizione del progetto 'Close the gap' dedicato alla parità di genere e all’inclusione.
Nel corso dell’evento, Coop ha presentato anche i risultati dell’indagine 'La scuola degli affetti' svolta in collaborazione con Nomisma e gli ultimi dati di avanzamento dell’impegno di Coop per la parità di genere e l’inclusione, come le certificazioni di genere e l’inserimento di donne vittime di violenza. In particolare, Coop ha "confermato una quota importante di donne nel gruppo dirigente e nel consiglio d'amministrazione, oltre alla formazione delle donne per ruoli di responsabilità - fa sapere la presidente Latini -. A questo si è aggiunta anche la certificazione Uni 125 sulla parità di genere. Una certificazione che ogni anno deve essere rinnovata e che per questo richiede un lavoro costante perché l'ambiente di lavoro vada nella direzione giusta - dice - A questo abbiamo aggiunto anche un impegno importante sulla formazione per l'inclusione e la parità di genere - aggiunge - con i nostri fornitori di prodotto a marchio, che su base volontaria hanno aderito, usufruendo di prodotti formativi realizzati da Oxfam e da scuola Coop".
Oltre ai risultati raggiunti, Coop si impegna per un futuro a sostegno delle donne e della parità di genere: "Il nostro impegno continuerà come ogni anno, contro la violenza di genere a sostegno di Differenza Donna, il numero 1522 e le case famiglia che nei territori accolgono le donne. Ma c'è una novità molto bella - annuncia Latini - nelle nostre cooperative i direttori del personale si stanno impegnando per inserire all'interno del mondo del lavoro donne fuoriuscite da un percorso di violenza, perché l'autonomia economica data dal lavoro è un elemento fondamentale affinché una donna che ha vissuto qualcosa di così traumatico si possa affrancare", le sue parole.
Milano, 4 mar. (Adnkronos) - Dalla survey 'La scuola degli affetti', svolta in collaborazione con Nomisma, con la quale si è indagata l’opinione delle famiglie italiane sulla necessità di inserire l’educazione alle relazioni nel percorso formativo di bambini e ragazzi, tema al centro della campagna 'Dire, fare, amare' di Coop Italia lanciata nell’ambito della quinta edizione del progetto 'Close the Gap', emerge che "le famiglie sono consapevoli dell’importanza che avrebbe l’avere corsi di educazione sessuale nelle scuole, perché è il contesto adatto. Al tempo stesso però, le famiglie sono preoccupate dal fatto che questi temi possano essere trattati con superficialità e che manchi il personale competente, in grado di trasmettere queste competenze ai ragazzi. È una giusta preoccupazione, che si supera sapendo che il personale competente è presente ed è in grado di trasmettere queste conoscenze e competenze in modo corretto". Queste le parole di Antonella Dentamaro, vice presidente di Aied nazionale - Associazione italiana per l'educazione alla demografia, in occasione della presentazione della campagna 'Dire, fare, amare'.
Oltre ai risultati dell’indagine, nel corso dell’evento Coop ha presentato anche gli ultimi dati di avanzamento dell’impegno di Coop per la parità di genere e l’inclusione, come le certificazioni di genere e l’inserimento di donne vittime di violenza: "Abbiamo, infatti, le linee guida dell'Oms, che sono state pensate e studiate da un gruppo multidisciplinare di professionisti della materia, che hanno concepito linee guida specifiche a seconda della fascia d'età. Infatti, ogni età ha le proprie competenze da acquisire - sottolinea Dentamaro - E' un protocollo sperimentato. Non si può parlare di neutralità perché niente è neutrale, ma è molto scientifico, molto sicuro e accogliente nel modo di trasmettere le competenze. Quindi, non c'è nulla da inventare: si tratta di iniziare ad avere questo percorso nel nostro sistema scolastico e in questo modo rinnovare la scuola, anche perché è una richiesta che arriva dagli stessi ragazzi, sostenuti dalle famiglie", conclude.