L’ombra del Covid si allunga sulla Champions League. E quando mancano appena otto giorni alla ripresa della coppa dalle grandi orecchie, il calcio europeo si ritrova col fiato sospeso. Il campanello d’allarme è suonato ieri a Madrid. Mariano Díaz, attaccante del Real, è risultato positivo ai test per il Coronavirus effettuati dalle meringhe al rientro dalla settimana di vacanze concessa ai calciatori dopo la vittoria della Liga. La punta, che quest’anno non è mai partita titolare con la Casa Blanca ottenendo solo 4 presenze da subentrante, è “in perfetto stato di salute” ed è stato subito messo in quarantena nella sua abitazione. E anche se il Real ha affermato che il resto dei calciatori, del corpo tecnico, dei dottori e dei fisioterapisti sono risultati negativi ai controlli, la sfida contro il Manchester City del 7 agosto (la squadra di Pep Guardiola parte dal 2-1 dell’andata) potrebbe essere a rischio.
La Spagna, infatti, sta affrontando una crescita dei contagi (che hanno superato quota 280mila con oltre 28mila morti) e ora la paura è che con il Real Madrid possa ripetersi la surreale vicenda del Fuenlabrada, il club che era arrivato a La Coruña per giocare l’ultima giornata di Segunda División ma che è stato messo di corsa in quarantena in albergo dopo che i test prepartita avevano rivelato la presenza di 11 contagiati. Senza contare la preoccupazione per la sfida fra Barcellona e Napoli, che si giocherà sabato 8 agosto al Camp Nou in una Catalogna duramente colpita dal virus (i contagi sono più di 76mila). Paura che mi mescola alla rabbia.
Perché ieri sera hanno iniziato a circolare le immagini che il giocatore aveva postato sul suo profilo Instagram. Foto della sua vacanza a Barcellona dove Mariano appare senza mascherina e circondato, in barba al distanziamento sociale, da amici e familiari in spiaggia e in alcuni ristoranti. Il Real ha affermato che i test sono stati effettuati, per ordine del servizio medico, nelle abitazioni dei calciatori in modo da evitare il contatto fra di loro prima di conoscere i risultati e che quindi Mariano non può aver infettato nessun compagno. Una rassicurazione che non basta a mettere fuori pericolo lo svolgimento del match di Champions League. Il Governo britannico ha recentemente ampliato la lista dei Paesi che devono rispettare la quarantena, così i cittadini spagnoli che si recano in Gran Bretagna devono restare in isolamento per 14 giorni. Una disposizione che non si applica ai calciatori del Real Madrid, che si muovono per partecipare a un evento sportivo internazionale. Per Mariano Díaz la partita contro il City non inizierà nemmeno. Ora la speranza è che la ripetizione di test sui giocatori rientrati dalle mini vacanze non dia altri risultati positivi. Altrimenti l’inno della Champions League potrebbe non risuonare a lungo negli stadi d’Europa.