“Nella caserma Levante succedeva di tutto: c‘era droga, c’era violenza, c’erano altri casini. Chi si fa di cocaina è disposto a fare di tutto per una dose. Montella teneva tutta la gente ‘in terapia’, come diceva lui: dava droga in cambio di informazioni e in cambio di sesso“. Lo rivela in esclusiva al TgLa7 l’informatore dei carabinieri di origine marocchine, che dopo un violento pestaggio ha deciso di denunciare tutto quello che accadeva nella caserma Levante di Piacenza al maggiore Rocco Papaleo. L’inchiesta di Piacenza nasce proprio dai racconti del giovane e dall’intervento di Rocco Papaleo, che ha poi girato le informazioni alla polizia locale di Piacenza sulla stazione Levante, dando il via alle indagini.
Alla domanda del giornalista Raniero Altavilla, che gli chiede se a compiere abusi e minacce fosse solo l’appuntato Giuseppe Montella, il giovane risponde: “C’erano anche i suoi colleghi, però lo assecondavano, perché lui, anche se era solo un appuntato, era il capo di quell’organizzazione. Montella mi minacciava e mi ha menato un paio di volte. Quando ti opponevi e non volevi più stare sotto la sua ala, la conseguenza era quella: ti prendevano in due, lui e un altro carabiniere, e altri due rimanevano a guardare. E facevano quel teatrino, i due cattivi e i due buoni. Ho subito tutto questo per due anni, dal 2017 al 2019 – continua – I capi di Montella cosa facevano? Marco Orlando (comandante della stazione Levante, ndr) era al corrente di tutto. Quello che succedeva era all’ordine del giorno e lui diceva che andava bene così, perché la Levante era una caserma vecchio stampo e loro facevano rispettare le regole così. Ma in realtà erano loro i criminali, erano loro che spacciavano, erano loro che rapinavano. Hanno rapinato degli spacciatori proprio davanti a me. Ho ricevuto tante minacce, del tipo: “Vedrai che non te la faremo passare liscia. Ce la paghi”. E sono stato anche minacciato di morte“.