La Grecia deve restituire 1,4 miliardi di euro ai pensionati che si sono visti tagliare gli assegni nel 2015 e 2016 per effetto del memorandum siglato dal governo Tsipras con la troika. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, secondo cui alcune di quelle decurtazioni furono illegali. L’attuale premier di centrodestra Kyriakos Mitsotakis ha commentato dicendo che quella cifra “è ai limiti della capacità fiscale del Paese” che quest’anno a causa dell’impatto del coronavirus verrà il pil ridursi di circa il 10%, come ricorda Reuters. Di conseguenza, una volta resi quei soldi a circa 2 milioni di pensionati del settore privato e pubblico, “non ci sarà spazio per altre misure” quest’anno.

Dopo il referendum del luglio 2015, che vide la vittoria dei “no” al programma proposto dai creditori, Tsipras sottoscrisse comunque il memorandum. Tra le misure approvate per ridurre la spesa ci fu il taglio delle pensioni minime e l’aumento progressivo a 67 anni dell’età di uscita dal lavoro, con la graduale abolizione delle pensioni anticipate.

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