Inizialmente si ipotizzava che potesse andare a 3 milioni di persone. La cifra messa a disposizione con il decreto Rilancio sarebbe stata sufficiente per circa 1 milione di beneficiari. Ma alla fine, come da avvertimenti di Forum disuguaglianze e diversità e Alleanza per lo sviluppo sostenibile parlando di procedure troppo complesse per i soggetti deboli e i lavoratori sommersi, la platea che ha effettivamente chiesto il reddito di emergenza è stata molto più piccola: al 30 giugno erano arrivate all’Inps solo 455mila domande da altrettanti nuclei familiari e meno della metà, 209mila, sono state accolte. Per un totale di 518mila beneficiari che hanno ricevuto un importo medio mensile di 572,48 euro.
La misura però è temporanea: il decreto Rilancio l’ha prevista per due mesi. E il 31 luglio scadono i termini per la richiesta attraverso il sito Inps o i patronati. Secondo ForumDD e Asvis andrebbero prorogati al 15 settembre per consentire “a chi ne è venuto a conoscenza più tardi di poter ricevere questo sostegno straordinario”. I fondi “per garantirlo ai 2 milioni di aventi diritto”, ricordano le due associazioni, “sono già stati stanziati nel Decreto Rilancio per cui non ci sarebbero costi aggiuntivi”. Ma ci sarebbe una possibilità in più “per chi si trova in grave difficoltà economica a seguito della crisi dovuta al Covid-19 e non è tutelato da altre misure di sostegno al reddito”. La relazione tecnica al decreto stimava in 694mila i nuclei familiari beneficiari.
La distribuzione geografica delle domande arrivate finora, stando all’ultimo report Inps, “rispecchia quella già osservata per il Reddito di Cittadinanza: maggiore concentrazione nelle regioni del Sud e delle Isole (48%), a seguire le regioni del Nord (33%) e infine quelle del Centro (19%)”. Le regioni con il maggior numero di nuclei percettori sono la Campania (18,4%), la Sicilia (16,1%) e il Lazio (11%). La Campania detiene il primato dell’importo più alto erogato pari a 614 euro. Il 39% dei nuclei percettori ha già percepito due mensilità del beneficio esaurendo la prestazione prevista dal decreto. Il 19% dei nuclei percettori risulta avere il richiedente della prestazione di nazionalità extra-comunitaria.