Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte è “pronto ad esercitare poteri sostitutivi” se la Regione Puglia “non sarà riconosciuto e applicato concretamente il principio di parità di genere“. A scriverlo in una nota lo stesso premier che decide di dare ancora un po’ di tempo alla regione a guida di Michele Emiliano, per mettersi in linea con la parità fra uomo e donna nelle liste elettorali, in vista del prossimo voto. “Prendiamo atto delle disponibilità di alcuni Gruppi regionali ad approvare urgentemente la norma. Attendiamo allora che si completi il processo nelle prossime ore“, dice ancora Conte, scegliendo quindi di non “commissariare” tout court Bari dopo il voto del Consiglio del 28 luglio, che, tra emendamenti e tentativi di salvare la candidatura dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco, ha bocciato la norma per inserire la doppia preferenza.

L’esecutivo, infatti, su proposta del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, lo scorso 23 luglio aveva inviato formale diffida: o la Puglia adeguava la legge elettorale entro il 28 o lo avrebbe fatto Roma. Il tempo a disposizione della Regione non è quindi molto. “Non possiamo accettare che la Puglia non recepisca il principio fondamentale – garantisce Conte – Lo Stato non può retrocedere“. “Il Governo, forte anche dei pareri giuridici acquisiti, andrà sino in fondo”, si legge ancora. E non lo farà solo in Puglia, ma anche “in tutte le altre regioni che ancora mancano all’appello” affinché “sia riconosciuto e applicato e concretamente principio di parità di genere”.

Intanto da via Gentile a Bari, il centrodestra pugliese ha sollecitato il presidente del Consiglio della Regione, Marioper Loizzo, per tornare a discutere del provvedimento non approvato. “Tutto il centrodestra è pronto a votare la proposta della Giunta Emiliano, così come è stata approvata dalla Commissione”, scrivono in una nota Raffaele Fitto, candidato presidente del centrodestra alla Regione Puglia, Luigi D’Eramo, coordinatore regionale della Lega, Mauro D’Attis, coordinatore regionale di Forza Italia; Marcello Gemmato, coordinatore regionale Fratelli d’Italia, Lorenzo Cesa, commissario regionale dell’Udc e Michele Simone, coordinatore regionale del Nuovo Psi. Proprio a causa degli emendamenti, di cui 1946 di Fratelli d’Italia, la legge martedì scorso non è passata.

All’interno dell’esecutivo la più “dura” con la Regione di Emiliano, nella giornata di giovedì, è stata la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova. “Dopo la vergognosa prova che hanno dato di sé il presidente della Regione Puglia e la maggioranza consiliare, incapaci di adeguare la legge elettorale pugliese alla norma dello Stato sulla doppia preferenza di genere, non resta che una strada da percorrere: procedere alla nomina di un Commissario ad hoc con decreto del governo nazionale”, ha scritto su Facebook la ministra, sottolineando che “va da sé che a garantire l’applicazione della norma e la presenza delle donne nel governo della Puglia non può essere chi per cinque anni ha boicottato sistematicamente la prima e le seconde”. E cioè “non l’attuale presidente”

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