Lo dicono gli esperti, lo dice il ministero della Salute: questo autunno sarà importante che più persone possibili facciano il vaccino antinfluenzale, soprattutto tra bambini, anziani, operatori sanitari e persone con patologie gravi. Servirà ad avere meno malati di influenza in modo che, in caso di una seconda ondata di Covid, saranno più facili le diagnosi, considerata la somiglianza dei sintomi. Ma proprio la Lombardia, epicentro della prima ondata, è in ritardo. E ha acquistato un numero di dosi non sufficiente a un’adeguata campagna vaccinale, accusa il gruppo del Pd, che parla di “incapacità della giunta Fontana” e di “situazione veramente allarmante”. Accuse respinte dall’assessore al Welfare Giulio Gallera: “Avremo a disposizione 2,4 milioni di vaccini, l’80% in più rispetto allo scorso anno”.

Ma che ci siano dei ritardi è indubbio, come dimostrano i risultati dei bandi di gara pubblicati da Aria, la centrale acquisti della Regione coinvolta nel caso dei camici del cognato del governatore Fontana e al momento senza direttore generale, dopo le dimissioni di Filippo Bongiovanni. I bandi sono stati in tutto sei. Li hanno messi in fila nel corso di una conferenza stampa la consigliera Carmela Rozza e il capogruppo Fabio Pizzul. Il primo è del 26 febbraio, pochi giorni dopo la scoperta dei primi contagi nel lodigiano. Riguarda l’acquisto di 1,35 milioni di dosi per adulti e 20mila per bambini, entrambi a un prezzo di 4,50 euro l’una. E già qui c’è qualcosa che non va, fa notare il Pd. Il numero di dosi è di poco superiore alle vaccinazioni fatte l’anno scorso dalla Regione (1,29 milioni), che hanno garantito una copertura del 47-48% degli over 65, a fronte di un obiettivo minimo raccomandato a livello nazionale del 75% e ottimale del 95%. Le dosi che si prevedeva di acquistare a febbraio non sarebbero dunque state sufficienti a raggiungere gli obiettivi di copertura, cosa che invece sarebbe essenziale nell’anno della pandemia. Ma c’è di più. La base d’asta era 4,50 euro a dose, meno dei 5,50 pagati un anno fa. E infatti la gara di febbraio va deserta.

Aria ci riprova a cavallo tra marzo e aprile, alzando il prezzo a 5,90 euro a dose, ma senza variare le quantità richieste. A maggio arriva una comunicazione della direzione generale Welfare che finalmente si accorge che le dosi non sono sufficienti. La gara viene revocata e si riparte da capo. A fine maggio arriva il terzo bando. Le dosi per adulti richieste questa volta sono 2 milioni, ma ormai è difficile reperirle in giro, considerata la grande richiesta. Così viene aggiudicata solo la fornitura di 20mila dosi per bambini. Col quarto bando di metà giugno la Regione cerca 2,5 milioni di dosi per adulti, più altre 200mila destinate specificamente a operatori sanitari e 70mila ad anziani ospitati nelle Rsa. Ma riesce a rastrellare solo 200mila dosi per adulti e 200mila per operatori sanitari. Arriva la quinta gara, analoga alla precedente, chiusa a inizio luglio e con le offerte che secondo il sito di Aria sono ancora in valutazione. E una sesta gara, ancora aperta, per 500mila dosi per bambini.

Risultato? A fronte di una circolare del ministero che a inizio giugno raccomanda la vaccinazione per tutti i bambini sotto i 6 anni, per i soggetti a rischio, per gli operatori sanitari e per chi ha più di 60 anni, la Regione al momento è riuscita ad acquistare solo 420mila dosi in tutto. Un numero che sale a 2,4 milioni secondo Gallera, che considera quanto arriverà grazie al quinto bando (sono in via di definizione gli ultimi passaggi burocratici, fanno sapere dall’assessorato) e al sesto (sono arrivate delle offerte). Ma, se si considerano solo due delle categorie citate dalle linee guida ministeriali, in Lombardia vivono 578mila bambini sotto i 6 anni e 2,9 milioni di over 60. Il fabbisogno, secondo il Pd, sale a 5 milioni se si tiene conto anche degli operatori sanitari, delle persone a rischio, del mondo della scuola e delle forze di polizia.

E c’è anche un altro aspetto critico. Il ministero, che ha invitato le regioni a predisporre le gare “al più presto”, ha anche raccomandato di iniziare le campagne vaccinali a partire dai primi giorni di ottobre. Ma in Lombardia i fornitori dovranno consegnare le dosi tra il 5 e il 31 ottobre, si legge nei bandi, con la possibilità di estendere il periodo per alcune tipologie di vaccino fino al 15 novembre. “Fontana e la Lega lasciano i lombardi senza i vaccini contro l’influenza – accusa la consigliera Rozza –. A ottobre e novembre il sistema sanitario regionale non avrà le dosi necessarie e i lombardi saranno costretti a cercarle altrove, magari in Svizzera. La situazione è veramente allarmante”.

Twitter: @gigi_gno

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