La sanità pubblica è a pezzi da sempre in Brasile, e senza un costoso Plano de Saúde fornito da finanziarie e assicurazioni non si accede a cure adeguate. Malgrado ciò, i dati di giugno del Ministério da Saúde riportano circa 10 miliardi di spesa per il Covid, 11,3 milioni di medicine, 115 di maschere, e 11,6 di tamponi. A fine giugno le guarigioni erano 697.520 su 1.274.974 casi (54%) mentre ora sono 1.721.560 su 2.480.888 (70%).

I contagi sono raddoppiati in un mese ma si registra anche un aumento del 16% di recuperi. Che sia effetto della clorochina o dei farmaci anti virali e del desametasone, sta di fatto che inserire nella denuncia presentata a Tpi anche l’uso della clorochina è inspiegabile sulla base di queste cifre.

A luglio 2017, nell’ambito della riforma del lavoro varata dal governo pro tempore di Michel Temer, fu introdotta la Lei 13.467 che poneva fine ai contributi obbligatori dei lavoratori ai sindacati. Tale legge fu poi confermata a luglio 2018 dallo stesso Supremo Tribunale Federale.

Da allora il Cut, uno dei firmatari della denuncia, ha perso l’80% dei fondi di sostentamento e dopo la fine dei governi Pt anche la sua influenza politica. Bolsonaro ha vinto le elezioni a ottobre 2018 quando i giochi erano già fatti. Ancora una volta, è solo una questione di dinheiro: la causa nobile sbandierata nei media cozza contro la realtà prosaica della cassa vuota.

Ma aldilà di ciò, Tpi opera una selezione feroce sui casi presentati, e quando si degna di prenderne uno a carico, i processi sono interminabili. Ci sono voluti 8 anni, pur in presenza di prove schiaccianti, per condannare Lubanga Dyilo, leader delle Forze Patriottiche nella Repubblica del Congo, una milizia che reclutava nelle sue file bambini-soldato. Bolsonaro pur sotto processo potrebbe governare almeno per altri due mandati prima di arrivare a sentenza.

Riguardo poi all’accusa di aver contraddetto le direttive Oms, si tace sul fatto che queste non siano vincolanti per uno stato sovrano. E la stessa Oms si è contraddetta più volte proprio sulle maschere, che prima di marzo non venivano considerate essenziali, e poi sulla clorochina, demonizzata sulla base di pubblicazioni errate, e quindi riabilitata e riammessa nello studio comparato.

In questo modo, si rischia solo di portare acqua al mulino del presidente, che sta risalendo nei sondaggi. Invocando il fumus persecutionis egli potrebbe ribaltare la denuncia contro di lui e trasformarla in un boomerang per i suoi nemici. Una sua eventuale riconferma avverrebbe solo grazie ai loro demeriti.

Photo credit: © F.Bacchetta
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Bolsonaro, la denuncia per genocidio può diventare un boomerang

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