La Corte Superiore di Giustizia della regione autonoma ha sospeso il provvedimento che doveva durare per 15 giorni, accogliendo la richiesta dei gestori dei locali notturni che contestavano la "violazione della libertà d'impresa"
Niente più chiusura a mezzanotte per i bar e i ristoranti della Catalogna. La Corte Superiore di Giustizia della regione autonoma -che è il più alto organo e ultima istanza giudiziaria della magistratura spagnola in Catalogna – ha revocato l’obbligo di rispettare il limite orario imposto per due settimane dalla Generalitat nei giorni scorsi a seguito dell’aumento dei contagi, più di mille solo nell’ultima giornata. I giudici hanno così accolto il ricorso della Federazione catalana che raduna i locali notturni (Fecasarm) che giudicava il provvedimento una “violazione della libertà d’impresa”, nonostante siano proprio i luoghi della movida quelli dove si concentrano i focolai delle ultime settimane. A metà luglio anche il tribunale di Lleida era intervenuto per revocare il lockdown in otto comuni della Catalogna per contenere i contagi, contestando la necessità dello stato d’emergenza per l’introduzione di queste misure. Ma una nuova risoluzione del governo regionale l’ha reintrodotto a tempo record dopo due giorni. E anche in Spagna la crisi epidemiologica si accompagna e una situazione economica difficile, col un crollo del 18% del pil dell’ultimo trimestre e la perdita di oltre un milione di posti di lavoro.
I contagi – Confermati altri 1.153 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, il dato più alto dal primo maggio. Sono concentrati in tre regioni: l’Aragona con 424 nuovi casi, la Catalogna con 211 e quella di Madrid con 199. Negli ultimi 15 giorni a Madrid si è registrata un’impennata di contagi soprattutto tra i giovani, da 16 a 117 casi tra i 10 e i 19 anni. “È chiaro che siamo nel mezzo della seconda ondata. Ora quello che dobbiamo vedere è se sarà superiore o inferiore” alla prima, ha dichiarato Rafael M. Orti Lucas, presidente dell’Associazione spagnola di Medicina preventiva, Sanità pubblica e Igiene (Sempsph). Come sottolinea El Pais, resta comunque difficile fare un confronto tra i dati diffusi in questo periodo e quelli resi noti durante il lockdown. Fino al 25 maggio, infatti, il ministero della Sanità diffondeva quotidianamente il bollettino ricevuto il giorno prima dalle varie regioni, indipendentemente da quando i casi erano stati diagnosticati. Anche la capacità diagnostica della Spagna è decisamente migliorata, segnala il ministero della Sanità, riferendo che vengono testati il 95 per cento dei sospetti.