Cultura

La Milanesiana in trasferta a Napoli. Al Madre le Nuvole di Carlo Verdone

Carlo Verdone con la testa fra le nuvole. Prima nazionale del regista/attore che con la fotografia ha scoperto un nuovo grande amore

di Januaria Piromallo

C’è chi durante il lockdown ha fatto parlare le statue di Milano (vedi il drammaturgo Massimiliano Finazzer Flory), chi dalla sua casa ha girato un corto per Netflix (Paolo Sorrentino), chi come il critico d’arte Vincenzo Trione ha completato per l’ Enciclopedia Treccanl la sua Opera Omnia sull’arte contemporanea, chi come Carlo Verdone si è affacciato dalla terrazza del suo attico romano e ha fotografo albe, tramonti e tempeste. “Nuvole e colori,” questo il nome della suggestiva mostra che il Museo Madre ospiterà fino al primo novembre. L’idea è nata da una sinergia d’intelletto/chic fra Elisabetta Sgarbi, ideatrice della Milanesiana, e Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina e porta la firma della neo-direttrice Kathryn Weir. “E’ la Milanesiana della Resistenza”, esordisce Elisabetta, per la prima volta in trasferta a Napoli.

Il cielo sopra Verdone è un racconto a colori con effetti speciali, un viaggio poetico nelle forme reali e fantastiche, scattate un po’ nell’attimo fuggente, un po’ digitalizzate. Ma in ogni foto è come se volesse cercare di cogliere qualcosa che solo in quel momento il suo occhio può fermare.Verdone, il Woody Allen de no ‘altri, se non avesse fatto il “Gallo Cedrone” e tanti altri film sbanca/botteghino, avrebbe fatto lo psicanalista, o forse il medico. Lui che con la sua ipocondria ci scherza su ( ma non troppo), immaginiamolo al tempo del Covid.

Come varca la soglia del monumentale cortile del Madre scortato dal curatore Paolo Mereghetti mette su quella faccia, tra il timido e lo smarrito, e non se la toglie più. Neanche la mascherina. Il suo produttore Aurelio De Laurentiis è appena andato via quando a denti stretti dice : “Mi pagano per far ridere, ma io non ho sempre voglia di ridere”. E tra le sue foto preferite c’è quella che lui ha chiamato “La solitudine dell’eroe”. Ovviamente senza flashate di colore, in bianco e nero, il chiaro e scuro dell’anima.

Ancora fotografia, la protagonista di Madre Factory 2020, il primo evento post Covid inaugurato al Madre. E’ una piattaforma di attività educative e network di progetti d’inclusione sociale. “Ricomincio da una foto”, e basta cliccare sul sito “laboratorioirregolare.net” per fare una donazione per comprare dispositivi elettronici per i bambini più bisognosi.

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