Il caso camici, con le relative presunte bugie. Ma anche la gestione dell’epidemia da Covid-19 ritenuta disastrosa. Nel giorno in cui Attilio Fontana era in Aula a difendersi dalle accuse sulla vicenda per cui è indagato per frode in pubbliche forniture, era stato il Movimento 5 stelle ad annunciare una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Ora il documento è stato sottoscritto anche da Pd, Azione e Lombardi Civici Europeisti e verrà depositato nei prossimi giorni affinché sia discusso durante la prima seduta al Pirellone.
Tuttavia le opposizioni si sono spaccate (come peraltro era già successo all’inizio della partita per la commissione d’inchiesta sul coronavirus in Lombardia): +Europa e Italia viva hanno deciso di non sostenere il provvedimento. Michele Usuelli e Patrizia Baffi (ritenuta “vicina” al presidente ed eletta coi voti del centrodestra, in modo rocambolesco, alla presidenza della suddetta commissione) si sono chiamati fuori. Entrambi avevano scelto di non appoggiare, all’inizio di maggio, un’analoga mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al Welfare, Giulio Gallera. Usuelli con l’astensione, Baffi uscendo dall’Aula.
Gli altri quattro gruppi di minoranza, ora, imputano a Fontana di aver “sottovalutato” in modo “allarmante il rischio” dell’epidemia e di aver dimostrato “incapacità amministrativa nel gestire l’emergenza”. In particolare, con l’adozione “di atti e provvedimenti del tutto inefficaci a fronteggiare” la situazione (si pensi, per esempio, ai quattro milioni di mascherine mai arrivate). In più, dopo la notizia dell’inchiesta sulla Dama spa e l’avviso di garanzia al presidente, “la mancanza di trasparenza e le bugie” relativa a “un’azienda riconducibile ai suoi familiari”. Con la conseguente “perdita di credibilità della Regione stessa a causa della rottura del rapporto di fiducia tra il suo presidente e i cittadini”.