di Donatello D’Andrea
Il Senato ha concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso della nave Open Arms. La vicenda risale all’agosto del 2019 quando il leader della Lega costrinse la nave a restare in mare per diciannove giorni con 164 migranti a bordo.
Lo sbarco è avvenuto il 20 agosto, dopo il sequestro dell’imbarcazione da parte della procura di Agrigento che ha certificato che i migranti sulla nave si trovavano in “condizioni estreme”. Erano i giorni della crisi di governo del Salvimaio, del Papeete e dei pieni poteri. Determinante è stato il voto di Italia Viva e di Matteo Renzi, il quale ha tenuto in scacco la maggioranza fino all’ultimo. Alla fine, il partito dell’ex Presidente del Consiglio ha deciso di agire in concerto con la maggioranza. Così Matteo Salvini andrà a processo.
Nessun interesse pubblico, nessuna difesa della patria. L’ex ministro ha tenuto un’arringa difensiva dove ha tirato in ballo di tutto. Dalla giustizia “alla Palamara” alle navi pirata, passando per l’evergreen dei figli “che vedranno il padre a processo”. Fatto sta che dopo il caso della motonave Gregoretti, sui cui il Senato si era espresso qualche mese fa, Salvini dovrà rispondere anche dell’Open Arms.
Oltre i processi, però, c’è un rischio ben più grande e che potrebbe pregiudicare la sua leadership all’interno del partito e addirittura la sua intera carriera da parlamentare. È in ballo l’agibilità politica di Matteo Salvini, cioè la decadenza da senatore e l’impossibilità di potersi ricandidare. Qualora il senatore dovesse incappare in una condanna superiore ai due anni, rischierebbe di decadere dal suo ruolo proprio come successe a Berlusconi nel 2013, quando fu condannato per frode. Nel caso dell’ex ministro l’ipotesi è plausibile, visto che il reato di sequestro di persone, con minori coinvolti, è punito fino a 15 anni.
A dirlo è l’ormai celeberrima legge Severino del 2012, la quale non risulterebbe essere in alcun modo aggirabile. L’articolo 1 prevede come condizione imprescindibile per concorrere alle elezioni di deputato, senatore, parlamentare europeo e per mantenere cariche di governo, una fedina penale pulita, priva di condanne che superino di due anni la pena. Casomai la condanna intervenga nel pieno di una carica, essa comporta subito la decadenza della medesima.
In sostanza, Matteo Salvini rischia grosso. Sia per il caso della motonave Gregoretti che per quello della Open Arms. Nel primo caso l’udienza è stata fissata per il 3 ottobre. Ovviamente è impossibile prevedere i tempi della giustizia, del dibattimento e dei gradi di giudizio fino alla Cassazione.
Fatto sta che l’ex ministro avrà una bella gatta da pelare e i suoi fedelissimi iniziano già a temere il peggio, come dimostrano le risposte stizzite alle domande dei giornalisti fuori dal Senato circa il futuro politico di Matteo Salvini.