Vale anche per i treni regionali in Lombardia. Il dpcm del 14 luglio lo consente se vengono rispettate alcune condizioni, tra cui la misurazione della temperatura prima del viaggio e l’obbligo della mascherina con la sostituzione dopo 4 ore. E il ministero dei Trasporti conferma. Fonti del Cts: "Decisa contrarietà". Ricciardi: "Sbagliato eliminare il distanziamento, contribuisce alla sicurezza di questo mezzo di trasporto, che diventerebbe altrimenti insicuro"
La “fase tre” sui treni ad alta velocità preoccupa il Comitato tecnico scientifico. Da oggi i treni a lunga percorrenza Frecciargento e Frecciarossa di Trenitalia e i treni Italo possono viaggiare al 100% dei posti perché si sono realizzate le condizioni poste dal dpcm del 14 luglio, la cui efficacia è stata prorogata fino a quando verrà adottato il prossimo. Il ministero dei Trasporti conferma il via libera. Ma il Cts fa sapere che la decisione è stata presa “senza aver ricevuto il parere del Comitato”: nella mattinata di ieri è stato inviata dal Mit una richiesta di valutazione del nuovo piano dei treni ad alta velocità ma nella riunione che si è tenuta nel pomeriggio non se ne è parlato. La questione è all’ordine del giorno dell’incontro in programma giovedì prossimo e sarà l’occasione per esprimere una “decisa contrarietà” alla scelta fatta. Anche secondo Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, “è sbagliato eliminare il distanziamento sociale sui treni” che “contribuisce alla sicurezza di questo mezzo di trasporto, che diventerebbe altrimenti insicuro“.
Il dpcm del 14 luglio disponeva la possibilità di far viaggiare i treni a piena capacità purché in presenza di alcune condizioni tra cui la misurazione della temperatura prima del viaggio, l’autodichiarazione del passeggero che certifica di non aver avuto contatti con persone contagiate dal Covid e si impegna a rinunciare al viaggio e a informare l’Autorità sanitaria se ha sintomi come febbre, tosse insistente o raffreddore, l’obbligo della mascherina con la sostituzione dopo 4 ore. E il Mit ha confermato: a bordo dei treni a lunga percorrenza è consentita la deroga al distanziamento di un metro a patto che vengano rispettate quelle regole, che l’aria a bordo venga rinnovata sia mediante l’impianto di climatizzazione sia mediante l’apertura delle porte esterne alle fermate, i flussi siano verticali e siano adottate procedure per garantire che le porte di salita e discesa dei viaggiatori restino aperte durante le soste programmate nelle stazioni. Le salite e le discese dal treno devono essere disciplinate individualmente, così come la collocazione al posto assegnato, che in nessun caso potrà essere cambiato nel corso del viaggio, al fine di evitare contatti stretti tra i passeggeri nella fase di movimentazione.
Infine, le misure in vigore dal 14 luglio sono state subordinate alla presentazione di un idoneo piano organizzativo presentato da parte dei gestori. Resta esclusa la possibilità di utilizzare i sedili contrapposti (faccia a faccia) nel caso in cui non sia possibile garantire permanentemente la distanza interpersonale di almeno un metro, “ferma restando la possibilità di derogare a tale regola qualora i passeggeri siano conviventi nella stessa unità abitativa”. La situazione, comunque, potrebbe cambiare nelle prossime ore alla luce delle nuovi indicazioni che verranno pubblicate nell’ultimo dpcm.
Anche in Lombardia, stando alla nuova ordinanza della Regione in vigore da domani al 10 settembre, sarà consentita l’occupazione del 100% dei posti a sedere sui treni utilizzati per i servizi ferroviari di trasporto pubblico regionale. Per i mezzi utilizzati per i servizi metropolitani e autofilotranviari di trasporto pubblico urbano e suburbano è consentita l’occupazione del 100% dei posti a sedere e del 50% dei posti in piedi per i quali il mezzo è omologato.