Sinuosa ed elegante. Come un abito da sera che si appoggia sulle linee morbide di una modella. Del resto per la nuova Ferrari Roma, l’estetica è un richiamo ai volumi classici degli anni ‘50 e ’60, nonché alle Granturismo del passato, come la 250GT Lusso del 1962, col suo lungo muso ed una classe ineguagliabile. Un’eleganza che permetteva ai protagonisti del jet set anni ’60 di percorrere via Veneto come delle star in incognito. E l’impressione, avvicinandosi, è proprio quella di entrare in un mondo di classe e lusso, in una “Nuova Dolce Vita”.

La linea è pulita, come mai lo è stata con gli ultimi modelli della casa di Maranello. La cabina di guida è fortemente spostata verso il posteriore, quasi a poggiarsi sul retrotreno dove lo spiovente “specchio di poppa” ingloba i nuovissimi fanali posteriori led. Quattro di numero, come storicamente ci ha abituato Ferrari, ma completamente ridisegnati, che si sviluppano come sottili linee orizzontali. Un tocco di rinnovamento importante.

La Roma, infatti, è modernissima e i particolari estetici che lo dimostrano sono innumerevoli. Per mantenere pulita la linea del posteriore si è optato per uno spoiler attivo, che in posizione di riposo risulta invisibile, mentre all’anteriore la calandra in tinta con la carrozzeria è al contempo un’opera d’arte e di ingegneria. Il muso sembra monolitico, scolpito da un unico blocco. Talmente compatto che ha reso dura la vita ai tecnici del Cavallino quando si è trattato di garantire il giusto raffreddamento al powertrain. Non mancano splitter anteriore, minigonne ed estrattore posteriore di fibra di carbonio, pur rimanendo questi elementi di secondo piano, che non turbano l’eleganza del design.

Salendo in auto la sensazione di esclusività non diminuisce. L’abitacolo di questa 2+, come la definiscono in Ferrari (facendo intuire che i due posti posteriori sono sfruttabili solo per persone al di sotto del metro e 60), è diviso in due. Guidatore e passeggero sono entrambi incorniciati da una plancia che si prolunga, con la consolle centrale, verso il posteriore.

I materiali sono di altissima qualità e la tecnologia è all’ultimo grido. I comandi sono quasi esclusivamente touch. Lo schermo centrale che pilota infotainment e climatizzazione per gli occupanti, è un 8.4 pollici capacitivo. In aggiunta, è disponibile un ulteriore monitor davanti al sedile del passeggero per garantire allo stesso un aggiornamento costante su velocità e performance della vettura. Davanti al guidatore si trovano i due elementi più caratterizzanti dell’abitacolo: direttamente dalla SF 90 sono stati importati il monitor led curvo da 16 pollici (che non fa rimpiangere il famoso contagiri analogico Ferrari, disponibile “virtualmente” in una delle modalità di visualizzazione predefinite) e il nuovo volante con comandi touch per l’infotainment e fisici per tutto ciò che concerne la sicurezza, senza dimenticare il Manettino per la selezione delle modalità di guida. Che sulla Roma sono 5: Wet, Comfort, Sport, Race e ESC/Off, quest’ultima disabilità i controlli elettronici ed è dedicata ai driver più coraggiosi. Sulla parte bassa del volante figura il tasto di accensione, anch’esso azionato grazie alla tecnologia capacitiva.

Un tocco al tasto “Engine On” e il quadro prende vita, un altro tocco e parte la sinfonia del V8 biturbo da 620 cavalli di potenza. Un propulsore che nelle sue varie declinazioni è stato Engine of the Year negli ultimi 4 anni e che guadagna, rispetto al propulsore della Portofino dal quale deriva, ben 20 cavalli oltre ad un’elasticità ancora superiore. Si fa fatica a credere che un propulsore da 7500 giri e 760 Newtonmetri di coppia motrice possa essere adatto ad una vettura Granturismo del genere. Ed invece, complice una elettronica sopraffina ed il nuovissimo cambio 8 rapporti doppia frizione, appena si sfiora il pedale del gas i 1570 kg della Ferrari si muovono agili, senza esitazioni.

Con la modalità di guida “Wet” la Roma risulta facile fin dai primi metri. Riesce a dissimulare quello che, invece, si scopre ruotando il manettino via via fino ai più alti livelli di coinvolgimento. Già con la modalità Confort si può avere accesso alle massime prestazioni del propulsore; ma è solo in Race che si scoprono le vere potenzialità dell’auto. Le accelerazioni diventano brucianti e incessanti, qualsiasi sia la marcia selezionata la GT continua a salire di velocità divorando l’asfalto senza esitazioni, anche quando questo non è in condizioni ottimali. Il cambio è fulmineo, ben il 15% più rapido che sulla Portofino ed i freni carboceramici sono pronti ed instancabili.

Lo sterzo è diretto e l’anteriore è una vera lama. Ovunque si decida di andare il muso è già lì e il telaio, rigidissimo e ben bilanciato (52% del peso sul posteriore e parliamo di una vettura a motore anteriore) non attende altro che la spinta del V8. Che è oltremodo vigorosa, tanto che gli pneumatici hanno un gran lavoro da fare ad ogni ripartenza, con l’elettronica che imbriglia e sfoga l’energia del propulsore controllando egregiamente la dinamica della vettura.

È una supersportiva, non vi è dubbio. Una F1 in abito da sera come direbbe Flavio Manzoni, che ne ha firmato il Disegno. Ma è anche una GT lussuosa e di classe, una macina chilometri rapidissima ed una elegante vettura con la quale presentarsi ad una prima della Scala. Anche perché con un prezzo a partire da poco meno di 201 mila euro, Ferrari Roma è sicuramente un’auto esclusiva, dalle mille sfaccettature, una Ferrari che non c’era e che, per fortuna, è arrivata.

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