“Buongiorno, sono il prof. Sono venuto a salutarti e a portarti un libro”. Si è presentato così Fabio Vettorello, insegnante 31enne di lettere e latino al liceo “Marconi” di Conegliano. Stanco di non poter vedere i suoi alunni, ha preso la bicicletta, ha riempito lo zaino di classici e ha raggiunto uno ad uno i suoi 86 alunni andando a suonare alla porta di casa.
Una sorpresa per i ragazzi ma anche per i genitori che sono rimasti a bocca aperta davanti all’insegnante in pantaloncini corti sulla mountain bike. L’idea è nata alla fine dei mesi di lockdown: “In quel periodo – spiega il docente di Vazzola – l’unica cosa che si poteva fare era andare in bici. Così dopo anni che non pedalavo ho deciso di farmi delle passeggiate. Alla fine della quarantena ho pensato che sarebbe stato bello trovare un modo per farmi prossimo ai miei alunni, per incontrarli prima della ripresa della scuola a settembre”.
Un pensiero che è stato accompagnato dalla volontà di portare loro un dono personalizzato: “Avevo in casa dei libri doppi così ho immaginato di poterli portare ai ragazzi che avrebbero fatto la maturità. Ma non potevo tralasciare gli altri visto che insegno in tutte le classi, dalla prima alla quinta. A quel punto ho deciso di comprare quelli che mi mancavano”. Tutti classici da poter usare anche a scuola nel momento giusto: Leopardi, Manzoni, Dante, Calvino, Wilde, Seneca, Terenzio, Collodi e tanti altri.
A quel punto al professore altro non è rimasto che preparare le tappe: 500 chilometri in undici giorni su e giù tra Fontanelle e frazioni; Mareno di Piave; San Michele; San Pietro di Feletto; Vittorio Veneto; Tarzo; Colle Umberto; Conegliano; San Vendemiano; Santa Lucia di Piave; Nervosa della Battaglia; Spresiano; San Fior; Orsago, Codognè e Pieve di Soligo.
Ogni giorno, cinque o sei incontri con i ragazzi. “La maggior parte – racconta il docente – li ho trovati a casa. I più piccoli erano un po’ imbarazzati mentre i più grandi erano decisamente disinvolti. Non capita tutti i giorni che il professore venga a casa tua. Mi hanno offerto tanti bicchieri d’acqua ma non solo. Alla mia penultima tappa i genitori di un mio alunno che non avevo mai incontrato ai colloqui hanno insistito perché mi fermassi a pranzo. Mentre un altro papà ha voluto offrirmi della buona grappa e mi ha donato una borsa di zucchine”.
Per Vettorello è stata l’occasione anche di entrare un po’ più nella vita dei suoi alunni: “Una ragazza mi ha pregato di non passare da casa sua perché si vergognava della situazione famigliare. In quel caso le ho solo donato il libro mettendolo nella cassetta postale. In un’altra occasione, invece, ho suonato il campanello a casa di un’alunna che di lì a poco avrebbe visto il padre morire a causa di una malattia. Chiaramente non lo sapevo ma è stato importante incontrarsi”.
Il professore di Vazzola ricorda ancora uno ad uno gli sguardi e i racconti dei suo ragazzi: “Ho incontrato i figli di molti medici che in quei mesi hanno condiviso l’ansia e la preoccupazione dei loro genitori. Molti ragazzi mi hanno detto di aver dormito poco durante la quarantena”. Il docente è riuscito persino a far apprezzare un libro a chi non ama leggere: “Hanno capito che era pensato per loro. C’era una citazione per ciascuno, la mia firma e la data. Si ricorderanno per sempre di questo momento”.