Si stringe il cerchio intorno a Tiktok negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha annunciato che nelle prossime ore firmerà un decreto per vietare la popolare app di proprietà cinese su tutto il territorio americano. Lo ha riferito lui stesso ad alcuni reporter che lo hanno seguito nella sua visita in Florida. “TikTok è fonte di preoccupazione per la sicurezza nazionale, li metteremo al bando negli Stati Uniti” ha detto parlando sull’Air Force One, ricalcando quanto già anticipato dal segretario di Stato Mike Pompeo. Ieri era spuntata anche l’ipotesi, riportata dal New York Times, che Microsoft fosse in trattative avanzate per acquistare l’app dai cinesi. Ma il capo della Casa bianca respinge anche questa soluzione, dicendosi “fermamente contrario” all’eventuale accordo. Eppure sul fronte finanziario qualcosa si muove. ByteDance, la società cinese proprietaria del social network, si dice pronta a cedere tutte le quote. Lo riporta il sito di Reuters che cita fonti vicine al dossier.
Le parole di Trump, quindi, non hanno ancora messo la parola fine all’ipotesi che TikTok, popolarissima soprattutto fra i giovani, possa diventare americana a tutti gli effetti. L’azienda, che ha già una sua base negli Usa, è controllata da una multinazionale con sede a Pechino. Inizialmente sembrava che Washington fosse intenzionata a varare un decreto per “imporre” la cessione a un acquirente a stelle e strisce, ma anche questa eventualità è tramontata. Così come – riferisce sempre Reuters – è tramontata l’ipotesi che ByteDance mantenga una quota di minoranza. La Casa Bianca, infatti, avrebbe respinto la proposta. Le opzioni sul campo ora sono tre: il ban definitivo (come annunciato strategicamente da Trump), la cessione a Microsoft o la cessione a un altro gruppo Usa. Stando a quanto emerso finora, infatti, è possibile che la società fondata da Bill Gates sia coinvolta nella vicenda solo sul fronte della protezione dei dati degli utenti americani di TikTok, piuttosto che per l’acquisizione vera e propria.
I timori nei confronti della piattaforma sono aumentati nelle scorse settimane anche in relazione alle imminenti elezioni presidenziali americane. Un gruppo di senatori del Partito repubblicano, infatti, ha evidenziato il rischio che l’app possa interferire nella campagna elettorale di novembre. Sul punto è intervenuto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, secondo cui la Cina “non ha alcun interesse a interferire e non interferirà nelle elezioni Usa” e ha chiesto di “garantire un ambiente aperto, equo, giusto e non discriminatorio” per le compagnie cinesi che operano negli Usa.