Cronaca

Caos treni dopo l’ordinanza di Speranza, Italo cancella 8 convogli e attacca il governo. “8mila passeggeri a terra”. Trenitalia: “Cercheremo di garantire tutti i viaggi”

Il ripristino delle misure di distanziamento ordinato dal titolare della Salute spinge Ntv a cancellare alcuni viaggi nel giorno della partenza delle vacanze. Nel messaggio inviato ai passeggeri beffati la colpa è del governo, accusato di aver cambiato le regole "improvvisamente". L'ad dell'azienda: "Noi penalizzati rispetto agli aerei". Fonti di Italo al Fatto.it: impossibile aggiungere nuovi convogli in "così poco tempo" né discriminare i clienti, decidendo quali biglietti annullare e quali posticipare. "Molti sono stati riprotetti", spiegano, ma per gli altri non rimaneva altra soluzione. E aggiungono: "Cambio in corsa costato 3 milioni di euro"

Sono molti di più rispetto a quanto inizialmente stimato i passeggeri di Italo rimasti a terra all’improvviso dopo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza per impedire che sui treni venga occupato il 100% dei posti. L’azienda ha fatto sapere in una nota di essere stata “costretta suo malgrado” a cancellare otto convogli in partenza la mattina e numerosi biglietti per quelli del pomeriggio, “arrivando a coinvolgere circa 8mila passeggeri“. La brutta notizia, per chi aveva programmato di partire oggi per le vacanze, è arrivata intorno alle 23 di ieri sera: “Gentile cliente, in ottemperanza a quanto espressamente statuito” dal ministero – si legge nell’sms inviato da Ntv alle persone coinvolte – “siamo costretti a procedere con la soppressione del treno”. Un messaggio in cui Italo accusa il governo di aver “improvvisamente sostituito le disposizioni del dpcm del 14 luglio” (che prevedeva deroghe al distanziamento dei posti sui convogli) e informa i clienti “che procederemo quanto prima al rimborso di quanto corrisposto per il titolo di viaggio non utilizzato”. I treni cancellati riguardano le tratte più affollate, cioè quelle che tagliano in due l’Italia: come la Torino-Reggio Calabria (introdotta da poco) o la Verona-Venezia. Fonti di Ntv spiegano a Ilfattoquotidiano.it che, visto il poco tempo a disposizione, l’azienda non è riuscita ad aggiungere nuovi convogli e si è fatto il possibile per diluire le partenze nell’arco della giornata, ma per i circa 8mila passeggeri non è stata trovata alcuna soluzione alternativa. Finora, aggiungono, sono stati persi “3 milioni di euro“. Trenitalia, invece, ha deciso diversamente, sostenendo di voler “garantire il viaggio a tutti i passeggeri, magari ricollocandoli in altre classi nel rispetto delle regole sul distanziamento” o indirizzandoli su altri convogli in orari simili.

Nel governo scoppia il caso – L’ordinanza con cui Speranza ha reintrodotto l’obbligo di distanziamento di almeno 1 metro sui mezzi pubblici locali e sui treni a lunga percorrenza è arrivata ieri al termine di una lunga giornata di polemiche. Prima i ministeri competenti hanno concesso a Trenitalia e Italo di poter viaggiare al 100% dei posti in virtù delle nuove condizioni poste dal dpcm del 14 luglio (deroga al distanziamento solo a patto di misurazione della temperatura prima del viaggio, autodichiarazione del passeggero e obbligo della mascherina con la sostituzione ogni 4 ore). Poi, dopo 24 ore, la retromarcia di fronte alle “preoccupazioni” sollevate dal Comitato tecnico scientifico e all’appello di molti virologi. “La fine del distanziamento sui treni mi sembra un salto in avanti non concordato, senza un piano razionale e una pianificazione“, aveva dichiarato l’esperto Fabrizio Pregliasco. Nella maggioranza è quindi esploso il caso, come raccontato oggi da Repubblica, con il ministro Speranza in rotta con la collega dei trasporti De Micheli a causa del mancato preavviso sulla deroga. Ma ora il titolare della Salute smentisce ogni retroscena. “Ogni decisione è stata assunta nella piena condivisione e con l’obiettivo di tutelare la sicurezza dei viaggiatori”, ha affermato in una nota il suo portavoce Nicola Del Duce, definendo “infondate” le ricostruzioni della stampa su “presunte divergenze” fra i ministri. La spaccatura è confermata, invece, con i governatori di Lombardia e Liguria, contrari al distanziamento sui mezzi pubblici nelle proprie Regioni. Entrambi hanno firmato un’ordinanza che va contro quella di Speranza, ma oggi il Pd lombardo chiede a Fontana di fare un passo indietro per non “abbassare la guardia” nella lotta al virus.

La risposta di Italo al Fatto.it La reazione delle compagnie ferroviarie al caos delle ordinanze non si è fatta attendere. Italo ieri ha subito annunciato di voler procedere con le cancellazioni, almeno per quanto riguarda i convogli in partenza oggi. Poi sul sito è comparso l’elenco dei treni soppressi: si va dal 9919 della Torino-Salerno al 8135 che percorre la direttrice Milano-Ancona. Contattata dal Fatto.it, l’azienda fornisce alcuni chiarimenti sull’accaduto. A chi si chiede perché non siano stati aggiunti nuovi treni o più vagoni, Ntv fa sapere che non c’è stato il tempo materiale per riorganizzare le tratte, dal momento che l’ordinanza di Speranza è stata emanata alle 16 di sabato pomeriggio e in caso di convogli speciali bisogna “riprogrammare il network, il personale, avvisare la clientela”. Molti passeggeri sono comunque stati “riprotetti” su altre fasce orarie, ma per gli 8mila passeggeri rimasti a terra non c’è stato nulla da fare. Pena, dicono i legali, “conseguenze penali” per la società. Per i prossimi giorni assicurano che non ci sarà alcuna cancellazione, se non lievi disagi per alcuni biglietti posticipati o anticipati di qualche ora. Fonti interne a Italo spiegano poi che non sarebbe stato possibile nemmeno autorizzare la partenza per il 50% dei passeggeri e posticipare di qualche giorno (o annullare) quella dei passeggeri rimanenti, dal momento che non si può favorire un cliente e discriminarne un altro. “Sarebbe stato il caos“, chiariscono. E rimandano le responsabilità dell’accaduto direttamente al governo. Ntv contesta al ministro Speranza di aver varato un provvedimento del genere senza dare il tempo alle compagnie di organizzarsi, ad esempio posticipandone di un giorno l’entrata in vigore o “bloccando” le vendite per i biglietti che superano il 50% dei posti senza intaccare quelli già venduti fino a sabato. Il cambio delle regole, conclude la società, è costato “3 milioni di euro” tra prenotazioni previste per i giorni successivi e treni soppressi.

La situazione nelle stazioni – Situazione diversa per chi viaggia con Trenitalia. L’azienda ha riferito che i biglietti venduti “in più” (cioè quelli che superano il 50% dei posti disponibili sulle carrozze) in realtà non sono molti, dal momento che “erano in vendita solo da un giorno e mezzo“. Da qui la decisione di garantire il viaggio a tutti e di fornire il rimborso integrale del biglietto solo in caso di richiesta esplicita da parte dei clienti. “Ti informiamo che su tutte le Frecce e gli Intercity resta confermato il distanziamento e il limite del 50 per cento di posti da occupare a scacchiera”, si legge nella mail inviata ai clienti a partire da ieri sera. I disagi sono comunque previsti in tutte le stazioni della rete e sul web spuntano foto di Frecciarossa più affollati del normale. Tranquilla, per ora, la situazione in stazione centrale a Milano. Gli altoparlanti segnalano i treni di Italo cancellati e alla biglietteria si accumulano le code, ma tanti passeggeri che avevano scelto la compagnia non si sono nemmeno presentati dopo l’sms ricevuto ieri.

L’ad di Ntv: “Noi penalizzati rispetto agli aerei” – In un’intervista al Corriere della Sera l’ad di Ntv Gianbattista La Rocca attacca direttamente Palazzo Chigi. “Abbiamo impiegato settimane per adottare i protocolli di sicurezza e cambiare l’organizzazione del lavoro per procedere con il pieno riempimento dei treni, ora ci viene detto di tornare indietro all’istante”, spiega La Rocca. Oggi “avremo le carrozze piene oltre il 50%. Siamo, quindi, costretti a sopprimere dei treni, con inevitabili disagi per i passeggeri, che naturalmente ‘riproteggeremo’ o provvederemo a rimborsare” aggiunge. E sostiene che le compagnie ferroviarie sono discriminate rispetto a quelle aeree. “Premesso che la tutela della salute è prioritaria, ci permettiamo di osservare che se c’è un’emergenza ed è necessario il distanziamento la regola deve valere per tutti. Chiediamo semplicemente chiarezza e regole che non creino squilibri tra diversi mezzi di trasporto”.