Le operazioni di spegnimento proseguono senza sosta, con quattro canadair, tre elicotteri, 80 Vigili del fuoco, 56 volontari di protezione civile, 35 alpini del IX Reggimento e 14 unità di personale del Comune dell’Aquila impegnati. Le fiamme sono spinte dal vento verso la sommità delle dorsali del sistema montagnoso e a rendere il tutto più difficile c'è anche il caldo
Quelli che erano due incendi separati, Arischia e Cansatessa, sono diventati un unico fronte di fuoco che dallo scorso giovedì assedia la città de L’Aquila. Le operazioni di spegnimento proseguono senza sosta, con quattro canadair, tre elicotteri, 80 Vigili del fuoco, 56 volontari di protezione civile, 35 alpini del IX Reggimento e 14 unità di personale del Comune dell’Aquila impegnati. Le fiamme sono spinte dal vento verso la sommità delle dorsali del sistema montagnoso e a rendere il tutto più difficile c’è anche il caldo da bollino nero che in questi giorni interessa tutta Italia. Un momento di difficoltà è stato vissuto dal personale regionale quando, accerchiato dal fuoco, ha dovuto lasciare la realizzazione di una linea tagliafuoco.
L’indagine sull’ipotesi della natura dolosa delle fiamme – La Procura dell’Aquila ha aperto un fascicolo contro ignoti, assegnato al sostituto procuratore Guido Cocco, in seguito al sequestro di un presunto innesco nei pressi dell’incendio nel territorio della frazione di Cansatessa, trovato nella serata di venerdì da un giovane che ha subito lanciato l’allarme. I carabinieri Forestali de L’Aquila stanno indagando sulla pista dolosa, al momento la più accreditata per le modalità e i tempi di propagazione delle fiamme, ma non c’è conferma da parte di inquirenti e Protezione Civile Regionale, che mantengono il massimo riserbo. Trasmessi i verbali alla Procura, è stato prontamente disposto un accertamento tecnico sul presunto innesco ritrovato. Il fuoco su entrambi i fronti, Arischia e Cansatessa, è partito nelle ore più calde della giornata, dall’alto e in posizioni tali che le fiamme potessero sfruttare l’effetto incanalamento delle valli, aiutate a propagarsi dal vento incessante, sottolineano gli inquirenti.
Il Comune chiede lo stato di emergenza – Intanto il Comune dell’Aquila ha chiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza per il territorio comunale del capoluogo d’Abruzzo, a causa degli incendi che stanno interessando per il quarto giorno le zone dei quartieri di Pettino e Cansatessa e la frazione Arischia. Lo ha deciso stamattina la Giunta comunale. La deliberazione è stata inoltrata alla Regione Abruzzo, perché provveda a sostenere la richieste dell’ente al Governo ai fini dell’emanazione del provvedimento di stato di emergenza. La delibera approvata oggi dall’esecutivo comunale del capoluogo parte della considerazione “dell’estensione dei fenomeni e dell’estrema gravità del danno; pertanto – è scritto nel provvedimento – si profilano come indifferibili ed urgenti diversificate misure di difesa del territorio e di protezione della popolazione, misure straordinarie ed emergenziali che sono di impossibile attuazione per l’amministrazione Locale e per i soggetti colpiti e che si ritengono anche superiori alle possibilità di intervento della Regione Abruzzo”.
“Gli incendi – ha spiegato il sindaco Pierluigi Biondi – hanno finora interessato circa 700 ettari delle zone boschive che si trovano sopra i quartieri di Cansatessa e Pettino, densamente abitati, con un numero di residenti superiori a 10mila, e dell’abitato di Arischia, dove vivono 1800 persone. Inoltre i danni rilevanti del patrimonio boschivo ricadono parzialmente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”.