“Benedetto XVI si trova in gravi condizioni di salute per una infezione al viso“. A rivelarlo alla stampa tedesca è il biografo del Papa emerito, Peter Seewald. Il giornalista ha incontrato Ratzinger l’1 agosto nella sua residenza all’interno dei Giardini vaticani, il Monastero Mater Ecclesiae, per donargli una copia dell’edizione tedesca della corposa biografia realizzata in occasione dei suoi 93 anni intitolata Benedikt XVI – Ein Leben (Benedetto XVI – Una vita), che in autunno uscirà anche in italiano e in inglese. La consegna doveva avvenire proprio in occasione del compleanno, il 16 aprile, ma il lockdown ha impedito a Seewald di arrivare dalla Germania in Vaticano e si è deciso di rimandare l’incontro all’estate. Il giornalista, però, ha trovato Ratzinger molto fragile e con una voce molto flebile. Ciò anche a causa dell’infezione al viso che sta costringendo Benedetto XVI da alcune settimane a sottoporsi a una pesante terapia antibiotica. Ma questa malattia non gli impedito, il 30 luglio, di partecipare ai festeggiamenti casalinghi per i 64 anni del suo fedelissimo segretario, monsignor Georg Gänswein, che è anche prefetto della Casa Pontificia.
Seppure già in condizioni fisiche molto precarie, il 18 giugno il Papa emerito ha lasciato il Vaticano e dopo sette anni è salito nuovamente su un aereo per tornare in Baviera e salutare per l’ultima volta il fratello maggiore, monsignor Georg Ratzinger, in fin di vita. Quattro giorni di viaggio proprio qualche settimana prima che il fratello morisse. In quell’occasione Benedetto XVI ha fatto anche tappa in alcuni luoghi cari della sua vita: il cimitero di Ziegetsdorf, sulla tomba dove riposano i genitori e la sorella maggiore Maria; e la sua casa di Pentling, alla periferia di Ratisbona. Ha trascorso quasi un’ora nell’abitazione dove visse negli anni in cui fu professore di dogmatica all’Università cittadina, dal 1969 al 1977, subito prima della nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga decisa da San Paolo VI che lo creò anche cardinale. La casa, nella quale Ratzinger avrebbe voluto ritirarsi dopo la morte di San Giovanni Paolo II per godersi la pensione se il conclave del 2005 non lo avesse eletto Papa, è ora sede dell’Istituto Benedetto XVI nel quale si conserva la sua eredità teologica.
Un viaggio tanto desiderato da Ratzinger, ma che sicuramente ha inciso non poco sulle sue già difficili condizioni di salute. Sempre secondo Seewald, nonostante la malattia, Benedetto XVI è apparso ottimista sulla possibilità di riprendere presto a scrivere una volta recuperate le forze. Del resto, in questi oltre sette anni dalle dimissioni dell’11 febbraio 2013, il Papa emerito non ha mancato di far sentire la sua voce attraverso numerosi scritti che spesso hanno suscitato dibattiti molto accesi. È il caso anche della biografia scritta da Seewald, autore con Ratzinger di ben quattro libri intervista: due da cardinale, uno da Papa e uno da Papa emerito. Il volume è, infatti, impreziosito da un’intervista a Ratzinger pubblicata nell’appendice col titolo Le ultime domande a Benedetto XVI.
È in questo capitolo che il Papa emerito affronta il problema della crisi della società contemporanea paragonando il matrimonio omosessuale e l’aborto al “potere spirituale dell’Anticristo”. “Cento anni fa – afferma Benedetto XVI – tutti avrebbero considerato assurdo parlare di un matrimonio omosessuale”. Mentre oggi, sostiene Ratzinger, si è scomunicati dalla società se ci si oppone. E lo stesso vale per “l’aborto e la creazione di esseri umani in laboratorio”. Per il Papa emerito “la società moderna è nel mezzo della formulazione di un credo anticristiano e se uno si oppone viene punito dalla società con la scomunica. La paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è più che naturale e ha bisogno dell’aiuto delle preghiere da parte della Chiesa universale per resistere”.
Nella biografia di Seewald, Benedetto XVI si sofferma anche sulle resistenze ricevute durante gli otto anni del suo pontificato all’interno della Chiesa “I blocchi – spiega Ratzinger – venivano più dall’esterno che dalla Curia. Non volevo semplicemente promuovere la purificazione nel piccolo mondo della Curia, ma della Chiesa nel suo insieme”. A chi, invece, gli fa notare che lasciando il pontificato, il 28 febbraio 2013, aveva promesso che si sarebbe ritirato in preghiera come un monaco, Benedetto XVI risponde: “Il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti è una distorsione maligna della realtà”. Sostenendo che vogliono “silenziare” la sua voce e denunciando una “propaganda psicologica”. E aggiungendo: “Lo spettacolo delle reazioni della teologia tedesca è così sciocco e così cattivo che è meglio non parlarne. I veri motivi per cui vogliono silenziare la mia voce non voglio analizzarli”.
Twitter: @FrancescoGrana