L’Inno d’Italia, la lettura dei nomi delle 43 vittime del Morandi seguita dalle note ‘silenzio’, poi il taglio del nastro tricolore da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: 720 giorni dopo il crollo che spezzò Genova e causò la morte di 43 persone, viene inaugurato il nuovo viadotto ‘Genova–San Giorgio‘. La ferita causata dalla strage del 14 agosto 2018 però “non si rimargina”, ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando in Prefettura il Comitato dei familiari delle vittime. Quel crollo ha delle responsabilità che “non sono generiche”, ha ricordato il capo dello Stato, perché “hanno sempre un nome e un cognome“. Un riferimento alla famiglia Benetton e alla società che del Morandi doveva curare la manutenzione, Autostrade per l’Italia. Sono “frutto di azioni che dovevano essere fatte o di omissioni che non dovevano essere compiute”, quindi “è importante che vi sia un’azione severa, precisa e rigorosa di accertamento delle responsabilità”, ha aggiunto infatti Mattarella parlando ai parenti dei 43 morti. Poi il capo dello Stato ha raggiunto il premier Giuseppe Conte per la cerimonia di inaugurazione. Anche il presidente del Consiglio ha ricordato come sia ancora ” troppo acuto, tangibile il dolore per la tragedia” e ha sottolineato gli inadempimenti che “hanno causato il crollo” del Morandi. “Il Ponte che oggi inauguriamo è figlio della volontà di ricomporre ciò che è stato spezzato“, ha aggiunto Conte. Un ponte “semplice e forte, come questa città”, lo ha definito l’architetto Renzo Piano, padre del nuovo viadotto.
L’incontro tra Mattarella e i familiari delle vittime – I familiari erano stati invitati a partecipare alla cerimonia, ma avevano opposto il rifiuto perché ritenevano che l’evento prendesse un indirizzo troppo festoso. Mattarella conosciuta la situazione ha imposto una cerimonia sobria ed è nato l’incontro privato. A questo punto il Comitato ha accettato che sul ponte venissero letti i nomi dei loro familiari morti. “Ci tenevo a incontravi prima della cerimonia del Ponte per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente che la ferita non si rimargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo. E condivido la vostra scelta di vederci in prefettura e non sul ponte non perché” l’inaugurazione “non sia importante. Lo è per la città naturalmente. Ma perché quest’incontro è un’occasione raccolta, non di frastuono”, ha detto Mattarella ai familiari delle vittime. Il presidente della Repubblica ha aggiunto che “il sostegno ai familiari e alle loro esigenze è un sostegno sincero“. “Voi avete affrontato alcuni aspetti, come quello della concessione, e comprendo bene come sia un elemento particolarmente sensibile per tutti voi”, ha sottolineato Mattarella. “Non è competenza mia definirlo, ma del governo e del Parlamento, ma queste sono cose che so che vengono tenute in grande considerazione“, ha affermato il presidente della Repubblica.
Conte: “Opera frutto del genio italico” – “Non siamo qui semplicemente per tagliare un nastro e forse non è neppure facile abbandonarsi ad intenti celebrativi: è ancora troppo acuto, tangibile il dolore per la tragedia che si è consumata in questo luogo”, ha detto Conte cominciando il suo discorso. “Il nostro commosso pensiero – ha aggiunto il premier- è rivolto alle 43 vittime, ai loro familiari che con coraggio e con tenacia continuano a mantenere vivo e fecondo il ricordo dei loro cari”. Conte ha ricordato anche la lunga trattativa con Aspi: “Il governo ha ritenuto doveroso promuovere e condurre il complesso procedimento di contestazione degli inadempimenti che hanno causato il crollo del Ponte. E proprio di recente questo procedimento si è concluso con l’accordo di ridefinire i termini della convenzione, di riportare in equilibrio, giuridico ed economico, l’originario rapporto concessorio, con la possibilità di garantire in modo più efficace gli investimenti in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria“. “Stiamo anche lavorando – ha proseguito Conte – per ridefinire la governance e il controllo della società concessoria”. Il premier ha voluto sottolineare: “Il nostro obiettivo fondamentale è stato sempre e sarà quello di tutelare l’interesse pubblico, che non è stato adeguatamente garantito dalla struttura regolativa della precedente concessione”.
Il Ponte di Genova “è un’opera mirabile frutto del genio italico, di una virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione locale, impresa e lavoro”, ha detto Conte. “Lo Stato infatti ci insegna che riesce a mostrare il suo volto migliore quando i suoi diversi livelli di governo, le sue articolazioni istituzionali, le sue risorse agiscono sinergicamente, con spirito cooperativo, nel perseguimento dell’interesse comune”, ha spiegato il premier. “Oggi Genova riparte forte della sua operosità, come ha fatto in tanti momenti della sua storia, confidando nella forza del lavoro. Mostra un Paese che, a dispetto degli stereotipi, sa rialzarsi, che sa tornare a correre“, ha detto il premier Conte. “Genova deve ripartire e lo fa da qui” perché “il Ponte crea una nuova unità, genera nuova fiducia, ha la funzione di riavvicinare – e lo spero fortemente – i cittadini di Genova, dell’Italia intera, allo Stato”, ha concluso Conte. Nel corso del suo discorso il premier ha citato Piero Calamandrei: “Nel 1945 fondò una rivista a cui diede un titolo molto significativo, evocativo: ‘Il Ponte‘. L’intento di questo grande giurista era di offrire un contributo culturale ed un impulso progettuale per gettare un ponte tra un passato di distruzione e un futuro di rinascita, che si ergesse sulle macerie della guerra”. ” L’uomo che torna ad attraversare il ponte è l’immagine della vita che riprende il suo corso, per dirlo con le parole di Calamandrei, della ‘ritrovata unità morale dopo un periodo di profonda crisi‘. Anche questo ponte ‘Genova San Giorgio’ ha questa funzione: creare una nuova unità dopo la profonda frattura determinata dal tragico crollo del 14 agosto 2018″, ha sottolineato Conte.
Piano: “Mi auguro che il ponte sia amato” – “È un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Mi auguro che il ponte sia amato. Essere amati nella tragedia non è facile, ma credo che sarà amato perché è semplice e forte come Genova”, ha detto l’architetto Renzo Piano, padre del nuovo viadotto di Genova all’inaugurazione dell’opera. “È un ponte di luce, da qui chi viene dal Nord vede la luce che arriva dal mare. Penso al poeta Giorgio Caproni che definisce ‘Genova di ferro e di vento”. Vorrei che questo ponte venisse visto così, forgiato nel vento”. Piano, con voce commossa, ha aggiunto: “Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte e chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla: la perla è la riconoscenza“. L’architetto ha aggiunto: Qui siamo sospesi tra tragedia e orgoglio e riconoscenza, ma non parliamo di miracolo, qui è successa una cosa bella per il Paese. Costruire è una magia, i muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo, è un gesto di pace“. “Anche questo cantiere è magia, un cantiere su cui in cui su tutto prevalgono solidarietà, passione, amore”. Piano ha concluso dicendo: “Ora il ponte è vostro, lunga vita al ponte“.
Bucci: “Non deve succedere più” – “Siamo contenti. E’ un bel momento per Genova. La prima cosa che mi viene in mente è un pensiero alle 43 vittime, soprattutto alle famiglie. Sono quelle che soffrono di più. Il messaggio della nostra amministrazione è che queste cose non devono succedere più. A loro saremo sempre vicini e Genova non dimenticherà questa tragedia”. Il sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, Marco Bucci, è stato il primo a prendere la parola durante la cerimonia di inaugurazione del Ponte San Giorgio. “Un pensiero va alle 1.200 persone che hanno costruito il ponte e hanno sudato 24 ore su 24. A voi dico veramente grazie”, ha detto. “Anche alle aziende” che si sono occupate dei lavori “va il grazie della città”, ha aggiunto. “Genova ha oggi costruito un modello di successo, Genova e questo cantiere lanciano un messaggio di fiducia e di speranza per il futuro. Signor Presidente, abbiamo fatto di Genova un modello per l’Italia, noi vogliamo che l’Italia diventi un modello” per l’Europa e per il mondo”, ha detto Bucci rivolto al premier Conte .Poi è stata la volta del governatore della Liguria, Giovanni Toti: “Forse è simbolico che la mattina di 2 anni fa piovesse a dirotto e che pochi istanti fa ci fosse sulle nostre teste un bellissimo arcobaleno, spero che lo sia”.
Il programma – La cerimonia di inaugurazione del San Giorgio comincia alle 18.30 sul palco allestito appositamente sul viadotto di poco più di un chilometro. La colonna sonora è la “Creuza de ma” di Fabrizio De André suonata da 18 artisti italiani. L’inaugurazione vera e propria comincia con l’Inno d’Italia, seguita dalla lettura dei nomi delle 43 vittime e da alcuni minuti di silenzio. Per primo parla il sindaco Bucci, poi il presidente della Regione Toti, l’ideatore del progetto Piano e infine il premier Giuseppe Conte. A suggellare il tutto il suono delle sirene in cantiere e il passaggio delle Frecce Tricolori. Infine Sergio Mattarella percorrerà per primo il ponte a piedi.