Prima la manifestazione di centrodestra del 2 giugno, in cui non venivano rispettate le misure di sicurezza, poi il convegno negazionista in Senato, dove si presentò ostinatamente a volto scoperto nonostante le insistenze dei commessi. Oggi il leader leghista, mentre i sondaggi lo danno in calo, cambia registro, e in un'intervista a Sky, si rivolge ai giovani
In principio fu la fretta: “Riaprire, riaprire, riaprire” quando il virus sembrava circoscritto ad alcuni casi lombardi ma il peggio doveva ancora arrivare. Poi arrivarono i bagni di folla ai cortei e nelle piazze e i selfie a volto scoperto mascherati da galanteria: “Posso abbassarmi la mascherina quando parlo con una signora? Ah non posso?“. Infine la rivendicazione aperta, durante il convegno negazionista al Senato: “La mascherina non ce l’ho e non la metto”. Ma oggi Matteo Salvini fa retromarcia e, durante un’intervista a Sky, invita i giovani a “usare la testa” e soprattutto a “rispettare la scienza“. Ai microfoni del programma Start, il leader leghista dice alla giornalista: “La mascherina quando è necessaria si mette: adesso io e lei non la usiamo perché stiamo a un metro di distanza”. Peccato che il giorno prima, sulla spiaggia di Milano Marittima, abbracciava tranquillamente chi gli chiedeva un selfie, avvicinando il viso per entrare meglio nell’inquadratura. Bermuda a righe, crocefisso al collo, ma niente mascherina. Stesso copione anche sabato, a Cervia, sul palco della Festa della Lega.
La mascherina negli ultimi mesi è diventata la battaglia personale di Salvini. Specialmente dopo la manifestazione di centrodestra del 2 giugno, quando le foto della folla accalcata a Roma e della mascherina tricolore abbassata sul mento sollevarono un’ondata di polemiche. Anziché scusarsi, Salvini cavalcò il momento in un botta e risposta con Giovanni Floris, che lo intervistò una settimana dopo a Di Martedì. “Posso togliermi la mascherina mentre parlo con una signora? Ah no?”. Da lì in poi, togliersi la mascherina per fare le foto è diventato un gesto sempre più frequente, osservato in tutte le tappe del tour elettorale, dalla Campania alla Toscana. Niente mascherina – neanche al collo – ma selfie e abbracci in abbondanza. Una scelta rivendicata anche durante il convegno organizzato in Senato organizzato da Sgarbi e Siri alla vigilia della proroga dello stato di emergenza, in cui erano state espresse posizioni negazioniste sulla circolazione del virus, bollate subito dagli esperti come prive di alcun fondamento scientifico. In quell’occasione, i commessi del Senato avevano chiesto a Salvini, seduto in prima fila, di coprirsi il viso. Ma lui si era rifiutato: “Non ce l’ho e non la metto“. E quando un assistente gli aveva allungato una mascherina tricolore, lui l’aveva fatta prontamente scivolare in tasca, senza indossarla. E il ministro della Salute Roberto Speranza aveva fatto appello alla responsabilità: “Siamo fuori dalla tempesta ma non siamo ancora approdati in un porto sicuro. Non dividiamoci su questo”. Soprattutto in un momento in cui i contagi erano sempre di più, ma per strada e nei locali le mascherine erano sempre di meno.
Una scelta criticata anche dal vicesindaco di Valbondione in Val Seriana, Walter Semperboni, ex tesserato leghista e vicino al Carroccio. “Salvini non fa certo la cosa giusta – ha detto intervistato dal fattoquotidiano.it – Chi è in Parlamento dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio“. La questione, infatti, è anche politica: se da un lato Salvini, con il suo gesto di ribellione, intercetta il sentimento dei tanti che mal sopportano il prolungamento delle regole e delle misure anticontagio, dall’altro lato il principale serbatoio dei voti della Lega è proprio al Nord, tra Lombardia e Veneto, le regioni più colpite dalla pandemia. E la Lega continua a perdere terreno nei sondaggi: secondo i dati di Ixé, il Carroccio è sceso al 22,7%. E bisognerà capire come reagiranno al suo rifiuto delle regole tutti quegli elettori che nella pandemia hanno perso un parente o un amico, o hanno visto da vicino gli effetti della malattia e gli ospedali pieni.
Durante la festa della Lega a Cervia, il 1 agosto, Salvini ha provato a correggere il tiro: “Viva la gente che mette le distanze e usa la mascherina – ha detto dal palco – ma nessuno terrorizzi il popolo italiano, che vuole vivere e vuole passeggiare”. Salvo poi non rispettare né l’una né l’altra cosa incontrando il pubblico e stringendo mani. Paradossalmente, chi si avvicinava per chiedere una foto indossava la mascherina, lui no. Il giorno successivo Salvini era a Milano Marittima, allo stabilimento Miami Beach. Sul bagnasciuga si è mescolato alla folla, con un braccio cingeva la vita di chi vuole incontrarlo, con l’altra teneva il telefono per la foto ricordo. Tra queste foto e l’intervista di Sky non sono passate nemmeno 24 ore. Ma alla giornalista che gli fa notare i contagi in aumento, Salvini risponde: “La mascherina quando è necessaria si mette. Quando prendo il treno con mia figlia la metto sempre.”. Poi si rivolge ai giovani: “Usate la testa, rispettate quello che la scienza ci chiede di fare”. Un riferimento che colpisce, considerando che appena una settimana fa aveva definito il saluto con il gomito “la fine della specie umana“.