Il presidente Bernabò Bocca: "Va bene dare segnali di ottimismo ma fino a un certo punto, è crisi nera". La presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli dà la responsabilità a "giornali e TV che, probabilmente travisando i dati di qualche ente pubblico, descrivono il turismo italiano come in piena salute". E chiede "aiuti veri, tangibili, estesi a tutte le filiere". Ma l'agenzia non ci sta: "I nostri dati coincidono con i loro"
L’ottimismo dell’Agenzia italiana del turismo, secondo cui nella settimana di Ferragosto “l’Italia è quasi sold out“, innervosisce le imprese del settore. Che ricordano come la situazione resti difficilissima: “crisi nera“, riassume il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. Secondo cui “i dati dell’Enit dell’altro giorno sono un film… Va bene dare segnali di ottimismo ma fino a un certo punto. Gli operatori del turismo del resto d’Italia stanno vedendo un film molto diverso, non bisogna travisare la realtà, non fa bene al settore”. Insomma: l’ente pubblico vigilato dal ministero dei Beni culturali e del turismo avrebbe peccato di eccesso di entusiasmo. Perché, se nel suo bollettino mette nero su bianco che quest’anno il contributo diretto del turismo all’economia italiana diminuirà di 2,6 punti percentuali, dal 5,7 al 3,2% del pil, il comunicato che l’ha accompagnato inizia così: “L’Italia non si lascia abbattere dal Covid e anzi con il turismo reagisce meglio di altri Paesi”.
Un’accusa che Enit però rimanda al mittente: “Non comprendiamo la polemica e le reazioni innescate da alcune associazioni di categoria”, si legge in un comunicato. “In effetti i dati forniti una settimana fa da Federalberghi (46% di italiani in vacanza nell’estate 2020) coincidono quasi perfettamente con quelli dell’Ufficio Studi di Enit (47,5% di italiani)”. E a proposito del dato più contestato, cioè degli alberghi quasi sold out nella settimana di ferragosto, si difende così: “Il dato sulle prenotazioni online per la settimana di Ferragosto (dove è citata la fonte Booking.com) – aggiunge – si inserisce in un contesto fortemente influenzato dalle compensazioni delle partenze da parte degli italiani per le tradizionali vacanze estive ed è comunque un segnale positivo da evidenziare e che continueremo a monitorare. Ciò nonostante, come ampiamente indicato anche nell’ultimo bollettino, le imprese in attività non raggiungono la completa occupazione delle camere come negli anni passati nemmeno nelle settimane di altissima stagione”. L’agenzia spiega poi che “ormai da 7 settimane fotografa il mercato nazionale e internazionale rilevando nello specifico il – 82% degli arrivi aeroportuali internazionali (fonte Fordward Data), il – 90,3% delle prenotazioni aeroportuali internazionali fino a settembre, proiettando per tutto il 2020 un calo degli arrivi stranieri del – 55% (fonte Oxford Economics) e una diminuzione del 31% degli italiani”
Dal canto suo la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli dà la responsabilità a “giornali e TV che, probabilmente travisando i dati di qualche ente pubblico, descrivono il turismo italiano come in piena salute, con località sold out e incassi da capogiro”. Ma “la situazione reale è ben diversa e i dati parlano chiaro”: perdite per più di 50 miliardi di euro, occupazione dimezzata, incassi falcidiati dalle spese enormi sostenute per sanificazione e pulizie straordinarie, perdita totale del turismo straniero, scarsa propensione alla programmazione del turista italiano che prenota soprattutto sottodata, interi settori fermi da mesi e non ancora ripartiti (Tour operator, agenzie di viaggio, eventi, congressi, fiere, intrattenimento) e stagione limitata alle settimane centrali di agosto. La conclusione è la richiesta di altri sostegni dal governo, dopo il bonus vacanze e la cig: “Il grosso della crisi deve ancora arrivare, i conti li faremo a settembre e se non arriveranno aiuti veri, tangibili, estesi a tutte le filiere del turismo e di media/lunga durata rischiamo di perdere dal 30 al 50% della nostra offerta turistica nazionale”.