Politica

Nuovo ponte, Salvini: “Lega vuole modello Genova per tutte le opere pubbliche ma se rimani schiavo della Cgil non lo farai mai”

A Genova ho voluto esserci oggi per evitare che una data come quella di ieri fosse infangata dalla polemica di qualche sciocco. C’è qualche giornalista secondo cui se scendi dal letto col piede destro sei fascista, mentre se scendi col piede destro sei comunista. Quindi, ho preferito silenziosamente e rispettosamente andare a Genova il giorno dopo”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Non stop news”, su Rtl 102.5, dal leader della Lega, Matteo Salvini, che sull’inaugurazione del nuovo ponte di Genova aggiunge: “Sono orgoglioso della ricostruzione, anche perché insistemmo noi come Lega a volere il commissario, il sindaco coi pieni poteri, altrimenti, rispettando la burocrazia e il codice degli appalti, quel ponte non l’avremmo mai avuto. Tuttavia, per responsabilità di questo governo, ci sono troppe opere pubbliche ferme. Noi invece vorremmo applicare il modello Genova e burocrazia zero a tutte le opere pubbliche, ma se rimani schiavo della Cgil, contrario all’azzeramento del codice degli appalti, non lo farai mai”.

Inevitabile il riferimento al suo processo a Catania: “Qual è la strategia per affrontare gli sbarchi? Bisogna organizzare corridoi umanitari in aereo con i profughi veri, da zone di guerra vere, e bloccare l’arrivo di qualsiasi barchino o barcone gestito da trafficanti di esseri umani. E’ quello che fa tutto il mondo. In Italia invece, a luglio, ci sono stati 7 volte gli sbarchi che ci furono l’anno scorso. Non pretendevo una medaglia, perché era il mio lavoro ed era quello che gli italiani mi chiedevano, ma non mi aspettavo nemmeno due processi. Se volete venire a farmi compagnia, il 3 ottobre sarò in tribunale a Catania. Non ci sono abituato ad andarci da imputato o da cosiddetto ‘criminale’, ma ci vado a testa alta”.

E annuncia: “Sicuramente qualche esponente del governo verrà a farmi compagnia. Anzi, tutti. Quando decidemmo di proteggere i nostri confini, che è un dovere, eravamo tutti d’accordo. Non è che io mi alzassi la mattina a giocare a battaglia navale. Io rischio 15 anni di carcere per aver fatto rispettare la legge, vi sembra normale? Quindi in tribunale ci andremo tutti quanti. Non ci andrò da solo, questo è poco ma sicuro. Ho sentito l’ex ministro dell’Economia (Giovanni Tria, ndr) e mi ha detto che quello che decidevamo lo facevamo tutti insieme. Ma voi pensate che quelli che stanno sbarcando ora coi cappellini di paglia, i telefonini a 1000 euro i barboncini col guinzaglio scappino davvero dalla guerra? Siamo seri”.

Il capo del Carroccio, infine, nega qualsiasi dietrofront nella sua posizione sull’uso delle mascherine: “Nei luoghi chiusi va usata. All’aperto, se si rispettano le regole e le distanze, si può vivere, si può respirare, si può sorridere, ci si può avvicinare a un altro essere umano. Questo terrorismo quotidiano col bollettino degli infettima muoiono anche persone per incidenti stradali, per suicidio, di cancro, di complicazioni operatorie – conclude – Tenere sotto ricatto, sotto minaccia di chiusura un intero popolo quando l’emergenza fortunatamente non c’è più, è un danno enorme all’economia, alla cultura e alla socialità. Sono preoccupatissimo per la scuola: ho due figli che vanno a scuola e non sappiamo ancora gli orari scolastici, quanti bimbi per classe, con quanti insegnanti. E’ assurdo essere ad agosto e non sapere cosa succederà a settembre nella scuola italiana”.