di Andrea Taffi

Difendere Matteo Salvini (oggi come ieri) è un’operazione ontologicamente sbagliata. E comunque (lo dico subito) non è certo questa la mia intenzione. In merito alla vicenda della nave Open Arms, la decisione che prese Salvini, in qualità di Ministro degli interni del tempo, di bloccare lo sbarco dei migranti a bordo non la condivisi – e non la condivido nemmeno adesso. E questo a prescindere dalla discussione sul fatto che si sia trattato di una decisione presa nell’interesse nazionale o nel misero interesse elettorale e di crescita del consenso personale e di partito del leader della Lega.

Fu quella (secondo me) soltanto una decisione umanamente sbagliata, perché carica di conseguenze negative solo per persone disperate, in fuga da miseria e da guerra, esseri umani che il senso di solidarietà umana, ancor prima che il diritto della navigazione e internazionale, avrebbe dovuto portare ad aiutare, a prescindere. Non fu così, lo sappiamo bene. E adesso Matteo Salvini, nella sua ex qualità di Ministro degli interni, ne paga le conseguenze, o comunque rischia di farlo.

Il Senato della Repubblica, infatti, con una maggioranza risicatissima, ha detto sì al processo a Salvini da parte della magistratura ordinaria per i fatti legati alla gestione della nave Open Arms, e il leader della Lega e (di fatto) capo dell’opposizione (Meloni permettendo) sarà chiamato a rispondere di reati anche gravi, come il sequestro di persona. Ripeto: così sia. Vedremo cosa deciderà la magistratura, con buona pace di tutti.

Eppure un dubbio ce l’ho; un dubbio che non riguarda Matteo Salvini, il quale se ha sbagliato (come sembra a me) è giusto che paghi. No, il mio dubbio riguarda il governo, quello attuale che, per tutto quello che è successo quasi un anno fa, non è poi così tanto diverso da quello attuale, nel senso che lo stesso è il presidente del Consiglio e la stessa è una forza della maggioranza attuale, uguale a quella dei tempi di Salvini vice premier.

E questa (secondo me), nel contesto della autorizzazione del Senato al processo ordinario a Salvini, non è una cosa di scarsa importanza politica. Infatti, Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle (presenti nel governo con e senza Salvini), anche se di malavoglia, di certo avallarono le decisioni dell’allora Ministro degli interni sulla vicenda Open Arms.

Salvini tutto questo lo invoca a sua difesa, anche se (a mio giudizio) il fatto di condividere con altri responsabilità anche (e soprattutto) sue non lo salverà, ove i giudici (s’intende) riconosceranno come penalmente rilevante la condotta di Matteo Salvini.

Insomma, io credo che sul banco degli imputati nel processo a Salvini non ci sia solo lui ma anche (in una sorta di convitato di pietra) Conte e il Movimento 5 stelle. Forse è per quello che la maggioranza che ha deciso per il processo a Salvini è stata risicatissima e favorita dal fattivo contributo di Matteo Renzi e dei suoi.

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