Nel novembre del 2018 gli arresti a Siracusa. In questi giorni nell’abito del processo per gli abusi subiti da bambini di , 4 e 7 anni “venduti” per pochi euro dalla madre sono emerse le modalità con cui le vittime venivano sacrificate. “I bimbi erano messi in fila per essere abusati” da tre uomini, tra cui un carabiniere. Imputati nel procedimento la madre dei bambini – un maschietto e due femminucce – un militare dell’Arma di 41 anni, e il padre della donna con cui il figlio maggiore dell’imputata conviveva. Sul banco dei testimoni gli educatori e i genitori affidatari delle vittime.
I bambini prima degli arresti erano stati tolti alla responsabilità della donna e ospitati in una struttura di accoglienza. I fatti risalgono al 2014, quattro anni prima che i carabinieri del Nucleo investigativo dei carabinieri effettuassero gli arresti dei tre indagati, avvenuti nel 2018. La donna vendeva i figli in cambio di piccole somme, fino a 20 euro. Le violenze, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti di Catania, avvenivano in “cantina”, come hanno raccontato le vittime. Venivano fottografati da un anziano che è morto. La prossima udienza è in programma per la metà di settembre. Le indagini erano partite dalla denuncia per maltrattamenti e violenze presentata da operatori di una comunità in cui erano state collocate due sorelline, mentre il terzo fratellino era stato affidato ad una famiglia. Era il 2016.
Una volta fuori dal contesto familiare, in cui avevano vissuto in condizione di assoluto degrado e di abbandono, di malnutrizione, di carenze igienico-sanitarie, i tre minori avevano autonomamente, l’uno dall’altro e in contesti separati, avevano cominciato a raccontare gli abusi ripetuti nel tempo dagli indagati con la complicità della madre.