Non solo il duo Trump-Pompeo affossa i concorrenti cinesi TikTok e Huawei con la scusa del neo maccartismo anticomunista, ma regala $765 milioni a un’azienda Usa fallita con esperienza o competenza zero per creare una start-up di prodotti farmaceutici. Insider trading, con il titolo Kodak da $2 a $60?

Volete un case study per un corso intensivo su ciò che costituisce insider trading, ovvero l’utilizzo in borsa di informazioni riservate non di pubblico dominio? Parliamo del recente caso Kodak, marchio famoso appartenente all’era giurassica delle pellicole fotografiche. Io la vedo così: Kodak la scorsa settimana è stata usata da Trump e dai suoi accoliti per mettere a segno rapidi guadagni a Wall Street, quel che è peggio con i soldi pubblici e in spregio al libero mercato. In teoria un giallo in cui si sa fin da subito chi è l’assassino. Sarebbe infatti facile verificare quali sono le responsabilità dei personaggi coinvolti ma in pratica con le attuali priorità della Sec (Security and Exchange Commission, la Consob americana) impegnata a non smorzare i maxi rialzi a Wall Street nel mezzo della crisi economica post-Covid 19, e con l’apatia etico-legale del Dipartimento di Giustizia Usa, guidato dal succube William Barr, che alla fine non accada nulla è un’ipotesi credibile.

Per riassumere, il 28 luglio dalla Casa Bianca Donald Trump ha annunciato che Kodak – una società quotata al New York Stock Exchange con meno di $100 milioni in capitalizzazione di mercato, in pratica un fondo pensione associato a un ex marchio famoso – riceverà $765 milioni in “prestiti” dal governo degli Stati Uniti per creare una “start-up farmaceutica” che per un periodo di 8 anni inizierà a produrre, appunto, “forniture farmaceutiche”. I 765 milioni di dollari di prestiti a fondo perduto, elargiti a questa azienda a micro-capitalizzazione senza esperienza o competenza nel settore, provengono da International Development Finance Corporation (Dfc), una cassaforte da $60 miliardi istituita dall’amministrazione Trump nel 2019 in sostituzione della Overseas Private Investment Corporation (OPIC). Sì, “sviluppo internazionale” e “investimenti esteri”. Di cui qui non c’è traccia.

Si tratta dell’ultimo episodio che caratterizza il nuovo capitalismo clientelare americano. Ricordiamo che in questi giorni sono in corso atti di vera e propria pirateria da parte degli Stati Uniti volti ad affossare i concorrenti ‘made in China’ TikTok e Huawei. Trump vuole distruggere TikTok con la scusa della sicurezza nazionale (in realtà migliaia di giovani utenti Usa della app di brevi video hanno boicottato un comizio del presidente finito in flop, e lui si vuole vendicare). TikTok fa ora gola a Microsoft, spendendo $100 miliardi il colosso di Bill Gates garantirebbe un’americanizzazione del popolare software. Il succo è che ambedue i campioni tech della Cina – TikTok e Huawei – sono troppo forti per essere lasciati competere con le concorrenti americane e quindi, con la scusa del neo maccartismo anticomunista e lo strumento dell’ingerenza politica sul mercato vengono schiacciate dalla Casa Bianca, ostracizzate.

Speculare di 180 gradi il caso Kodak. I tre uomini al vertice, il Ceo Jim Continenza, i membri del consiglio di amministrazione George Karfunkel, della famiglia di banche private equity Zyskind-Karfunkel, e Philippe Katz hanno ricevuto decine di migliaia di titoli azionari e options dell’azienda negli ultimi 60 giorni, perché è qui che vengono ricavati i soldi veri di questo nuovo capitalismo clientelare e corrotto. Nei giorni precedenti l’annuncio di Trump, a Wall Street si è registrato un volume medio di scambio 25 volte più alto rispetto alla settimana precedente. Sulla base dei prezzi di chiusura per il titolo KODK Jim, George e Philippe dovrebbero aver guadagnato circa $400 milioni nelle 48 ore successive alla conferenza stampa di Trump, soldi facili facili. L’azione è salita dai $2 della settimana precedente a un top di quota $60.

Qui parliamo di governo degli Stati Uniti, con Donald Trump nelle vesti di showman, di fronte alle telecamere nella conferenza stampa alla Casa Bianca. Ci sono poi il segretario al commercio Wilbur Ross e il segretario di Stato Mike Pompeo, che fanno parte del consiglio di amministrazione della DFC e hanno approvato il piano di finanziamento per Kodak, ciascuno rendendo favori a chissà quanta gente. Larry Kudlow, direttore dello United States National Economic Council, molto legato a Kodak e alla sua area di Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, nello stato di New York, dove ha frequentato la locale università. Infine Adam Boehler, 41enne CEO del DFC, il quale corona così una redditizia carriera governativa.

Il neo capitalismo clientelare Usa – fronte interno speculativo pro ricchi rispetto alla feroce guerra esterna contro la Cina – si esplicita quando appunto Boehler di International Development Finance Corporation “viene a sapere” – sue esatte parole – che un’azienda fallita con esperienza o competenza zero in medicina o farmaceutica “è interessata a creare una start-up che possa fornire ingredienti per prodotti farmaceutici”. E così – nel giro di pochi giorni – nelle vesti di capo di un ricco fondo del governo avanza una proposta per dare a quella società 765 milioni di dollari, provocando il forsennato rialzo in borsa del titolo Kodak dai $2 della settimana precedente fino al massimo di $60 in un vorticoso buy di azioni e opzioni gestito dai soliti noti. Il Far West era una favola per educande, al confronto di questa America trumpiana ormai declassata a democratura erdoganiana.

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