Conti a prova di pandemia per Intesa Sanpaolo che ha chiuso il primo semestre del 2020 con utili per oltre 2,5 miliardi di euro, miglior risultato dal 2008. I profitti sono saliti del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2019 e avvicinano sensibilmente il gruppo all’obiettivo dei 3 miliardi di utili previsto per l’intero anno. La banca ha già accantonato quasi 900 milioni di euro per far fronte alle prossime eventuali perdite legate ai contraccolpi della pandemia sui conti delle aziende a cui Intesa Sanpaolo ha concesso finanziamenti. Nel complesso la qualità del credito per ora risulta in miglioramento, possibile che un aiuto sia arrivato anche dalla garanzia pubblica concessa su nuovi prestiti chiesti in pieni pandemia. I crediti “malati” scendono del 4,6% rispetto al 2019 e rappresentano il 7% del totale dei finanziamenti in essere che ammontano a oltre 400 miliardi di euro. Solo tra gennaio e giugno la banca ha erogato nuovi prestiti a medio lungo termine per 35 miliardi di euro. Dopo la presentazione dei dati il titolo Intesa Sanpaolo è balzato in borsa fino a 1,78 euro, con un rialzo del 4% rispetto all’apertura.

Durante la presentazione dei dati, l’amministratore delegato Carlo Messina è intervenuto anche sull‘acquisizione di UBI completata la scorsa settimana. “Intesa Sanpaolo e Ubi hanno modelli di business simili, ha affermato Messina, con culture e valori aziendali condivisi. Insieme, possiamo rafforzare un gruppo campione nazionale e leader a livello europeo, forte di oltre 1,1 trilioni di euro che gli italiani ci affidano. Insieme siamo più forti e insieme abbiamo un maggiore potenziale di crescita. Possiamo proiettarci – aggiunge – nelle primissime posizioni tra le banche dell’Eurozona: diventiamo la seconda banca per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo”.

Parlando con gli analisti Messina ha però aggiunto che “il consolidamento europeo non è una priorità”. Per ora insomma la banca non è a caccia di altre prede fuori dai confini nazionali. Quanto ai dividendi il numero uno di Intesa Sanpaolo ha affermato che verrà rispettata la decisione della Banca centrale europea di sospendere le erogazioni fino a fine anno. “Ma ci sarà un momento. ha aggiunto Mesisna, in cui l’esigenza di dare liquidità agli investitori sarà la priorità per il futuro. A quel punto saremo nella posizione di avere un 75% accumulato per il 2020 e di chiedere una distribuzione a riserve per il 2019. Tutto questo dopo l’approvazione della Vigilanza europea, che rispettiamo”.

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