Fino a 500 euro a famiglia per l’acquisto di servizi internet e strumenti per navigare, pc o tablet. Sarà questo, a regime, il risultato del via libera della Commissione europea al piano da 200 milioni di euro proposto dal governo italiano per aiutare i nuclei a basso reddito a connettersi alla rete veloce. Il regime di voucher, approvato con alcuni paletti per garantire che sia compatibile con la normativa sugli aiuti di Stato, rientra nel pacchetto previsto dal Comitato banda ultra larga presieduto dalla ministra per l’Innovazione, Paola Pisano. Le risorse – in totale 1,3 miliardi, perché ci saranno voucher anche per scuole e pmi – sono state stanziate dal Cipe addirittura dal 2017 ma non sono ancora state utilizzate.
Lo sconto interesserà le famiglie con un Isee sotto i 20mila euro. Fino a 200 euro saranno garantiti per servizi di banda ultra larga – con velocità di download di almeno 30 Megabit al secondo – e 300 per le apparecchiature. Una nota dell’esecutivo Ue spiega come la misura “contribuirà a ridurre il divario digitale in Italia, limitando al contempo possibili distorsioni della concorrenza”. Secondo la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager “farà sì che le famiglie ammissibili possano telelavorare e aver accesso ai servizi educativi offerti online senza costi aggiuntivi, attraverso la tecnologia di loro scelta”.
Bruxelles ha constatato che il regime notificato dall’Italia, destinato principalmente alle famiglie, costituisce al tempo stesso un aiuto di Stato a favore degli operatori di servizi di telecomunicazione ma sarà “neutro” sotto il profilo tecnologico. Le famiglie ammissibili potranno infatti usare il voucher per iscriversi a qualsiasi servizio d’accesso a banda larga di nuova generazione (NGA) presso l’operatore di loro scelta. Inoltre, non vi sarà discriminazione basata sull’origine dell’operatore di telecomunicazioni o sull’origine dei prodotti. Qualsiasi operatore di telecomunicazioni in grado di fornire i servizi richiesti avrà la possibilità di offrirli. L’Italia prenderà inoltre le misure necessarie per evitare indebite distorsioni della concorrenza, in particolare verificherà che il regime non sia usato per limitarsi a sostituire iscrizioni già esistenti ai servizi a banda larga NGA. Su queste basi la Commissione ha concluso che il regime è conforme alle norme sugli aiuti di Stato e contribuisce agli obiettivi strategici dell’Ue definiti nell’agenda digitale europea.