Le associazioni di categoria avevano denunciato il rischio che la gara andasse “deserta” a causa dei tempi contingentati. Molti produttori si erano spinti anche oltre, parlando di condizioni “impossibili da rispettare”. Un attacco a cui poi si è accodata anche la politica (dentro e fuori alla maggioranza): la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini ha parlato di “fallimento annunciato”, Carlo Calenda di “bandi impossibili”, mentre Italia Viva ha fatto trapelare “preoccupazione” e il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che sarebbe stato un “regalo” alle “aziende cinesi”. Ma ora che il bando europeo per l’acquisto di tre milioni di banchi lanciato dal commissario Domenico Arcuri si è chiuso, i numeri raccontano una storia diversa. Stando a quanto apprende Il Fatto Quotidiano, alla gara hanno aderito 14 aziende, tra cui anche alcune straniere. Un risultato che Arcuri considera “soddisfacente” e su cui è già al lavoro la Commissione giudicatrice in vista dell’affidamento alla società vincitrice entro il 12 agosto.
L’appalto prevede una fornitura fino a 1,5 milioni di banchi monouso tradizionali (singoli) e fino a 1,5 milioni di banchi di tipo innovativo, cioè quelli dotati di rotelle per cui la ministra Lucia Azzolina è stata subissata di critiche dentro e fuori alla maggioranza. L’obiettivo del governo è quello di riprendere le lezioni in sicurezza a settembre e garantire il distanziamento sociale tra gli alunni. La gara doveva concludersi il 30 luglio, ma Arcuri ha deciso di prorogarla al 5 agosto per consentire una maggiore partecipazione di aziende. Le tappe ora prevedono che nel giro di pochi giorni venga scelta la società vincitrice e che gli arredi vengano consegnati in tempo per l’avvio del nuovo anno, pena il pagamento di pesanti sanzioni.
La vicenda aveva creato immediate polemiche a causa di un durissimo comunicato rilasciato subito dopo l’avvio della gara da parte di Assoufficio e Assodidattica, le cui aziende aderenti coprono oltre il 95% del fatturato nazionale in fatto di materiali per le scuole. A loro parere, i termini di scadenza previsti dal bando impongono di concentrare in 23 giorni, “compresi tutti i festivi”, la “produzione di 5 anni”. “Viene da chiedersi se, prima di stenderlo, qualcuno si sia posto il problema se sarebbe andato deserto. Purtroppo sembra di no”, si leggeva nella nota. Nemmeno di fronte alla proroga della scadenza di 5 giorni decisa da Arcuri la loro posizione è cambiata. “Leggiamo sul sito del ministero dell’Istruzione che il Bando Arcuri per la realizzazione di banchi monoposto e con rotelle è stato rivisto. Ma siamo costretti a constatare che la pezza è peggio del buco”, ha commentato Assoufficio di FederlegnoArredo. “Se anche avessi 200mila banchi in magazzino avrei bisogno di dieci chilometri di camion per farli uscire dall’azienda”, ha chiarito a Ilfattoquotidiano.it Massimiliano Di Biase di Arreda La Scuola srl. “E poi quanto tempo è necessario per portarli nelle scuole? 200mila banchi si distribuiscono in due mesi”.
Non sono mancate polemiche nemmeno all’interno della maggioranza, da parte dell’opposizione e pure da una certa stampa nazionale. “La ministra dell’Istruzione e il commissario Arcuri chiariscano se questo intervento milionario messo in campo riuscira’ a centrare l’obiettivo di far tornare la totalita’ dei ragazzi nelle loro classi”, ha dichiarato il 22 luglio Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura. “Che succede se il bando va deserto?”, si è chiesta invece nei giorni scorsi la deputata forzista Elvira Savino, chiedendo le dimissioni della ministra Azzolina. “Un nuovo buco nell’acqua” del governo, ha commentato la collega del Senato Licia Ronzulli. Per non parlare poi dell’esposto presentato all’Anac e alla Corte dei Conti dal Codacons e del coro, quasi univoco, di molti giornali. Una settimana fa Il Foglio scriveva che “se le condizioni restano queste, le imprese continueranno a tenersi alla larga dal bando, sia quelle italiane sia quelle straniere”. Proprio stamattina La Verità ha titolato: “Il bando per i banchi verso un altro flop. E stavolta l’Azzolina rischia di saltare”. Chiude il cerchio il giornalista Nicola Porro, che in un video poi condiviso dal profilo Twitter di Matteo Salvini e da Lega-Salvini Premier ha definito la gara europea una “cagata”.