A darne notizia è il Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Disease) guidato dallo scienziato Anthony Fauci, che spiega: "Studiare l’impatto di questa terapia sperimentale su più popolazioni di pazienti allo stesso tempo è fondamentale per determinare se può aiutare i pazienti con diversi livelli di gravità della malattia"
Studi simultanei in tutto il mondo. In attesa di uno o più vaccini per prevenire Sars Cov 2 c’è una strada terapeutica che si potrà percorrere prima: quella degli anticorpi monoclonali. Negli Usa, il paese più colpito dall’epidemia di Covid con più di 4.730.000 casi e oltre 156.000 vittime, è partita una sperimentazione di fase 3. I pazienti ricoverati con Covid 19 in alcuni ospedali selezionati in tutto il mondo potranno decidere di partecipare alla sperimentazione clinica avviata per testare la sicurezza e l’efficacia di questo potenziale nuovo trattamento per la malattia. A darne notizia è il Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Disease) guidato dallo scienziato Anthony Fauci, che spiega: “Studiare l’impatto di questa terapia sperimentale su più popolazioni di pazienti allo stesso tempo è fondamentale per determinare se può aiutare i pazienti con diversi livelli di gravità della malattia. Questi studi simultanei hanno il potenziale per produrre dati clinici significativi e completi”.
Lo studio, randomizzato e controllato, è stato battezzato Activ-3 ed è progettato per espandersi e testare diversi tipi di trattamenti con anticorpi monoclonali. I partecipanti vengono assegnati in modo casuale a due gruppi, il gruppo sperimentale che riceve il trattamento o il gruppo di controllo/confronto che riceve un altro trattamento o un placebo. Si potranno anche arruolare altri volontari nel mezzo della sperimentazione, se un trattamento specifico mostrerà risultati promettenti. La sperimentazione si svolgerà in ospedali selezionati in tutto il mondo che fanno parte delle reti di sperimentazione clinica esistenti. “Sotto l’Operazione Warp Speed, il governo degli Stati Uniti ha riunito più agenzie per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di contromisure mediche per Covid 19″, ha dichiarato il direttore dei National Institutes of Health Francis S. Collins. “Gli studi Activ sono solo alcuni esempi di questa attività, per generare risultati scientificamente validi”.
Si inizierà studiando l’anticorpo monoclonale sperimentale LY-CoV555, identificato in un campione di sangue di un paziente guarito da Covid 19 recuperato. L’anticorpo LY-CoV555 è stato scoperto da AbCellera Biologics (Vancouver, British Columbia) in collaborazione con il centro di ricerca sui vaccini del Niaid. Successivamente, è stato sviluppato e prodotto da Lilly Research Laboratories, in collaborazione con AbCellera. Il prodotto sperimentale è anche in fase di test in un altro studio, Activ-2, condotto nelle persone con sintomi lievi o moderati di Covid 19 che non sono stati ricoverati in ospedale.
Gli anticorpi monoclonali vengono studiati anche in Italia. Rino Rappuoli, coordinatore del Mai (Monoclonal Antibody Discovery) Lab di Toscana Life Sciences, a Siena, nonché chief scientist e head external R&D di Gsk Vaccines, in una intervista al Corriere della Sera spiega che il team di ricercatori ha individuato tre anticorpi estremamente potenti contro Sars CoV 2. Solo uno toccherà il traguardo e sarà trasformato in farmaco. Un risultato importante, frutto di mesi di fatica. Rappuoli e colleghi hanno analizzato il sangue di 15 pazienti che sono stati ricoverati per Covid all’Istituto Spallanzani di Roma o nell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, oggi convalescenti o guariti. “Si tratta di armi biologiche che combattono il virus spiega Rappuoli, il nostro obiettivo è usare queste molecole naturalmente presenti nel nostro organismo per produrre farmaci. Per isolare e purificare i tre anticorpi super potenti abbiamo studiato a fondo le cellule B dal lingue di pazienti convalescenti, isolando solo quelle in grado di riconoscere il virus; parliamo dello 0,1% del totale”. “Abbiamo identificato 450 anticorpi in grado di neutralizzare il coronavirus, ma la maggior parte ha un effetto limitato per cui sarebbe necessario, una volta ottenuto il farmaco, ricorrere a dosi altissime per curare i positivi, per via endovenosa. Gli anticorpi super potenti (per capirsi, mille volte più della media degli altri) sono in grado di sconfiggere Sars CoV 2 anche se somministrati in piccole quantità, con una semplice iniezione sottocutaneo. Il nostro obiettivo adesso è produrre un farmaco, dal migliore di questi tre anticorpi, che possa far guarire i pazienti positivi al coronavirus in pochi giorni, con una dose da 1 millilitro che si può assumere anche a casa”.