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Nitrato ammonio, deposito Beirut era “bomba a orologeria”. Direttore dogana: “L’esplosivo era lì da sei anni, ma nostre denunce ignorate”

Il materiale era stato sequestrato da una nave diretta in Zambia nel 2014. Da allora la magistratura era stata più volte sollecitata per arrivare a una sua rimozione, ma non ha mai risposto. Ora verranno aperte le indagini per capire le circostanze dell'evento e stabilire le responsabilità

Era una “bomba a orologeria” il magazzino che conteneva da sei anni le 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio esplose ieri nel porto di Beirut causando almeno 100 morti e 4.000 feriti. Lo definivano così alcuni dipendenti del magazzino, sapendo che al suo interno erano contenuti enormi quantità del composto chimico altamente esplosivo. Il materiale, infatti, si trovava a pochi minuti a piedi dai quartieri dello shopping e della vita notturna di Beirut dal 2014, quando era stato sequestrato da una nave che avrebbe dovuto dirigersi verso lo Zambia. Lo sostiene l’emittente libanese Mtv, secondo la quale il sequestro è avvenuto dopo un guasto alla nave rimasta nel porto della capitale libanese, confermando quanto detto dal capo della Sicurezza Generale del Libano, Abbas Ibrahim, che aveva parlato di “materiale altamente esplosivo” confiscato anni prima e immagazzinato nel deposito.

Da allora l’ex direttore della dogana Shafiq Marei e l’attuale Badri Daher avevano più volte sollecitato la rimozione del materiale per il pericolo che rappresentava, ma senza ricevere una risposta. In particolare, Daher ha dichiarato che alla magistratura libanese è stato notificato per sei volte che il deposito di nitrato d’ammonio al porto di Beirut era pericoloso e che i funzionari della dogana avevano chiesto di trasferire il materiale, ma l’autorizzazione non venne mai concessa, secondo quanto riferisce al-Arabiya. Era da sei anni, quindi, che il materiale era depositato nel magazzino portuale senza misure di sicurezza, “mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini”, secondo quanto dichiarato dal primo ministro del Libano Hassan Diab.

Adesso, proprio per accertare sia le responsabilità che si sono accumulate in questi sei anni, il Consiglio supremo della Difesa libanese ha chiesto l’apertura di un’indagine sulle circostanze dell’evento. Il Consiglio supremo ha inoltre raccomandato al Consiglio dei ministri di affidare i compiti di sicurezza nella capitale alle autorità militari. Resta ancora da comprendere, infatti, come sia stato possibile che grandi quantità di sostanze chimiche pericolose siano state immagazzinate vicino al centro di Beirut senza adeguate misure di sicurezza.