L'artista ha pubblicato l'ultimo singolo “Ricominciare ancora” un titolo ottimista per uno dei più grandi talenti della musica italiana, che però ha vissuto negli ultimi anni alti e bassi. Dopo la gestione delle discografiche Warner e Sugar, ha deciso di fondare coraggiosamente da sola la sua etichetta indipendente PipShow, proprio per iniziare un nuovo percorso. Ecco perché una voce unica, come la sua, andrebbe valorizzata e protetta, proprio come una creatura in via d'estinzione
Questa è una riflessione che nasce da un punto fermo: Arisa è uno dei migliori talenti che esistano nella musica italiana, la sua voce cristallina e potente e la sua sensibilità artistica sono beni da preservare e tutelare. La carriera di Arisa parla da sola ed è costellata da tantissime soddisfazioni con sei album alle spalle (l’ultimo è “Una nuova Rosalba in città” del 2019) e due Best Of, ha vinto ben due Festival di Sanremo (sia nella categoria Nuove Proposte con “Sincerità” nel 2009 che tra i Big con “Controvento” nel 2014) e si contano altre quattro partecipazioni all’Ariston: nel 2010 con “Malamorenò”, nel 2012 con la bellissima “La notte” che si è classificata al secondo posto, nel 2016 con “Guardando il cielo” e infine nel 2019 con “Mi sento bene”.
Non solo una carriera nella musica. Arisa è stata anche giudice a “X Factor” nella quinta, sesta (memorabile il suo sfogo in diretta “Sei falsa, Simona ca**o” contro la Ventura) e decima edizione, oltre che co-presentatrice sul palco dell’Ariston nel 2015 con Emma e Carlo Conti. Non è tutto perché Arisa dà il meglio di sé quando unisce la musica al cinema: ha vinto due premi al Nastro d’argento come Miglior Canzone Originale nel 2017 con “Ho perso il mio amore” di Cheope, Federica Abbate e Giuseppe Anastasi (dalla colonna sonora del film “La verità, vi spiego, sull’amore” diretto da Max Croci) e nel 2018 con l’intensa e bella “Ho cambiato i piani” di Niccolò Agliardi e Edwyn Roberts da “Nove lune e mezza” di Michela Andreozzi. Infine ha partecipato alla prima edizione del programma cult di Rai Uno “Il cantante mascherato”, era l’irresistibile barboncino.
Attualmente Arisa è impegnata con una serie di concerti in giro per l’Italia insieme a tre musicisti (sempre nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19) e ha lanciato il singolo “Ricominciare ancora”, che segna l’inizio di un percorso da indipendente con l’etichetta PipShow, fondata con la collaborazione della sorella e del fidanzato, e distribuita da Believe. Il brano – scritto da Federica Abbate con Claudia Franchini – sebbene fosse stato annunciato il 24 luglio, è stato pubblicato il 4 agosto, dopo alcuni rinvii e ritardi tecnici. Mentre i fan preoccupati hanno chiesto sui social che fine avesse fatto la canzone, l’artista stessa ha risposto di pazientare ancora un po’.
Come ha rivelato Arisa stessa, “Ricominciare ancora” è una canzone che risale a due anni fa, poi recuperata per lanciarla questa estate. Un brano di speranza che incita al cambiamento, che però non valorizza appieno il talento della cantante. Non è sufficiente, non basta e poco si presta all’intensità della sua voce. Questo indubbiamente è un momento delicatissimo per la sua vita artistica, che viene dopo la rottura con la Sugar. L’etichetta indipendente di Caterina Caselli, infatti, l’aveva accolta nel 2017. “Un talento puro della musica italiana”, si leggeva nella comunicazione ufficiale. Una collaborazione che si è poi interrotta, dopo la pubblicazione del primo e ultimo album insieme “Una nuova Rosalba in città” nel 2019. Non avere oggi alle spalle una discografica può comportare inevitabilmente una serie di conseguenze, ad iniziare da un possibile indebolimento dal punto di vista della promozione televisiva e radiofonica.
Adesso è arrivato il momento di “Ricominciare ancora”, per citare proprio il singolo. Non solo darsi una nuova possibilità artistica, ma anche fare delle scelte ponderate, giuste (come, ad esempio, prestare la propria voce al cinema o a progetti unici) e che siano di lungo termine. Bisognerebbe soprattutto puntare al repertorio, basti pensare alle sue interpretazioni – se escludiamo i brani sanremesi – sulle note della bellissima “Vasame” di Enzo Gragnaniello (dalla colonna sonora de “Napoli velata” di Ferzan Ozpetek), ma anche “Meraviglioso amore” (scritta dal suo ex Giuseppe Anastasi, che ha contribuito al suo debutto fortunato dai tempi di “Sincerità”), ma anche “La cosa più importante” scritta da Arisa stessa e Christian Lavoro. Quindi bisogna focalizzarsi sul livello delle canzoni, una produzione all’altezza e anche una gestione dell’immagine che combaci con la disarmante “sincerità” (per citare il suo brano più importante) dell’artista, che è anche il suo punto di forza a livello comunicativo. Arisa non ha mai nascosto nulla di sé stessa. Senza peli sulla lingua è sempre stata (forse troppo) diretta e sincera. Lo scorso anno ha confessato di soffrire di tricotillomania: un disturbo ossessivo-compulsivo provocato dallo stress che spinge a strapparsi i capelli. Ecco spiegato il motivo dei capelli sempre corti e del cambio di parrucche di qualsiasi taglio e colore, che hanno sempre suscitato dibattiti sui social. Arisa è un’artista sensibile, delicata, che merita il rispetto e non certo gli attacchi gratuiti dei leoni da tastiera, che l’hanno criticata duramente, senza filtro e senza pietà, soprattutto per il suo aspetto fisico e per il suo essere, a volte, “sopra le righe”.
“Per me ricominciare significa aggiustare il tiro. Rialzarsi e camminare nella direzione giusta. Munirsi anche di senso critico: cosa ho sbagliato? Posso rimediare? Posso cominciare ad avere atteggiamenti che prima non avevo”, ha dichiarato Arisa in una intervista a Tgcom24 e ha detto esattamente la verità. Ma è un cambiamento da fare prima possibile, attuando una strategia, come si fa per proteggere le creature a rischio estinzione come i panda, che sia cucita a misura sul talento e la forza di questa artista, concentrandosi sulla qualità e aspettando magari un grande rilancio al prossimo Festival di Sanremo 2021 con un brano scritto da un grande autore. Una canzone che possa consentirle, perché no, di vincere e salire nuovamente sul podio. Ricominciare lì dove tutto è iniziato.