1985: l’anno del presidente sardista che creò il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale (CFVA) della Sardegna.
2020: l’anno del presidente sardista che distrugge il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale.

Non ne abbiamo ancora la certezza matematica, ma tutto va in quella direzione.

Il Cfva non è uno scherzo, non è un gioco di qualche amministratore, o il vezzo del presidente che fu, Mario Melis: il Cfva coordina le attività di antincendio in Sardegna, svolge funzioni tecniche pregiatissime e di rilievo in materia ambientale. Questo gli permette di essere apprezzatissimo, dai magistrati sardi, quando indagano su vicende ambientali.

Ma il Cfva è molto altro: è presente capillarmente nelle aree rurali e nelle coste, conosce il territorio palmo a palmo e, proprio per mano di Mario Melis, interpreta il suo ruolo di controllo non in modo esclusivamente repressivo.

Le lavoratrici e lavoratori del Corpo Forestale vengono lodati continuamente, un po’ come succede, in Italia, per i vigili del fuoco. Da ultimo il 2 agosto l’ha fatto il presidente del Consiglio regionale. Peccato che poi, il giorno dopo, lo voglia distruggere!

Nei fatti, infatti, si vuole eliminare il Cfva. Non vogliono la fine del Corpo Forestale dello Stato, che nel 2017 è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri. Peggio. Vogliono la morte per inedia, magari poi per far entrare l’Arma, chissà.

La tattica è semplice: non assumere, far andare in pensione le lavoratrici e lavoratori e non sostituirli, (dis)organizzare il Cfva in modo che sia sempre più inefficiente, non riconoscere alle lavoratrici e lavoratori indennità che i loro omologhi italiani hanno, sventolare armi di distrazione di massa (la contrattazione collettiva separata).

È successo però che i sindacati, uniti, hanno capito che li stanno fregando. È stato indetto lo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori Cfva per venerdì 7 agosto, in piena campagna antincendio.

Ora bisogna far capire a tutte le sarde e i sardi che li stanno fregando. Stanno togliendo loro chi li protegge dai reati ambientali, dagli abusi edilizi, dagli incendi.

Il 7 agosto molte lavoratrici e lavoratori saranno precettati, non ci saranno le piazze piene. La stampa isolana sta per lo più ignorando e silenziando la protesta. I partiti, a parte qualche piccola eccezione (PCI) sono muti.

Il Personale del Cfva oggi ha bisogno di certezze e non di ulteriori promesse o rinvii. La certezza, in negativo, è che, se tutto rimane uguale, il 2020 sarà l’anno della morte di questo gruppo, ad opera di un presidente della Giunta sardista.

C’è un attacco generalizzato ai lavoratori pubblici, che durante il lockdown, e quando ci sono emergenze (vedi incendi), sono eroi. Salvo poi far pagare a loro la crisi economica, vedi rinnovo contrattuale della sanità privata e Cfva, con la solita solfa che ci sono problemi di bilancio. La verità è che i soldi ci sono, anche per il pubblico, ma sono spesi male.

Poi, alla prossima crisi, ci si accorgerà che il pubblico è utile, ma sarà ancora più debole. Vergogna! Noi non ci stiamo, i lavoratori del Cfva non ci stanno.

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