“Il bombardamento atomico di Hiroshima -cui seguì, tre giorni dopo, quello su Nagasaki- vide l’umanità apprendere in pochi secondi l’esistenza di strumenti di autodistruzione totale“. Inizia così il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 75esimo anniversario della bomba atomica che distrusse completamente la città di Hiroshima, in Giappone. Il Capo dello Stato ha voluto sottolineare come quando accadde alle due città giapponesi sia “tutt’oggi un monito costante a mantenere e sviluppare ulteriormente quel sistema di istituzioni ed accordi – con le Nazioni Unite al centro – creato dopo la Seconda Guerra Mondiale per garantire a tutti pace e sicurezza durature. L’architettura internazionale per il disarmo e la non proliferazione è una componente importantissima di tale sistema e ogni sua violazione rappresenta un passo verso l’olocausto nucleare“.
Parole che arrivano all’indomani delle violente esplosioni nel porto di Beirut, in Libano, le cui impressionanti immagini hanno riportato subito alla memoria comune proprio quelle di Hiroshima e del fungo atomico che causò morte e distruzione. “Sembrava Hiroshima. Un disastro”, sono state infatti le prime parole pronunciate dal governatore della città subito dopo le deflagrazioni che hanno causato la morte di oltre 135 persone e il ferimento di altre 5mila. Ancora non si sa se si sia trattato di un attentato o di un terribile incidente ma ciò che è accaduto è l’occasione per ricordare al mondo la portata distruttiva delle armi, in particolar modo quelle nucleari.
“L’Italia -scrive ancora il Capo dello Stato- sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. L’agenda internazionale non può prescindere da questo traguardo. Rendere omaggio alle innumerevoli vittime di quei tragici eventi e ai moltissimi che, sopravvissuti ai bombardamenti, subirono gli effetti devastanti delle radiazioni, significa impegnarsi per creare un mondo pacifico per adempiere la promessa incisa sul cenotafio di Hiroshima: ‘Non ripeteremo l’errore’“.