Un secondo trimestre di forti perdite affossa i conti della banca senese. Crescono le richieste di risarcimento che raggiungono i 10 miliardi di euro. No comment sull'emissione di un'obbligazione subordinate per rafforzare il patrimonio della banca. Conti in rosso anche per Unicredit che registra però i primi segnali di ripresa
Banca MPS chiude i primi sei mesi dell’anno con perdite per quasi 1,1 miliardi di euro (845 milioni relativi al solo periodo aprile – giugno). Ma le indiscrezioni su un possibile nuovo intervento da parte del Tesoro sostengono il titolo in borsa. Qualcosa più che indiscrezioni a dire il vero, visto che alcune righe del decreto agosto sono dedicate ad un nuovo possibile intervento di ricapitalizzazione della banca senese con uno stanziamento fino a 1,5 miliardi di euro.
Già oggi il Tesoro possiede il 68% della banca, acquistato nel 2017 staccando un assegno da 6,9 miliardi che hanno salvato l’istituto. Il Mef pagò le azioni MPS 4,28 euro l’una. Oggi valgono 1,5 euro, il 65% in meno. Una perdita potenziale per lo Stato di 4,5 miliardi. In basi agli impegni con Bruxelles lo Stato dovrebbe sfilarsi dalla banca entro il 2021. Molto probabile insomma che queste perdite diventino reali. Tornando ai conti semestrali la banca ha accusato un calo dei ricavi dell’8,4% e il calo dei costi di oltre il 5% non è stato sufficiente per compensare i mancati introiti. In mattinata Mps ha siglato un accordo con i sindacati per una riduzione dell’organico da 25o dipendenti. A fronte di 500 uscite volontarie sono previste 250 nuove assunzioni. Il nuovo piano partirà il prossimo novembre con le prime assunzioni previste a inizio 2021. La maggior parte dei neoassunti sarà destinato al rafforzamento della rete commerciale.
No comment sull’ipotesi di un bond subordinato – “Al momento siamo in costante consultazione con la Banca centrale europea e non possiamo rivelare nulla di quello che viene discusso con la Bce”. Così l’ad di Mps, Guido Bastianini, ha replicato a un analista che chiedeva indicazioni sui tempi di emissione di un bond subordinato. La sottoscrizione di questo bond è una delle modalità che potrebbe assumere il nuovo intervento dello Stato a sostegno della banca.
Richieste di risarcimenti “monstre” – Lo scorso 31 luglio sono arrivate alla banca “ulteriori richieste stragiudiziali per 3,8 miliardi di euro da parte della Fondazione Mps”, un tempo socio di maggioranza della banca. Il totale delle richieste danni, giudiziali e stragiudiziali nei confronti di Mps, ammonta così adesso a 10 miliardi di euro. “Rispetto a tali iniziative – spiega una nota di Mps – la banca esprime opinioni critiche rispetto alle tesi sostenute. Gli argomenti a supporto di tale interpretazione verranno sviluppati compiutamente nella risposta che sarà inviata alla Fmps. La Banca si riserva ogni azione a tutela del proprio patrimonio”.
In perdita anche Unicredit – Unicredit archivia il primo semestre con una perdita di 2,28 miliardi. Il secondo trimestre si chiude invece in utile di 420 milioni in calo del 77% ma sopra le attese degli analisti. “Abbiamo visto i primi segnali di ripresa commerciale alla fine del secondo trimestre, quando le economie hanno iniziato a riaprire nella maggior parte dei mercati”, ha affermato l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier. Il numero uno di Unicredit ribadisce di non avere in programma operazioni di fusione o acquisizione e sulla recente acquisizione di Ubi da parte della concorrente Intesa Sanpaolo spende parole caustiche: “L’Italia ha bisogno di avere banche forti. L’Antitrust ha chiesto il nostro parere e noi abbiamo detto che forse sarebbe stato meglio avere tre banche forti piuttosto che due“. Infine sullo stop ai dividendi per tutto il 2021 deciso dalla Banca centrale europea, Mustier ha spiegato che il gruppo rispetterà le raccomandazioni della Bce non pagherà dividendi, né effettuerà riacquisti di azioni nel corso del 2020 ma dal 2021 riprenderà la distribuzione ai soci del capitale in eccesso rispetto alle necessità della banca.